Non c’è solo il caso del capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci che, come raccontato dal Fatto, si divide tra lo scranno parlamentare e il cda del gruppo di famiglia  (la multinazionale farmaceutica Kedrion, con 600 milioni di fatturato, partecipata dal 2012 dalla Cassa depositi e prestiti). Se il disegno di legge “in materia di incompatibilità parlamentare”, presentato nel 2013 dai suoi stessi compagni di partito (primo firmatario Massimo Mucchetti), avesse visto la luce, oggi il renzianissimo presidente dei senatori democratici  non avrebbe potuto sedere contemporaneamente a Palazzo Madama e nel consiglio d’amministrazione dell’azienda specializzata in emoderivati “in rapporti con amministrazioni pubbliche”. Certo, un caso particolare rispetto al lungo e articolato elenco degli incarichi aziendali e delle partecipazioni societarie detenute dai neoeletti di Camera e Senato, passato in rassegna in uno degli ultimi dossier sfornati dall’associazione Openpolis.Un elenco nel quale il centrodestra la fa da padrona. Non a caso, il record di incarichi (ben 21) spetta al neodeputato di Forza Italia, Guido Della Frera. “Imprenditore del settore sanitario, turistico, alberghiero e ristorativo”, si legge nel report, “è anche socio di 8 diverse aziende”. Ma non è tutto. “Sempre con Forza Italia in Toscana è stato eletto Maurizio Carrara, imprenditore nato a Firenze con ben 14 diversi incarichi aziendali”. A lui spetta il primato di partecipazioni aziendali, in qualità di socio di 11 imprese.

Non scherzano neppure Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia, con 16 incarichi aziendali, e il berluscones Emilio Floris, socio di 10 diverse imprese. “Il 35% degli incarichi aziendali e il 33,53% delle partecipazioni” societarie rappresentati nel nuovo Parlamento, scrive Openpolis, “sono riconducibili a parlamentari di Forza Italia”. Alle cui file appartengono anche Giuseppe Massimo Ferro (14 incarichi e una partecipazione), Salvatore Sciascia (12 incarichi), e Cristina Rossello (10 incarichi).

Alle spalle del partito di Silvio Berlusconi, sul secondo gradino del podio, si piazza invece la Lega. Tra i neo deputati e senatori del Carroccio spiccano i nomi dell’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci, con 11 incarichi e 3 proprietà aziendali, e Giulio Centemero, anche lui con 11 incarichi aziendali, compreso quello di amministratore delegato di Radio Padania.

Medaglia di bronzo per il Movimento 5 stelle con il 19,50% degli incarichi aziendali e il 20,23% delle partecipazioni rappresentati nel nuovo Parlamento: da “Michele Gubitosa, eletto ad Avellino e socio di 4 aziende e con 8 diversi incarichi” a “Mario Turco, senatore pugliese, con 8 incarichi aziendali”, fino a “Salvatore Caiata (eletto con i 5 Stelle ma iscritto al Gruppo Misto della Camera, ndr), presidente del Potenza calcio con 6 proprietà e 6 incarichi aziendali”.

E il Partito democratico? “Volendo stilare una classifica dei parlamentari con più interessi economici, sono pochi gli eletti del Pd che figurerebbero in cima – rileva Openpolis – tra i primi 15 con più partecipazioni, solamente Gianfranco Librandi, deputato lombardo al secondo mandato, socio di 4 aziende”. Quanto agli incarichi aziendali, oltre a Marcucci, spiccano i nomi di Claudio Mancini e Andrea Colaninno, tutti a quota 7.

Ma c’è anche un’ultima curiosità. Tra i neoparlamentari ci sono anche tre consiglieri della Arnoldo Mondadori Editore Spa: Cristina Rossello, Alfredo Messina e Pasquale Pio Graziano Cannatelli. “Quest’ultimo è anche vice presidente Fininvest, azienda che schiera in Parlamento anche il consigliere Salvatore Sciascia”, rileva il dossier. Altra azienda ben rappresentata nel nuovo Parlamento è la Dedalo comunicazione Srl, che “è riuscita a far eleggere due dei suoi tre soci, tutti di Fratelli d’Italia”. Si tratta di “Augusta Montaruli e Giovanni Donzelli”.

5 aprile 2018