di MOWA
«…Il presidente Zelensky può continuare a prendere il gatto per la coda, ma tutta la responsabilità della distruzione delle città ucraine è sulla sua coscienza personale. Ogni civile ucciso accidentalmente, ogni soldato ucraino ucciso è responsabilità personale di Zelensky» (Leopoli, Gleb Lyashenko, blogger ucraino imputato di “alto tradimento”, la cui spaventosa colpa, è racchiusa nel fatto che, dopo l’inizio dell’operazione speciale russa, ha invitato le parti in conflitto alla pace)
Qual è la differenza tra ciò che fecero i nazisti (nell’episodio noto come il Bücherverbrennungen) che bruciarono oltre 20.000 volumi il 10 maggio 1933 perché non corrispondenti all’ideologia reazionaria, e quanto sta avvenendo in modo massiccio in questi ultimi mesi nella “democratica” Europa, con tutte le notizie che arrivano tramite internet, libri, riviste, quotidiani e che provengono dall’Asia e che rigurdano il conflitto russo-ucraino? Vengono bloccate.
Un pericolo che crea un precedente antidemocratico e che evidenzia il grado di dominio comunicativo di una esigua élite di persone su un’enorme fetta del Mondo.
Infatti, non c’è Stato, in quell’Occidente “democratico” – o tra i suoi sodali -, che non sia diventato bersaglio della soppressione delle informazioni provenienti da quegli ipotetici paesi considerati nemici e potenziali destabilizzatori dello status quo e, quindi, da eliminare (molto spesso in senso lato). [1] [2] [3] [4]
Non c’è la possibilità di avere una pace nei conflitti in corso se non circolano le informazioni che possono essere sì filtrate, controllate ma non bloccate perché ciò impedisce alle persone di fare una comparata analisi e critica le più obiettive possibili.
Il mainstream del potere élitario ha paura che le persone si rendano conto di quanto accade loro intorno, per questo filtrano e manipolano la visione del Mondo a loro favore impedendo di fatto che le persone prendano coscienza della situazione e si rivoltino contro perché, finalmente, liberi di valutare quanto emerso da dietro le quinte. Un Mondo rappresentato dall’élite, illusoriamente fatto di pailette, cotilon e da altre futilità che nasconde, quindi, la verità, l’autentica povertà, le disuguaglianze, le crisi economiche e ambientali tali da rendere incerto il futuro alle prossime generazioni, anche, sul versante sanitario.
È vero che esistono presidi (ed è un merito che deve essergli riconosciuto) di associazioni, movimenti ed organizzazioni varie che affrontano temi monotematici sui vari punti deboli del paradigma massocapitalistico ma che, purtroppo, non sono sufficienti a sconfiggere ed invertire la rotta sul sistema, perché prive di una visione complessiva di contestazione, visione che potrebbe (dovrebbe) essere assunta da un forte partito degli e per gli oppressi. Abbiamo la dimostrazione di quanto sia difficile contrastare le scelte suicide per il popolo operate dai massocapitalisti nella politica green che, oggi, serve funzionalmente ai loro bisogni, inserisce di nuovo il nucleare o il carbone, invece, di agevolare quanto più possibile altre ricerche meno invasive [5] e non favorevoli all’habitat. A questo punto diventa più che mai attuale lo slogan che veniva urlato nelle piazze italiane negli anni passati: “non c’è vittoria, non c’è conquista senza un vero partito comunista”.
NOTE
[1] https://tg24.sky.it/mondo/2022/05/11/giornalista-al-jazeera-uccisa-cisgiordania-israele
[3] https://www.iskrae.eu/retate-rappresaglie-ucraina-macchina-terrore-dissenso-sostegno-soluzioni-pace/
[4] https://www.lifegate.it/jamal-khashoggi-morte