Si aprono un sacco di interrogativi sulla vicenda accaduta poche ore fa nella frazione di Reggio Emilia, Pieve Modolena, dove il condannato ad oltre 19 anni, Francesco Amato, “con l’accusa di essere uno degli organizzatori dell’associazione `ndranghetistica” (insieme al fratello Alfredo e, secondo i magistrati della DDA di Bologna, in costante contatto con altri associati della famiglia Grandi Alacri), prendere in ostaggio alcune persone in un ufficio postale, chiedendo di poter parlare esclusivamente con il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Azione inqualificabile ma, appunto, con interrogarivi.
Uno dei primi dubbi, ed il più ovvio, perché proprio Salvini?
Infatti, ci si chiede quale motivo avrebbe avuto il condannato della cosca ‘ndranghetista nel processo Aemilia (con epicentro a Reggio Emilia) di minacciare con un coltello dipendenti ed avventori di un ufficio postale dando modo ai sequestrati di parlare al telefono con i giornalisti o di essere intervistato, chiedere dell’attuale Ministro dell’Interno?
Altro dubbio che sorge è quello che il criminale abbia voluto mandare un messaggio obliquo a Salvini che gli ricordi di quanto siano già gravate le cronache, come riportato da l’Espresso, o su altri quotidiani, il grado di inquinamento della politica e che a qualcuno ha portato “fortuna” elettorale e da cui non si potrà più staccare…
MOWA