DI PAOLO DI MIZIO
Non avevo ancora riflettuto compiutamente su un aspetto della tragedia del cavalcavia crollato a Genova.
Genova è sempre stata la portabandiera dell’orgoglio comunista, l’orgoglio operaio, coi suoi portuali, i suoi camalli, la sua base proletaria strettamente ancorata al PCI, forse ancor più di quanto avvenisse a Torino, a Milano o a Bologna.
Che proprio a Genova i rappresentanti del PD, eredi (inetti e immeritevoli) del PCI, siano stati fischiati, è decisamente un segno epocale, un fatto anche simbolico che sarà ricordato come la pietra sepolcrale del PD, un partito che oggi non sa fare di meglio che difendere e tutelare le ragioni di un’azienda ad alta intensità di capitale che ha realizzato guadagni astronomici sfruttando la concessione di un bene pubblico.
Se la caduta del ponte fosse avvenuta quando c’era il PCI, quando c’erano Enrico Berlinguer, Gian Carlo Pajetta, Pietro Ingrao, Giorgio Amendola, Luciano Lama e tutti quelli della vecchia generazione, oggi Autostrade per l’Italia sarebbe assediata da folle di operai furiosi: ci sarebbero manifestazioni imponenti per le strade di tutte le maggiori città italiane, contro l’arroganza di un’azienda tanto rapace quanto incapace di tutelare le vite dei cittadini che si affidavano alle sue strade.
Invece che cosa fa il PD di oggi? Insensibile ad ogni aspetto etico di una vera e propria strage colposa di vite umane, il PD non trova di meglio che arroccarsi a difesa dell’azienda e delle sue ragioni economiche. Non trova di meglio che cavillare sulle clausole dell’ignobile contratto di concessione pubblica che i governi (vorrei sapere quali) hanno secretato (e vorrei sapere anche perché). Non trova di meglio che dire: “Aspettiamo che la giustizia accerti le responsabilità [sottinteso tartufesco: “Tanto ci vorranno anni!”]”. Non trova di meglio che spregiare quelle persone – molte sicuramente appartenenti alle classi proletarie – che hanno fischiato gli ex ministri piddini e applaudito i grillini e i leghisti.
Ecco, questo surreale ma purtroppo reale capovolgimento del mondo ci dice tutto sulle ragioni della morte annunciata del PD. Ridateci un partito vero, solido, ideologico, anche capace di sbagliare qualche volta, ma serio, concreto, dotato di uno scopo e di un’etica. Ridateci il PCI, per esempio.