l risultato straordinario del referendum del 4 dicembre 2016 segna una svolta nella storia d’Italia. Il progetto – sostenuto dai principali leader dell’Occidente, da Obama alla Merkel, dalle grandi banche d’affari, dalle organizzazioni padronali – di sostituire il cuore dell’ordinamento democratico per ridimensionare il ruolo del Parlamento e mortificare le autonomie è stato cancellato. Dopo trent’anni di attacco alla Costituzione di democrazia economico-sociale (art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro) il popolo italiano ha compiuto un nuovo importantissimo atto costituente. È stata una scelta altrettanto impegnativa quanto lo fu quella del 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale e l’elezione, con sistema proporzionale, dell’Assemblea costituente.
Operare per ripristinare il criterio proporzionale della rappresentanza politica, violato, a partire dal 1993, con il Mattarellum, il Porcellum, l’Italicum, altro non è che lottare per ripristinare il principio del suffragio universale. E sarebbe atto di onestà se anche i sostenitori e propugnatori delle scorciatoie maggioritarie si disponessero una volta per tutte a parlar chiaro e a chiamare le cose con il loro nome, anziché nascondersi dietro parole vuote e ipocrite quali “governabilità” o la sua penosa variante anglica governance. Il sistema maggioritario, o ad effetti maggioritari, con la sua logica intrinsecamente escludente e diseguale, è la perfetta traduzione politica del principio di “competitività”: una competizione elettorale con vincitori (pochi) ed esclusi (molti); non una rappresentanza per tutti come garanzia della libera espressione del pluralismo e del dissenso, ma un governo affidato ad una élite come garanzia della tutela degli interessi dell’oligarchia economica. Il connotato disegualitario e disegualizzante del sistema elettorale maggioritario collide con l’eguaglianza intrinseca della democrazia. La democrazia politica, per essere effettiva e per garantire la propria esistenza, deve accompagnarsi alla democrazia sociale ed economica ed il costituzionalismo estendere la limitazione del potere al mondo dell’economia. La legge elettorale è un tassello fra tanti di un puzzle in scala globale, ma (anche) da qui passa la costruzione o la demolizione della democrazia e l’attuazione o la liquidazione della Costituzione e del costituzionalismo.
Indice
Andrea Catone, Battersi per la Costituzione. Battersi per il proporzionale!
Domenico Gallo, La Costituzione è risorta!
Domenico Losurdo, Ripristinare il proporzionale e la Costituzione nata dalla Resistenza
Salvatore d’Albergo, La Costituzione di democrazia economico-sociale
Luciano Canfora, Il maggioritario intacca il principio del suffragio universale
Claudio De Fiores, Rappresentanza politica e sistemi elettorali in Italia
Antonio Fischetti, 1993: No al “Mattarellum”, per la proporzionale pura
Alessandra Algostino, La legge elettorale del neoliberismo
Stefano G. Azzarà, Continuità e persistenza del progetto neobonapartista in Italia
Gaetano Bucci, Parlamentarismo senza parlamento
Vincenzo De Robertis, Le leggi elettorali regionali: un’involuzione senza fine
Cronologia
Riferimenti bibliografici
SOMMARI
Andrea Catone
1. L’anomalia italiana: la Costituzione di democrazia economico-sociale.
2. Il decennio “glorioso” dell’ascesa del movimento operaio e di attuazione della Costituzione.
3. Anni 80: Rivoluzione conservatrice e attacco alla Costituzione.
4. Dal PCI al PDS, dalla centralità del parlamento al maggioritario.
5. L’imperativo dopo il 1989-91: superare l’anomalia italiana.
6. La strategia referendaria di aggressione al sistema elettorale proporzionale.
7. Attacco contestuale contro il proporzionale e contro l’intervento pubblico in economia.
8. Attacco al lavoro.
9. La prima ondata di stravolgimento della Costituzione: 1993-2001.
10. La riforma presidenzialistica di Berlusconi non passa.
11. La nuova offensiva contro la Costituzione nella fase della crisi finanziaria e limitazione della sovranità nazionale.
12. L’età del bipolarismo italiano: 1994-2013
13. 2013-2016. “Renzismo” e attacco alla Costituzione.
14. Battersi per la Costituzione, battersi per il proporzionale!
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Salvatore d’Albergo
1. Originalità della costituzione nata dalla Resistenza
2. Alle origini della costituzione democratico-sociale del 1948
3. Una forma di stato oltre i limiti dello stato di diritto sociale
4. Costituzione italiana e costituzione di Weimar
5. Libertà/uguaglianza
6. Il ruolo dei giuristi nell’assemblea costituente
7. La “democrazia organizzata”. Il ruolo dei partiti
8. Cittadini e lavoratori
9. Una forma di governo alternativa rispetto alle “democrazie occidentali
10. La strategia istituzionale della Seconda Parte della costituzione coerente con la strategia sociale della Prima Parte: precedenza del Parlamento rispetto a governo e presidente della repubblica
11. La struttura del parlamento: bicameralismo “paritario” versus federalismo
12. Centralità del parlamento. Differenze sostanziali rispetto ai modelli anglosassone, tedesco e francese
13. Governo parlamentare e sistema elettorale proporzionale
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Claudio De Fiores
1. Un tema “classico” della dottrina costituzionalistica
2. La rappresentanza proporzionale come forma della rappresentanza democratica
3. Sistemi elettorali e forma partito. Il paradigma kelseniano
4. Dalle ragioni della rappresentanza al mito della governabilità
5. La sindrome di Weimar: la rappresentanza proporzionale come “causa di tutte le sciagure italiane”
6. Rappresentanza politica e sistema elettorale al vaglio dell’Assemblea costituente
7. Un’opzione forte, ma priva di copertura costituzionale
8. Il sistema elettorale: dalla scienza giuridica alla politologia. Il contributo di Joseph Schumpeter
9. L’irrompere delle teorie funzionaliste nell’Italia degli anni cinquanta
10. La legge maggioritaria del 1953: un primigenio avallo alle emergenti tendenze neoelitiste?
11. L’etica del maggioritario: Giuseppe Maranini e oltre
12. La svolta maggioritaria di Costantino Mortati
13. Dalla Commissione Bozzi alla stagione dei referendum elettorali
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Alessandra Algostino
1. Economia, politica e diritto: un modello circolare diseguale.
2. Forza delle idee e poteri economici nella storia costituzionale italiana.
3. Il parallelismo fra regressione della democrazia politica e liquidazione della democrazia sociale.
4. La torsione oligarchica della legge elettorale: governabilità versus rappresentanza.
5. La morsa dell’egemonia economica sull’eguaglianza del voto.
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Stefano G. Azzarà
1. Il referendum del 4 dicembre.
2. La sconfitta storica delle classi subalterne e il ripristino dell’ordine borghese.
3. Dopo la Guerra Fredda: il ruolo dell’ex Pci nella restaurazione neoliberale.
4. La deriva maggioritaria dell’ex Pci.
5. La sinistra italiana dalla democrazia al neoliberalismo.
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Gaetano Bucci
1. Revisione costituzionale e forma di stato: violare il “divieto del discorso sui fini” prescritto dalla cultura “postdemocratica” dominante.
2. Forma di stato, forma di governo e sistema elettorale nell’impianto unitario della Costituzione italiana.
3. Le ambiguità e le insidie della revisione della forma di governo parlamentare.
INFO:
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