Ecco un ulteriore esempio di come le ex regioni “rosse” (ex da molto tempo oramai, praticamente dalla fine del PCI) seguano pervicacemente, obbedendo ad ordini superiori, la via del più radicale e veloce asservimento agli interessi capitalistici nostrani.
In questo caso quegli interessi che vedono, nella riduzione del cosiddetto “welfare” sanitario (ossia di parte del salario indiretto a favore della classe lavoratrice, faticosamente da questa conquistato), un mezzo per aumentare, indirettamente, i profitti dei privati, fingendo di mantenere in piedi un sistema sanitario pubblico “giusto ed equo”, in realtà sempre più ridimensionato e per poveri, che giustifica in tal modo la scandalosa riduzione di tasse recentemente effettuata a favore delle sole imprese.
Prima hanno regionalizzato il Sistema Sanitario Pubblico Nazionale faticosamente conquistato, in modo da ridurne fisiologicamente l’efficienza e il livello uniforme di prestazione, così da non riuscire ad individuare le vere responsabilità; ora lo tagliano brutalmente, lasciando l’onere, senza onore, alle regioni.
Chi meglio delle ex regioni “rosse” può far questo? Eliminando in tal modo ogni alibi e resistenza alle altre regioni, tradizionalmente più di “destra”, che volessero far diversamente.
Ecco quanto dichiarato dal governatore della Toscana Rossi (una volta di “sinistra” come molti toscani e da poco scopertosi, sempre come molti, improvvisamente “renziano”), di fatto avalla indirettamente le politiche governative di tagli feroci, anziché rifiutarsi totalmente, magari arrivando alle dimissioni:
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Peggiorando inevitabilmente situazioni di conclamata sofferenza della sanità toscana, es.:
Chi crede che siano Rossi i “ricchi” in Toscana ed in Italia?
Con un sistema capitalistico inefficiente e spietato come il nostro, con oltre centinaia di miliardi di evasione fiscale in Italia, i “ricchi” non possono che essere, in prevalenza, i soliti noti dipendenti (pubblici e privati), i pensionati, magari con due stipendi o pensioni in famiglia, o con uno solo ma “buono”…. certo resteranno sempre le cure totalmente gratuite per gli “indigenti” ma, pur di non vedere i poveri morti stesi per strada (religiosamente inaccettabile), qualcosina (poco) i veri ricchi sono disposti a versare in tributi….
I capitalisti non solo possono permettersi di non pagare, con l’evasione più o meno tacitamente consentita e/o fintamente combattuta da sempre da tutti i governi borghesi, il poco che gli viene chiesto, oltre al salario diretto e differito in pensioni, per la riproduzione della classe lavoratrice; ma ora possono scaricare ulteriormente, sul salario diretto (nella forma dei ticket prelevati), l’onere della cura sanitaria di tutta la classe sfruttata.
Un ricco borghese può decidere se andare indifferentemente nel privato di lusso (generando profitto della sua stessa classe) o nel pubblico quando è buono, magari condividendo le sue spese con il resto della popolazione più povera, dunque accrescendo di fatto le proprie cospicue disponibilità.
Anche il povero dipendente ora può finalmente “decidere”, esasperato da liste di attesa sempre più lunghe o addirittura bloccate, da ticket sempre più alti (presto richiesti anche per una banale operazione) potrà scegliere: se “curarsi” e attendere o meno (rischiando di morire o di star peggio), e se si cura nel pubblico potrà farlo pagando cifre sempre più alte (erodendo dunque quanto accantonato per la vecchiaia o per i figli disoccupati), oppure potrà andare alternativamente presso le crescenti strutture private per proletari, impoverendosi sempre di più e rischiando di indebitarsi (forse con qualche finanziaria a queste collegate):
Solo il riappropriarci della necessaria Coscienza di Classe e la conseguente necessaria ricostruzione di un vero e grande Partito Comunista ci potrà restituire quanto tolto dalla borghesia sfruttatrice e parassitaria, con gli interessi ovviamente!
Saluti Comunisti.
mommorosso comunista