di Renata Girardi
L’Ucraina è il terzo maggiore debitore al mondo verso il Fondo Monetario Internazionale.
“La Banca Mondiale ed il FMI hanno concesso nuovi finanziamenti solo a condizione che lo stato ucraino abbinasse la vendita dei terreni. Trasferimento del patrimonio fondiario da piccoli agricoltori a fondi d’investimento e oligarchi ” Cit. Robert Kennedy Jr
Oggi i giovani ucraini muoiono in guerra, ma non sanno di aver perso tutto, i processi di vendita e acquisto sono liberalizzati ed accelerati. Questo mina i diritti degli ucraini sulla loro terra che per difenderla offrono la vita.
Si parla molto di Ucraina, ma un punto che riguarda il conflitto è taciuto: chi controlla i terreni agricoli nel Granaio d’Europa.
Zelensky ha ratificato in legge la riforma Agraria, contro la volontà della popolazione che vive di agricoltura, che temeva l’ avvento e l’ espansione di corruzione e azioni speculative sulla terra. Questo è fondamentale per capire le poste in gioco in questa guerra.
Il 28% della terra coltivabile in Ucraina è in mano a oligarchi corrotti. Parliamo di 9 milioni di ettari di terreni.
NCH CAPITAL, grandi fondi pensione nord americani, Arabia Saudita, Fondazione Gates, gruppi cinesi, hanno acquistato lo scorso anno 17 milioni di ettari di terra coltivabile.
I piccoli Agricoltori sono 8 milioni. Le grandi realtà fondiarie possono ottenere finanziamenti provenienti dagli istituti di credito occidentali mentre le piccole realtà agricole, che trainano e garantiscono le forniture alimentari interne, non ottengono nulla. Lo squilibrio a favore delle grandi imprese agroalimentari è già evidente.
INVESTITORI
Goldman Sachs, Norges Bank Inv., Vanguard Group , Fondazione Soros etc. 9 società che detengono il 20% dei territori sono registrate in paradisi fiscali. Le aziende dell’ agroalimentare sono indebitate Indebitate.
CREDITORI Banca Europea per la ricostruzione e sviluppo Banca Europea per gli Investimenti International Finance Corp. ( ramo settore privato della Banca Mondiale) Ed altre istituzioni finanziarie principalmente europee.
I piccoli Agricoltori hanno operato con quote sempre più piccole di terreni e senza finanziamenti, e sono in una situazione quasi fallimentare.
I grossi gruppi agroalimentari sono esposti per circa 2 miliardi di prestiti.
La leva finanziaria sta sovvertendo gli equilibri ed impone scelte in termini di redditività: Un modello d’agricoltura industriale con largo uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, combustibili fossili e monocolture su larga scala.
I fondi di private equity stanno facendo operazioni su vasta scala in tutto il mondo. Il potere è nelle mani di individui della grande finanza , gente che con la terra e l’ agricoltura non ha legame alcuno.
I grandi fondi lavorano su archi temporali di 10 anni, devono produrre utili apprezzabili, ma danneggiano l’ ambiente e distruggono l’equilibrio dei mercati rivolti al sostentamento interno. (hanno lavorato strenuamente per l’accordo sul grano, minacciando una catastrofe alimentare , ma 90 navi su 100 sono finite in Europa).
I piccoli agricoltori ucraini attuano una agroecologia e prodotti sani e solo loro possono tutelare la sicurezza alimentare del paese, mentre i grandi gruppi speculativi mirano ad alti profitti con ogni mezzo.
Nel 2020 il FMI approvava 5 miliardi di prestiti all’Ucraina, mentre la Banca Mondiale con un prestito aggiuntivo di 350 milioni di dollari si assicurava a garanzia i terreni pubblici ucraini.
Come azione preventiva viene posta la prelazione sulla vendita e uso di terreni agricoli.
Il debito con il FMI è enorme e ora si guarda a stabilire diritti di prelazione anche sui 750 MILIARDI PER LA RICOSTRUZIONE.
In conclusione, l’Ucraina sarà messa all’angolo dai creditori occidentali.
Mentre tutti i capi europei che accolgono Zelensky promettendo armi e aiuti sembrano veri amici e filantropi ma ĺa geopolitica ed il saccheggio economico lavorano a mettere l’Ucraina nella situazione di svendersi per il debito.
Quindi la guerra viene promossa non solo per il business delle armi, ma pure per quello della terra. Per questo Putin non deve vincere, e se non si ritira dal Donbass l’affare della ricostruzione salta.
Ma un popolo che è stato sacrificato in una guerra di prossimità – 300.000 morti stimati ad oggi – accetterà di vedersi depredato anche della terra? Parliamo del 60% della loro terra.
Ricordiamoci che li stiamo Armando e sono un filino nazionalisti.
18 maggio 2023