di Danilo Tosarelli
Il 17 aprile si svolgerà il referendum sulle trivellazioni.
Trovo intollerabile che il PD abbia dato indicazione di astenersi.
Non entrerò nel merito delle opzioni in campo.
Io voterò SI, ma non è questo il punto.
La cosa grave sta nel fatto che il partito di Renzi abbia deciso di svilire uno strumento di democrazia.
Il referendum è uno strumento che consente l’espressione popolare. In Italia ha 2 grossi limiti. Può solo essere abrogativo e non propositivo.
Occorre raggiungere il quorum del 50% più 1 dei votanti per essere considerato valido. Risulta quindi uno strumento limitato, ma rimane uno strumento di democrazia diretta. Sarebbe molto più incisivo e qualificante se potesse essere anche propositivo, come accade in altri Paesi. Lo sarebbe ancor di più, se venisse abolito quel quorum maledetto che ha reso inutile in passato, il voto di milioni di Italiani. Renzi conta su questo per far fallire la consultazione popolare.
Una consultazione richiesta da 10 Regioni, 8 delle quali amministrate dallo stesso PD. Una scelta presa senza una discussione interna al partito, visto che in molti voteranno SI.
Renzi, in questo modo, non solo decide ed impone fregandosene della minoranza del suo partito. Nega proprio la più elementare democrazia interna affidata al necessario confronto. Dopodiché, non mi interessa giudicare l’essenza di un PD sempre più compromesso e deleterio.
Mi interessa giudicare lo sprezzante autoritarismo di Renzi che boicotta questo referendum.
Renzi disprezza o forse teme il parere degli italiani.
Quello che lui non ritiene importante, va evitato. Non può proibire l’indizione di un referendum, ma indirettamente lo censura e lo proibisce nei fatti. La democrazia diretta lo indispone, perché vuole decidere solo lui.
Ma non è forse così anche in Parlamento?
Da quando è presidente del Consiglio, sono almeno 60 i voti di fiducia imposti da Renzi. E’ evidente il ricatto che può esercitare il Governo sui deputati della sua maggioranza. Altro dato non irrilevante, l’80,43% delle leggi approvate sono di iniziativa governativa.
Al Parlamento viene concesso il privilegio di approvare cose già decise dal Governo con i suoi decreti legge. Il voto di fiducia rimane un modo elegante per dribblare il faticoso dibattito parlamentare. Un dibattito parlamentare che è però elemento essenziale di garanzia democratica.
Pensate che la pensava così, anche lo stesso Renzi, quando sosteneva che tale mancanza di rispetto verso il Parlamento non fosse nel suo stile.
Ma le cose cambiano e all’italiano distratto basta qualche trasmissione televisiva addomesticata per far dimenticare il recente passato.
Evidentemente Renzi preferisce fare e disfare a suo piacimento, evitando lacci e lacciuoli.
Lo fa in Parlamento, perché non farlo anche in occasione di un referendum?
Renzi non mi è mai piaciuto e continua a non piacermi.
Solo l’imitazione che ne fa Crozza riesce a rendermelo simpatico.
Tengo a precisare che non sono prevenuto, ma sono i fatti a confermare questo mio giudizio. Io ritengo che Renzi non ami il popolo e non sia sensibile alle sue sofferenze.
Le sue scelte antipopolari ne sono una conferma tangibile.
Credo proprio che Renzi consideri noi tutti pura massa di manovra.
Ecco perché, qualunque possibilità venga data al popolo di esprimersi, provoca in Renzi un fastidio. Renzi parla bene, ma razzola molto male.
Vorrei lo capissero quei tanti che vedono in lui l’uomo nuovo ed amano il suo decisionismo. Seguano più da vicino le sue scelte e si accorgeranno quanto lui abbia a cuore solo il potere. E con lui, i suoi stretti collaboratori e gli opportunisti di turno. Già qualcuno prima di lui ha governato con gli stessi metodi. Abbiamo riempito le piazze per contestarlo e mandarlo a casa.
Perché dovremmo essere più benevoli con chi sta perpetuando le stesse logiche?
Renzismo espressione moderna di un berlusconismo mai sconfitto?
Ne sono più che mai convinto e proprio per questo aumentano le mie preoccupazioni.
Mi auguro che questo referendum possa raccogliere il voto di milioni di italiani e che il quorum si raggiunga.
Se vincerà il SI, perderà Renzi e tutti coloro che snobbano la sovranità popolare.
Se il quorum non si raggiungerà, cresceranno le preoccupazioni di tutti coloro hanno a cuore la nostra democrazia.
Questo referendum può rappresentare un’occasione da non perdere.
Soprattutto in vista di quel referendum costituzionale che Renzi considera la “madre di tutte le battaglie”.