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La Commissione Ue apre la procedura d’infrazione delle regole dello stato di diritto contro il governo di Varsavia, che potrebbe essere sanzionato dal Consiglio europeo e privato del diritto di voto nelle istituzioni europee.
“La democrazia è qualcosa di più che avere la maggioranza in Parlamento, riguarda anche la società civile”.
Con queste parole Jean-Claude Juncker interviene sulla procedura d’infrazione delle regole dello stato di diritto aperta dalla Commissione europea contro la Polonia.
Per l’influente leader Jaroslaw Kaczynski, membro del partito Diritto e Giustizia (PIS), dopo avere incitato il governo “ad accelerare i cambiamenti istituzionali, per costruire una vera nazione unita, patriottica e cristiana”, le indagini e le procedure dell’Unione europea verso la Polonia “violano l’autodeterminazione e possono essere impugnate davanti alla Corte europea di giustizia”.
Intanto, dopo l’epurazione nei media pubblici e l’instaurazione di controlli da parte delle forze di polizia sulle attività di qualsiasi persona sul web pur in assenza di indagini giudiziarie, la Polonia si appresta a reclutare 35mila volontari per istituire una milizia a difesa del territorio.
Obiettivo dichiarato: fronteggiare la potenziale minaccia proveniente dalla vicina Russia.