di Francesco Dall’Aglio
Potremmo un’altra volta, se volessimo, fare dell’ironia sullo stagista che scrive i tweet e le dichiarazioni uguali per tutti (vedi foto allegate), da Rubio a Macron, Kallas, van der Leyen, Starmer e perfino Nona Mikhelidze, sesta tra cotanto senno.
Ma come nel caso precedente (i tweet tutti uguali dei mammasantissima della Commissione Europea in sostegno a Zelenski maltrattato da Trump) usare esattamente le stesse parole, in questo caso “la palla nel campo russo” con lievi variazioni cosmetiche, non è questione di stagisti pigri ma di messaggio che si intende lanciare (Mikhelidze non ha messaggi da lanciare, voleva solo partecipare).
E il messaggio è triplo.
1) Non c’è alcun contrasto tra USA e Europa, nessuna rottura, nessuno sganciamento. Semplicemente il principale ha comunicato ai sottoposti che, per una serie di questioni contingenti che non è necessario comunicare al personale, ci sono nuove regole (“pagate voi”) alle quali bisognerà obbedire come alle vecchie. Si potrà al limite obbedire mugugnando, come era diritto dei marinai genovesi, ma sempre obbedire si dovrà.
Mi aspetto in brevissimo tempo una rivalutazione totale di Trump, non più spregevole palazzinaro o servo di Putin ma difensore della democrazia transatlantica come e più di Biden.
2) Non c’è nessun piano di pace statunitense, né in 24 ore né in 100 giorni né in sei mesi. Trump crede di potere convincere o obbligare sia l’Ucraina che la Russia a firmare una tregua o qualcosa del genere per poter poi ottenere quello che vuole: e quello che vuole è uscire da una situazione che sta diventando sgradevole col massimo del vantaggio, ovvero il 50% delle future risorse minerarie ed energetiche ucraine e buona parte degli incassi del piano “ReArm Europe”, facendo in più la parte del grande negoziatore e dell’uomo di pace a cui sarebbe profondamente ingiusto non conferire un premio Nobel.
E se non accettano non sarà colpa sua, che ha fatto tutto il possibile – per cui dovrà essere comunque compensato col 50% delle risorse ucraine, con gli incassi di “ReArm Europe” e col premio Nobel (che, ricordo, consiste anche di un assegno di circa un milione di dollari che male non fanno).
3) “la palla è nel campo russo” significa una e una sola cosa: abbiamo organizzato il tutto in modo che dobbiate rifiutare, così sarà colpa vostra e avremo la scusa per continuare ad armare l’Ucraina (cosa che verrà fatta lo stesso anche se accettate, sia dagli USA che dalla UE), mantenere le sanzioni (cosa che verrà fatta lo stesso anche se accettate) e condividere intelligence in modo che i droni ucraini e i missili che abbiamo fornito possano colpire il vostro territorio, e i movimenti delle vostre truppe e dei vostri mezzi essere comunicati (cosa che verrà fatta lo stesso anche se accettate).
Del resto Rubio lo ha detto esplicitamente: spera che accetteranno, e se non accettano “questo ci dirà molto su quali sono i loro obiettivi e la loro strategia”, e per quanto riguarda l’Ucraina si riprenderà ad armarla per fornirle un efficace deterrente contro eventuali future invasioni, perché questa è la miglior garanzia di sicurezza che si possa fornire.
Anche Trump ha detto che spera che non sarà necessario “applicare pressione” alla Russia, cosa che lascia intendere che, nella sua immaginazione, l’idea può funzionare. Intanto però l’unico commento più o meno ufficiale, da parte russa, è una mezza dichiarazione di Peskov nella quale dice, in sostanza, che bisogna prima parlare con gli statunitensi e vedere cosa propongono – perché è ovvio che la proposta non può essere questa, perché non avrebbe senso accettarla.
Infatti Bloomberg ipotizza addirittura che la Russia, prima di accettare, intenda sincerarsi che le sue richieste saranno accettate. Cose incredibili.
Secretary Marco Rubio
Oggi è stata una buona giornata per la pace. Grazie alla leadership di @POTUS e sotto la cortese ospitalità del principe ereditario Mohammed bin Salman, siamo un passo più vicini al ripristino di una pace duratura per l’Ucraina.
La palla è ora nel campo della Russia.
______
Ursula von der Leyen
Accogliamo con favore le notizie odierne da Jeddah sui colloqui tra Stati Uniti e Ucraina, tra cui la proposta di un accordo di cessate il fuoco e la ripresa della condivisione di intelligence e dell’assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti.
Si tratta di uno sviluppo positivo che può rappresentare un passo verso una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina.
La palla è ora nel campo della Russia.
L’UE è pronta a svolgere appieno la sua parte, insieme ai suoi partner, nei prossimi negoziati di pace.
12 marzo 2025