di Elisa Fontana
Com’era prevedibile e ampiamente previsto la richiesta di 6 anni di reclusione per Matteo Salvini ha scatenato una immediata reazione del Capitano, messa a punto già da settimane. Ci saranno centinaia di banchetti su tutto il territorio nazionale che distribuiranno volantini con le frasi della requisitoria del PM di Palermo.
Il giorno in cui ci sarà l’arringa difensiva di Giulia Bongiorno sono già stati precettati i deputati della Lega per presentarsi al tribunale di Palermo per fare massa critica, una cosetta sobria che rinverdirà i fasti dei deputati berlusconiani sulle scale del palazzo di giustizia di Milano. Insomma, si cercherà di provocare la piazza, incendiando gli animi, in attesa di arrivare al congresso della Lega e alle elezioni regionali, perchè tutto fa brodo nella macchina della propaganda salviniana.
Che ieri ha incassato la piena solidarietà della presidente del consiglio che è sempre restia a fare dichiarazioni, ma nel caso specifico dimentica la carica che riveste e attacca un potere dello Stato, la magistratura, per difendere una politica contraria ad ogni diritto, nazionale ed internazionale, incarnata da Salvini e da lei pienamente condivisa.
E condivisa anche da quel campione di democrazia di Elon Musk che si permette di dare del pazzo al PM senza che nessuno lo zittisca per come merita. D’altronde, se prima lo inviti ad Atreju, fra squilli di trombe e suono di fanfare, poi come fai a zittirlo?
Nel frattempo si sta consumando una guerra più o meno sotterranea fra il ministro della difesa e il sottosegretario Mantovano sui servizi segreti. Crosetto è andato dal giudice Cantone a denunciare dossieraggi poi rivelatisi inesistenti e, fra le altre cose, ha denunciato di non essere informato dai servizi segreti “e in più di un’occasione queste mancate informazioni avrebbero potuto creare problemi alla sicurezza nazionale”.
Robetta, insomma. Pronta la difesa di Mantovano e, a posteriori, anche l’allineamento di Crosetto dopo aver lanciato la bomba, ma pare che tutto il motivo del contendere siano state nomine mancate o meno nelle posizioni di vertice in società partecipate di Stato. Una lotta nobilissima, insomma, ma che conferma una dissidio reale e gravissimo fra apparati dello Stato.
Sulla telenovela Sangiuliano/Boccia non mi soffermo nemmeno, visto che ci ha allietato per tutta l’estate, salvo sentire come un odore di incompiuta , un senso di aver visto solo ciò che hanno voluto farci vedere, fra un dico e non dico e tanti atteggiamenti inusuali, fra complotti chiamati, indagini della magistratura inesistenti, separazioni in diretta giornalistica e un sacco di ammuina di contorno. Chissà se la telenovela continuerà o riusciranno i qualche modo a zittire Boccia.
Ma nel frattempo, abbiamo anche avuto un complotto paventato e sventato dalla nostra occhiuta presidente del consiglio che non dorme mai e si è sbarazzata in un sol colpo di tutti i poliziotti in borghese che stazionavano al piano del suo ufficio per sovrintendere alla sua sicurezza. Via i poliziotti e dentro i componenti della scorta, il cui capo è il marito della sua segretaria personale e appartiene ai servizi.
Di fronte a tutto ciò, io mi chiedo solo cosa intendesse Giorgino quando strillava dai palchi che loro erano pronti.
Pronti a cosa? Ad ingarbugliare ancor più la matassa lanciandosi in un ennesimo vortice di lotta fra governo e magistratura?
Pronti a guidare gli apparati più sensibili e delicati dello Stato creando fazioni in guerra aperta fra loro?
Navigando perigliosamente fra scandali di cui è emerso solo il cocuzzolo?
Erano pronti a questo? A dimostrare a tutto il mondo la totale inadeguatezza ed impreparazione? Governare non è la stessa cosa che gridare “Presente” a tutte le pagliacciate in camicia nera, non è andare in pellegrinaggio sulla tomba di Mascellone, non è affermare le proprie posizioni picchiando il prossimo o assaltando le sedi dei sindacati.
Sarebbe da ridere nel vedere la pochezza, l’inadeguatezza, il ridicolo di quanto stanno facendo, se solo per un attimo potessimo dimenticare che non si fermeranno nel perseguire i loro obiettivi e che in tutto ciò è coinvolto tutto il popolo italiano.
15 settembre 2024