Foto: Un momento degli scontri a Standing Rock
Polizia in azione per far sgomberare il campo della protesta contro il Dakota Access
Linea dura e mano pesante. Nonostante tutta l’operazione sia a rischio perché le banche stanno riflettendo sull’opportunità di finanziare una devastazione ambientale che farebbe loro perdere la reputazione rispetto all’opinione pubblica.
Così nove persone sono state fermate nel corso dello sgombero dell’accampamento allestito da quasi un anno da parte di indiani Sioux ed ecologisti per evitare la costruzione dell’oleodotto Dakota Access, nello Stato del North Dakota, il cui progetto bloccato da Barack Obama è stato rilanciato da un ordine esecutivo di Donald Trump.
Secondo quanto ha riferito il governatore dello Stato, Doug Burgum le dieci persone fermate stavano cercando di impedire l’accesso delle autorità all’accampamento.
Le autorità avevano dato agli attivisti tempo fino alle 14 (le 21 in Italia) per lasciare l’area perché domani alle 9, le 16 in Italia, inizieranno i lavori di pulizia della zona. Prima dell’arrivo delle autorità, gli attivisti hanno appiccato una ventina di fuochi come “cerimonia di addio” ma un bambino di sette anni e una giovane di 17 sono rimasti ustionati e sono stati trasportati all’ospedale di Bismarck.
Lo scorso 7 febbraio Trump ha annunciato di essere pronto per consentire la costruzione dell’oleodotto attraverso il fiume Missouri e il lago Oahe in North Dakota, dove da mesi la tribù Siuox di Standing Rock protesta contro il progetto. Il 24 gennaio il presidente ha firmato due ordini esecutivi per rilanciare il Dakota Access e l’altro oleodotto contestato, il Keystone XL, a sua volta bloccato da Obama per timori di danni ambientali.
23 febbraio 2017