Fin dall’inizio, Juan Guaidó ha ingannato i suoi seguaci con la “cessazione dell’usurpazione”, che supponeva il cambio di regime con il presunto parapetto “istituzionale” che hanno armato dall’Assemblea Nazionale (in ribellione) e la corrispondente spinta internazionale data da USA e governi satelliti del Gruppo di Lima.
Il fascino dei primi giorni è andato svanendo organicamente, quasi con la stessa velocità con cui è stato fabbricato il prodotto Guaidó. Da lì, ogni mese trascorso avrebbe aggiunto un altro elemento all’elenco dei motivi per cui l’anti-chavismo odia il dirigente di Volontà Popolare.
Raccogliamo momenti memorabili chiudendo la prima metà dell’anno, tuttavia le delusioni non hanno perché finire qui.
1. DOVE E’ IL DENARO DEGLI AIUTI UMANITARI?
Si presumeva che gli USA, tramite l’USAID, avessero delegato, in febbraio, risorse e forniture per “affrontare la crisi umanitaria” per un valore di almeno 20 milioni di $.
Si era trattato di viatici e materiali che l’anti-chavismo avrebbe usato nella rotta del colpo di stato. La gestione era in carica ai delegati di Guaidó che hanno malversato i fondi utilizzandoli in prostituzione e spese personali, come ben riferito dal reportage del PanAm Post.
Sebbene non sia l’unica via per cui il “governo di transizione” ha ricevuto finanziamenti dalla Casa Bianca. Oltre a ciò che riceve per l’illegale gestione di Citgo Petroleum e Monómeros, a metà settembre gli sono stati pubblicamente trasferiti 52 milioni di $, di cui 19 milioni erano per garantire “strumenti per governare se riescono a sloggiare Maduro dal potere”.
In nessuno dei due casi si è verificata la defezione del presidente Nicolás Maduro, tanto meno si è saputo dove è andato a finire il denaro destinato a medicine e cibo per i più vulnerabili.
Questo è uno dei temi che inietta rifiuto ai suoi seguaci grazie all’immagine che oggi risulta dalla ripartizione del denaro: deputati avvoltoi che esigono spiegazioni delle risorse che hanno smesso di percepire per non essere tra i privilegiati.
2. I MILITARI DISERTORI CHE SONO STATI ABBANDONATI
Dal “Cucutazo” è anche derivato il conflitto con ex militari della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) che hanno attraversato il confine per unirsi all’esercito irregolare di Juan Guaidó. Secondo le proiezioni di funzionari della Casa Bianca come Bolton e Marco Rubio, un’enorme ondata di funzionari avrebbe accettato l’appello all’insurrezione, consolidando il fallimento della FANB.
Sul terreno alcune centinaia di loro hanno disertato, andando in Colombia con la promessa di protezione ed un miglioramento della loro situazione economica. Secondo il ministero degli Esteri di quel paese, 1285 venezuelani, tra ex militari e familiari, sono stati ospitati in rifugi ed alberghi dopo che l’operazione del 23 febbraio è fallita.
Sono passate alcune settimane prima che l’UNHCR, un’agenzia dell’ONU per i rifugiati, smettesse di riceverli nei rifugi ed il team di Guaidó rinunciasse a pagargli il soggiorno in hotel, al che il gruppo di disertori ha risposto con rivolte e reclami al governo di Duke e all’opposizione venezuelana, convertendosi in un peso per le autorità dipartimentali colombiane.
Senza il diritto di muoversi al di fuori dell’area di Cúcuta e con la minaccia di essere espulsi dal paese, queste potenziali cellule terroriste anti-chaviste sono cadute nel dimenticatoio. Abbandonate.
3. MIGRANTI VENEZUELANI SONO TRUFFATI DA RAPPRESENTANTI DI GUAIDÓ
Il venezuelano incoraggiato ad emigrare dall’apparato di propaganda dell’anti-chavismo e dalle illegali sanzioni economiche emesse dagli USA deve fare i conti con un’altra falsa promessa del 2019: quella di migliorare il suo status migratorio per “l’interim” di Guaidó, in particolare nei paesi che hanno accettato i rappresentanti del governo fake.
A maggio, il “ministro” residente a Washington, Gustavo Marcano, annunciava che decine di paesi, tra Europa ed America Latina, avrebbero accettato il passaporto scaduto dei venezuelani dovuto all’ “impedimento a rinnovarli”. Marcano intendeva ovviare alle autorità consolari ed al percorso legittimo per ottenere i documenti migratori. Ciò che alla fine non è successo con i governi recettori della proposta.
Una promessa che ha generato fastidio tra i venezuelani con status irregolare all’estero e tra coloro che si sono avventurati ad emigrare sulla base dell’annuncio.
Nel frattempo, in Colombia, i falsi magistrati auto-esiliati hanno fatto una montatura proprio per trarre profitto dai migranti: PanAm Post ha svelato la trama in cui i “giudici” hanno guadagnato per offrire consigli per attivare l’azione di tutela, una risorsa giudiziaria colombiana di cui tutte le persone hanno diritto e che è gratuita.
Nemmeno gli USA, principale promotore del team di Guaidó, hanno un consenso sulle offerte per trattare lo status migratorio.
L’approvazione dello Status di Protezione Temporale (TPS) da parte della Camera bassa del Congresso ha avuto più ostacoli di quelli che sperava la dirigenza dell’opposizione ed ancora non definiscono i campi di applicazione.
Sia i democratici che i repubblicani litigano per il fatto dell’influenza politica dei venezuelani nello stato della Florida, di fronte alle elezioni presidenziali del 2020, ma, d’altra parte, sono cauti con l’apertura che farebbero a più migranti, situazione che si contrappone alla politica dei confini con mura di Donald Trump.
4. PERCHÉ NASCONDERE IL DIALOGO CON IL GOVERNO DI NICOLÁS MADURO?
Una significativa infrazione, per le fazioni più estremiste dell’opposizione, è che Juan Guaidó abbia infranto la promessa di essere “impiegabile” con il governo nazionale, al mostrare la volontà di negoziare con le sue autorità, anche quando i dialoghi in Norvegia e Barbados non siano giunti a buon termine prodotto degli ordini dei funzionari USA.
Gerardo Blyde e Fernando Martínez, consiglieri dell’autoproclamato, si sono recati in Europa per incontrare i delegati del chavismo, il ministro Jorge Rodríguez ed il governatore Héctor Rodríguez, quando il precipitoso tentativo di golpe militare, del 30 aprile, non ha raggiunto i suoi obiettivi.
Ma ciò che considerano più grave è che ha mentito dall’inizio. Ogni volta che l’infomercenaria della CNN in spagnolo, Patricia Janiot, interrogava Juan Guaidó sui suoi incontri con il presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente (ANC), questi li negava apertamente.
Mesi dopo, Diosdado Cabello ha pubblicato gli audio ed i video in cui, effettivamente, si evidenzia l’incontro tenutosi all’Hotel Lido, il 22 gennaio, poche ore prima della famosa auto-proclamazione.
5. LE SANZIONI NON SONO STATE SOLO CONTRO MADURO
E questa promessa non mantenuta è legato di Julio Borges, dirigente di Primero Justicia, che ha agito diligentemente, nel 2017, per aumentare le misure coercitive contro l’economia venezuelana mentre era presidente dell’Assemblea Nazionale.
Le conseguenze dell’embargo totale, annunciato il 5 agosto dall’amministrazione Trump, ai settori privati ed alla popolazione in generale contraddicono la dichiarazione in difesa della misura fatta da Juan Guaidó.
“Questa azione mira a proteggere i venezuelani” ha affermato allora, sebbene l’Ordine Esecutivo consenta agli USA di ostacolare investimenti e transazioni di società nazionali e straniere che commerciano con lo stato venezuelano.
Prima che l’embargo fosse ufficializzato, DatinCorp ha pubblicato un sondaggio in cui il 68% degli intervistati riteneva che le sanzioni internazionali danneggiavano la qualità della propria vita.
Guaidó ha anche affermato che l’azione avrebbe “eccezioni umanitarie in materia di cibo e medicine”, una nuova menzogna, poiché in parallelo il Dipartimento di Stato ha intensificato l’assedio al programma alimentare CLAP ed ha bloccato l’ingresso di navi con input destinati all’industria di produzione alimentare.
In sintesi, l’elenco aggiunge ragioni sufficienti affinché la base oppositrice venezuelana non prenda con sorpresa la truffa che arriva nel 2020, quando la sua dirigenza, seguendo gli ordini dei capi alla Casa Bianca, torni a riconfigurare la strategia per continuare a cercare di minare la stabilità politica del Venezuela.
L’eterna frustrazione.