Invito al sito per la pubblicazione. iskrae
Gentile Redazione,
inviamo il comunicato in oggetto, nel testo e mail e in allegato. In allegato anche una foto del tavolo CANDE nell’incontro di ieri a Bruxelles
Vista la rilevanza della notizia, ci auguriamo che possa trovare spazio nella vostra informazione.
Grazie per quanto potrete fare,
Carmína Conte
cell. 393 13 77616
Ufficio Stampa
CANDE
Class Action Nazionale dell’Edilizia
Superbonus, subito una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea!
COMUNICATO STAMPA
Questa la richiesta di CANDE, Class Action Nazionale dell’Edilizia, nell’incontro al Parlamento Europeo con una delegazione di europarlamentari. Il presidente Roberto Cervellini: “E’ questo che ci aspettiamo dopo il ricorso alla Commissione Ue di luglio scorso: con 37 modifiche al Superbonos violati i diritti nazionali e UE di imprese, professionisti e privati, con gravissime conseguenze nel comparto!”
Roma, 11 dicembre 2024. Dopo il ricorso del luglio scorso alla Commissione Europea contro il Governo Italiano per violazione dei diritti nazionali di imprese, professionisti e privati in materia di Superbonus, si attende una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea: è questo l’auspicio della associazione CANDE, Class Action Nazionale dell’Edilizia, a cui aderiscono 250 imprese da nord a sud della Penisola. E’ quanto emerso nell’incontro promosso al Parlamento Europeo a cui hanno preso parte Roberto Cervellini, presidente CANDE, Stefano Sylos Labini, del Gruppo Moneta Fiscale, Gaetano Pedullà, europarlamentare Movimento 5 Stelle, Agostino Santillo, deputato Movimento 5 Stelle, Pasquale Tridico, capo delegazione M5 Stelle Europa, Andrea Fragasso Direttore III Millennio TV, che ha coordinato i lavori.
“Quanto accaduto per il Superbonus – ha dichiarato Roberto Cervellini – è gravissimo ed la causa principale del crollo del comparto edile in Italia che il CRESME stima del 16,9% nel 2024 e del 21,1% nel 2025, secondo i dati del XXXVII Rapporto Congiunturale appena presentato. Le norme nazionali italiane hanno infatti prima incentivato e poi di fatto soppresso, in corso d’opera, un progetto mirato alla riqualificazione energetica e sismica dei fabbricati italiani, mettendo in moto un processo di interventi in edilizia, che poi è stato bloccato dalla mannaia di ben 37 modifiche normative in 3 anni, praticamente la media di una al mese, che hanno impedito l’acquisizione dei crediti maturati, con danni incalcolabili per le imprese, professionisti e cittadini e gravi conseguenze sull’occupazione”.
“Il governo Meloni col Superbonus ha fatto solo pasticci – ha detto nel suo intervento Gaetano Pedullà, europarlamentare Movimento 5 Stelle – e ha mandato al lastrico migliaia di imprese edili: al Parlamento europeo abbiamo organizzato un tavolo tecnico con l’associazione CANDE. Noi siamo pronti a difendere questa misura a livello europeo dove, per altro, è stata presa come esempio di buona pratica per l’efficientamento energetico delle nostre casa. Ringraziamo il deputato del Movimento 5 Stelle Agostino Santillo per la sua presenza al tavolo e il Presidente di Cande Roberto Cervellini per la sua iniziativa. Approfondiremo la proposta emersa al tavolo, di interrogare la commissione europea sul Superbonus. Il Movimento 5 Stelle non lascerà le imprese da sole”,
Oggi l’opinione pubblica è convinta che il Superbonus sia stato un “regalo” per certi soggetti e una operazione di mera speculazione. Tutt’altro: il Superbonus è invece di interesse pubblico nazionale ed europeo, poichè mira alla riqualificazione energetica e strutturale dei fabbricati residenziali e non, al risparmio energetico, all’abbattimento delle emissioni di CO2, così come stabilito e pianificato dalle norme transnazionali ONU e UE, Non solo, ma ha avuto impatto positivo sul comparto e sull’economia nazionale, come ha evidenziato lo stesso CRESME, secondo cui nel 2023 il fatturato del comparto edile ha toccato i 311 miliardi di euro, un risultato mai raggiunto prima,e che rappresenta il 17% del PIL nazionale.
La situazione di fatto è “precipitata”, se così si può dire, con l’emanazione del DL 39 del 29 marzo 2024, che ha bloccato definitivamente la possibilità di cessione dei crediti di imposta edilizi già maturati, fino a renderli “sprecabili” e non più rimborsabili, come ad esempio l’inserimento ex novo del comma 3 ter all’art. 121 del DL 34/2020, che dispone sulla quota dei crediti di imposta non utilizzati nell’anno, affinché non possa essere usufruita negli anni successivi e non possa essere richiesta a rimborso.
Lo scenario che si prospetta è drammatico: in seguito alle restrizioni normative e la non programmazione per lo stesso comparto nell’ultima Legge di Bilancio induce le imprese a rallentare o addirittura a chiudere, con conseguenze inimmaginabili non solo sul comparto, ma sull’economia nella sua interezza.
Per info. Carmìna Conte
Ufficio Stampa CANDE
cell. 3931377616