L’ultima puntata della stagione del programma di giornalismo della televisione pubblica, Report, puntualizza alcune questioni rimaste in sospeso sia sul versante politico che l’identità di alcuni azionisti di società “rampanti” ma, anche, su come vanno gli studi del vaccino per il Covid-19.
Infatti, la trasmissione parla di
I dettagli dell’accordo tra Bossi e Salvini che doveva garantire un salvacondotto politico e anche giudiziario al Senatur#AnteprimaReport da rivedere:
“Il patto segreto” di @LucaChianca#Reporthttps://t.co/izYIVBd6Ni
— Report (@reportrai3) January 25, 2021
Puntualizzando nella pagina internet della trasmissione:
Il 26 febbraio 2014 viene siglato un patto generazionale tra Umberto Bossi e il nuovo segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. Un accordo noto a molti, ma che nessuno ha mai potuto leggere. L’accordo nasce due anni dopo l’inchiesta sui fondi pubblici che ha sconvolto il partito. Dopo Bossi, arriva Maroni, poi Salvini che nel 2013 viene eletto segretario federale. L’anno dopo si siedono davanti a un tavolo per decidere del futuro politico del senatur. Salvini promette 450 mila euro all’anno per mantenere lo staff composto dagli autisti e dalla segreteria del presidente della Lega. In cambio l’ex avvocato di Bossi, Matteo Brigandì, rinuncia a 6 milioni di euro di mancati pagamenti proprio dalla Lega Nord. Soldi che già nel 2014 sono fondamentali per le casse del partito, che rischia, come poi è successo, di vedersi sequestrare ben 49 milioni. Abbiamo ricostruito la storia dell’accordo grazie all’intervista esclusiva a Francesco Belsito, l’ex tesoriere del partito travolto dallo scandalo, unico condannato per appropriazione indebita a causa di quell’accordo.
Report ribadisce che
Non è facile capire chi siano gli azionisti della compagnia dei monopattini.
«È uno schema offshore. Nel Delaware ad esempio non c’è bisogno di avere una contabilità. Sembra assurdo, ma una società senza contabilità che cos’è? È uno schermo». #Report pic.twitter.com/vX63LvcgYb
— Report (@reportrai3) January 25, 2021
Sulla pagina internet di Report vengono, inoltre, segnalate la seguenti notizie e fonti delle inchieste giornalistiche:
I monopattini stanno riscrivendo le regole della mobilità urbana anche in Italia. E la Helbiz è stata la prima azienda ad aver portato lo sharing nel nostro paese. La società ha ottenuto concessioni per la condivisione dei suoi mezzi in oltre venti città italiane, a partire da Roma e Milano. Ma chi c’è dietro la Helbiz? L’amministratore delegato si chiama Salvatore Palella, è nato ad Acireale 33 anni fa e oggi guida un gruppo mondiale dal suo ufficio al 32° piano di un grattacielo di Wall Street, a New York. La storia della Helbiz si intreccia con quella di tanti personaggi del jet set e dello sport italiano, da Alessandro Del Piero che offre il suo volto per uno spot, a Marco Borriello, tirato in ballo nella lista dei possibili investitori. Dal passato di Palella emergono però numerose ombre e relazioni con figure vicine alla criminalità organizzata e personaggi dal passato controverso. La società ha una holding di controllo nel Delaware, che scherma l’identità dei suoi azionisti, mentre sulla testa di Palella pende una richiesta di class action, presentata presso la District Court di New York City, per un’avventura imprenditoriale finita male nel mondo delle criptovalute. Alla luce di questo e molto altro, chi c’è realmente dietro la Helbiz? Con quali capitali viene finanziata l’azienda? E soprattutto, che responsabilità hanno le pubbliche amministrazioni e lo stato italiano nelle mancate verifiche sulle società incaricate di condurci nella mobilità del futuro?
NOTA DEL 25/01/2021
Nell’inchiesta “Il mago di Helbiz” andata in onda durante la puntata del 25 gennaio di Report, dedicata alla società di sharing mobility Helbiz e al suo fondatore e amministratore delegato Salvatore Palella, abbiamo parlato di una class action avviata da alcuni investitori. I rappresentanti legali dell’azienda con sede nel Delawere solo nel pomeriggio di lunedì ci fanno sapere che venerdì 22 gennaio la Souther District Court di New York ha archiviato la richiesta in merito a una presunta frode legata alla vendita di criptovalute. Dai documenti ufficiali del tribunale si evince che la Corte distrettuale di New York si dichiara “non competente” a livello territoriale rispetto alla vicenda stessa, aggiungendo che “the complaints are dismissed without prejudice to renewal in other jurisdiction” (“le denunce sono archiviate senza alcuna pregiudiziale al fatto che vengano rinnovate in altre giurisdizioni”, ndr).
Il programma pubblico, Report, non tralascia la questione vitale delle case farmaceutiche, sui test svolti, la sicurezza ed efficacia del vaccino anti Covid-19
#Report, insieme al collettivo di giornalismo investigativo #behindthepledge è in grado di svelare i documenti segreti di #emaleaks. In alcune mail interne il numero due dell’Ema Noel Wathion commenta le pressioni subite dalla Commissione per accelerare l’autorizzazione. pic.twitter.com/HqYGTsAcr2
— Report (@reportrai3) January 25, 2021
Report precisa il ruolo avuto dell’ISS sulla pagina internet:
Le indagini della procura di Bergamo hanno portato la Guardia di Finanza nelle stanze del ministero della Salute e dell’Iss. I funzionari che hanno gestito la prima ondata devono spiegare perché non hanno risposto immediatamente alla nota dell’Oms che il 5 gennaio dell’anno scorso diceva: “Prendete in mano i piani pandemici”. Report è in grado di rivelare che per diverse settimane il nuovo virus fu sottovalutato e ancora a inizio febbraio un verbale della task force che supportava il ministro Speranza lo assimilava a una influenza. Nel frattempo la difesa dell’Oms alle richieste di trasparenza fa sempre più acqua, al punto da usare documenti confidenziali pubblicati proprio da Report, ma cambiandone la data. E per il whistleblower Francesco Zambon, che aveva denunciato la tentata manipolazione del rapporto sull’Italia, non è ancora chiaro cosa riserva il futuro.
MOWA