Un Consiglio comunale convocato appositamente lunedì prossimo.
L’amministrazione di Anguillara Veneta, cittadina di 4.000 abitanti nella Bassa padovana, a guida centrodestra, con a capo la sindaca imprenditrice Alessandra Buoso, eletta nel 2019 col 39% dei voti, è intenzionata a deliberare il conferimento della cittadinanza onoraria al presidente di ultradestra del Brasile Jair Bolsonaro.
La motivazione del “prestigioso” riconoscimento?
Il suo bisnonno era originario di quell’ameno luogo sulle sponde dell’Adige.
La decisione non arriva in un buon momento per Bolsonaro, che proprio questa settimana ha visto la commissione d’inchiesta del Congresso brasiliano chiedere per lui l’incriminazione per «reati contro l’umanità» alla luce della sua gestione dell’emergenza Covid, che ha causato finora 600.000 morti in Brasile con oltre 11.000 bambini rimasti orfani.
A protestare contro questa decisione un ampio schieramento che va dai partiti di opposizione fino all’ANPI e la CGIL regionali; unici favorevoli, la lista Zaia.
L’associazione dei partigiani padovani (ANPI-Padova) con la presidente provinciale Floriana Rizzetto e il vicepresidente Maurizio Angelini, ha scritto alla prima cittadina esprimendo sbalordimento e indignazione: “Siamo rimasti basiti.
È vero che il suo bisnonno è nato ad Anguillara, ma ricordiamo che la cittadinanza onoraria viene conferita normalmente per meriti e, a dire il vero, Bolsonaro non ne ha alcuno.
Ha gestito in modo irresponsabile la pandemia, tra l’altro negando aiuto alle popolazioni tribali dell’Amazzonia, forse perché così riesce più rapidamente a disboscare la regione, come fa da tempo.
Anche questa politica è terrificante: siamo in piena crisi climatica e Bolsonaro distrugge uno dei più importanti polmoni della Terra. Ora è inquisito da una Commissione Parlamentare d’Inchiesta con l’accusa di una serie di ‘crimini intenzionali’ durante la pandemia di covid 19”.
Ad accendere la miccia delle critiche politiche è stata Vanessa Camani, vice-capogruppo del Partito Democratico: “Non c’è un solo motivo valido per essere orgogliosi di lui.
Fa rabbrividire la proposta della sindaca di Anguillara Veneta, visto che una commissione d’inchiesta chiederà che venga accusato di crimini internazionali. Ha ritardato per mesi l’avvio della campagna vaccinale promuovendo cure alternative dall’efficacia non testata, come l’idrossiclorichina e in più di un’occasione ha minimizzato il pericolo del virus che ha fatto strage soprattutto tra le popolazioni indigene. Già prima della pandemia c’era chi lo definiva ambasciatore del valore dei veneti nel mondo”, dice, ricordando quando a Venezia esponenti leghisti esposero uno striscione che inneggiava alla sua elezione, “eppure si era distinto per gli elogi alla dittatura militare, per il disprezzo e le offese a donne e omosessuali, le minacce di incarcerare i rivali politici, a cui si sono poi aggiunte le grottesche accuse alle ong per gli incendi che hanno devastato l’Amazzonia. Come si può essere fieri di un personaggio del genere? Davvero le sue origini possono prevalere su questo campionario di orrori?”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea sintetizza: “Può apparire incredibile, ma il presidente del Brasile Bolsonaro è ancora un beniamino per la destra italiana.
Ad Anguillara Veneta la giunta vuole conferire la cittadinanza onoraria al fascista e negazionista del Covid, mentre è sotto inchiesta e sta radendo al suolo l’Amazzonia. Invitiamo alla mobilitazione contro questa vergogna”.
A ruota il segretario regionale del PD Alessandro Bisato «Un oltraggio inutile e fuori tempo massimo, i cittadini di Anguillara Veneta non si meritano questa sciocchezza».
Più sintetico il segretario generale della Cgil di Padova Aldo Marturano, che parla di «notizia che lascia a bocca aperta».
Le uniche dichiarazioni favorevoli arrivano dalla destra leghista attraverso esponenti della Lista Zaia.
Luciano Sandonà, consigliere regionale: “La cittadinanza onoraria è un gesto per rimarcare le origini venete di un presidente e di tanti discendenti di migranti, non per esprimere giudizi sul suo operato” e soprattutto l’assessore Roberto Marcato, che risponde polemico alle accuse: “Non ci trovo nulla di male dato che si tratta di un presidente eletto democraticamente e non di un dittatore o di un criminale di guerra”.