Il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ), che ha diffuso questa notizia, è legato al Center for Public Integrity, alla Fondazione Soros, alla Fondazione MacArthur e ad altre strutture finanziarie statunitensi.
L’ex ambasciatore della Gran Bretagna in Uzbekistan, Craig Murrey, considera naturale che i media corporativi occidentali abbiano concentrato le loro attenzioni soltato su quegli episodi legati alla Russia.
I giornalisti si sono ritrovati tra le mani i documenti della società giuridica panamense Mossack Fonseca, che si occupa di registrazioni e assistenza offshore. Alcuni materiali provano che molte personalità pubbliche e politici hanno nascosto miliardi di dollari in conti offshore. Tuttavia, i media internazionali hanno omesso le informazioni sulle personalità legate alle truffe finanziarie tra le quali figurano il presidente ucraino Petro Poroshenko, il padre del primo ministro britannico David Cameron, il sovrano dell’Arabia Saudita Salmān bin Abd al-Azīz Āl Saūd. Al loro posto, i giornalisti occidentali si sono lanciati alla ricerca di tracce di Putin nei documenti.
Come sottolineato da Murray, non sorprende che i media corporativi occidentali raccontino solo quello che le persone, secondo loro, doveno sapere. “I fili del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ), che ha diffuso i documenti panamensi legati alle offshore, sono tirati non solo dalla Fondazione Soros, ma anche dalla Fondazione Rockefeller, dalla Fondazione Carnegie e da altre organizzazioni influenti”.
Secondo Murray, l’attività di questo consorzio è finanziata da quasi tutte le strutture affaristiche americane. “Nonostante il fatto che le maggiorparte delle informazioni sui conti offshore riguardi società e imprenditori occidentali, la stampa chissà perché si è aggrappata solo ad una serie di episodi legati alla Russia e non ha prestato attenzione a tutto il resto. Personalmente mi chiedo quali siano le informazioni sulle persone contenute in questo materiale in possesso ai media occidentali. Invece, ci raccontano quello che secondo loro dobbiamo sapere”.
“E’ stupido che l’anonimo promotore della fuga di notizie abbia messo queste informazioni nelle mani dei media corporativi, e non li abbia passati, per esempio, a Wikileaks e non li ha pubblicati in internet. È stato un gesto piuttosto ingenuo”, ha concluso l’ex ambasciatore britannico in Uzbekistan.
11 milioni di documenti riservati sono diventati di pubblico dominio. Questi documenti mostrano come alcune persone influenti nascondono i propri capitali. La fuga di informazioni è legata ad una società legale panamense con quasi 40 anni di esperienza nella registrazione e l’assistenza di società offshore. Nei documenti diffusi sono menzionati più di 140 politici di 50 paesi, 72 dei quali sono gli ex o gli attuali capi di stato.