di: Andrea Cinquegrani
Vista l’aria che tira, perché per il 2025 non viene assegnato il Nobel per la Medicina direttamente a Dracula e quello per la Pace a Bibi Netanyahu?
Non siamo su ‘Scherzi a parte’, ma sul palcoscenico di Oslo, dove è stata appena incoronata con l’alloro della pace la leader dell’opposizione in Venezuela, Maria Corina Machado, grande e storica amica sia di Donald Trump che del premier nazi di Tel Aviv. Cin cin.
Del resto è da anni che i Nobel sono diventati un vero e proprio mercato delle vacche.
Pensate solo che un quarto di secolo fa nella cinquina del gran prix per la Letteratura entrò persino il Venerabile capo della P2 Licio Gelli, per le sue imperdibili poesie.
E che appena tre anni fa quello per la Medicina è finito nelle mani dei due ricercatori che hanno messo a punto la tecnica killer dei vaccini a mRNA, la quale sta provocando valanghe di effetti avversi molto spesso letali, con percentuali in fortissima ascesa, proprio dal 2022, di patologie tumorali e cardiache. Tutto detto.
Ma veniamo all’incredibile assegnazione di poche ora fa alla personalità che più si è distinta, al mondo, per portare Pace a tutti gli abitanti di questa martoriata terra.
L’ASCESA AL NOBEL
Fino all’ultimo respiro ci aveva sperato lo stesso Trump. Sembrava una fake new, una barzelletta ma è successo per davvero e la delusione alla Casa Bianca è stata grande.
Lo sanno anche i bimbini, ormai, che i nomi dei candidati, la loro selezione e poi la scelta vengono effettuati mesi prima. Le candidature, infatti, sono avanzate dai Paesi, dalle associazioni, dagli organismi e soprattutto dalle università a livello internazionale. Un procedimento piuttosto lunghetto. Eppure il Tycoon, appena firmato l’accordo per Gaza tre giorni fa, sperava che all’ultimo istante il verdetto già scritto potesse essere ribaltato a suo favore….
Ma sul serio: ci è o ci fa, ‘The Donald’? Con ogni probabilità bipolare, il capo della Casa Bianca vive quelli che un tempo i latini definivano ‘intervalla insaniae’: ossia momenti di lucidità che si alternato, sempre più di frequente, a momenti di follia. Non poco pericoloso per i destini non solo della più grande e potente nazione, ma di tutto il mondo. Da autentico Dottor Stranamore!
Comunque l’imperdibile Tycoon non solo s’è già intestato mezzo premio 2025, ma sta preparando le carte per la prossima edizione. Facendo leva su tutti i conflitti che ha ‘risolto’ negli anni dei suoi mandati (quelli del primo e 9 mesi del secondo): ben 7, afferma, cui of course va aggiunto quello appena raggiunto con la tregua a Gaza. Tutto da vedere, poi, se è una tragica sceneggiata o no: di certo il ‘Piano per la Ricostruzione’ non promette nulla di buono, visto che è stato ispirato dal genero, il miliardario immobiliarista Jared Kishner, e avrà come direttore d’orchestra e di tutte le operazioni sul campo nientemeno che Tony Blair, che nel suo pedigree vanta la distruzione inizio anni ’90 della ex Jugoslavia (via Kosovo) e il massacro del popolo iracheno nel 2001. Ottimo e abbondante.
Ecco le fresche parole di un non troppo sobrio capo della Casa Bianca, a Nobel appena assegnato: “La persona che ha vinto il premio per la pace mi ha appena telefonato e mi ha detto che lo stava accettando in mio onore, perché lo avrei davvero meritato io. Non le ho risposto ‘e allora dallo a me’…”.
E, tornando un po’ più coi piedi per terra, aggiunge: “Maria Machado è stata molto carina! L’ho aiutata nel suo cammino. Hanno bisogno di molto aiuto laggiù in Venezuela!”. E non solo lì, come vedremo tra poco.
Tra i primi a inviare le sue congratulazioni il premier boia di Tel Aviv, Netanyahu. Con il quale Machado intrattiene cordialissimi rapporti e stretti legami politici da un ventennio(visto che Bibi è in sella al governo, ininterrottamente, dal 2009).
Del resto, il partito fondato e animato dalla leader dell’opposizione e fresca di Nobel, ossia ‘Vente Venezuela’, nel 2020 ha siglato un patto di ferro con il Likud, la formazione di ultradestra storicamente animata da Bibi.
Non basta. Perché fin dall’inizia della guerra a Gaza e durante i due anni di genocidio, lady Machado non ha mai mancato di esprimere tutta la solidarietà all’amico premier e a sottolineare più volte “il diritto di Israele a difendersi durante la guerra a Gaza”.
Ai confini della realtà: ma ormai abbiamo ben capito che musica viene suonata dall’Alta Accademia scandinava che assegna i Nobel…
A questo punto vediamo più in dettaglio alcuni passaggi della carriera griffati Machado.
MACHADO FOR OIL AND GOLPE
Nasce in una delle più ricche famiglie venezuelane, la super dinasty che fondò la storica compagnia elettrica ‘ELECTRICIDAD DE CARACAS’ e le aziende siderurgiche ‘SILENSA’. Le quali nel 2010 vennero nazionalizzate dall’allora presidente venezuelano Ugo Chavez. Da qui lo scontro sempre più feroce tra i Machado e i vertici politici di Caracas.
Alcuni anni prima, per la precisione nel 2002, la rampante Machado è tra i primi a firmare il cosiddetto ‘Decreto Carmona’, con cui veniva destituito in modo totalmente illegittimo il presidente eletto dal popolo, proprio Chavez, e al suo posto nominato d’imperio come presidente un signor nessuno, Pedro Carmona: una delle svariate operazioni firmate all’estero dalla CIA, tanto che gli Stati Uniti riconobbero in tempo reale quel presidente fantoccio. Che però rimase sulla poltrona solo poche ore.
Stesso, identico copione anni dopo, per la precisione nel 2019, quando il presidente dell’Assemblea Nazionale (il parlamento venezuelano), Juan Guaidò, un bel giorno, ai primi di gennaio, si autoproclama presidente: anche stavolta immediato l’ok dai soliti Usa che avevano architettato il secondo golpe nel giro di pochi anni, e da parecchi Stati alleati della gang a stelle e strisce. Dura meno di 100 giorni in carica, poi sulla scia delle rivolte popolari, torna in sella il legittimo presidente Chavez. Il golpista Guaidò non subisce alcuna conseguenza penale concreta, con quel po po’ che aveva combinato. Cerca di riorganizzare le fila, viene scoperto e allora, nel 2022, fugge in Colombia: pare la trama di una perfetta telenovela politica. Ma la Colombia non lo vuole e dopo 24 ore lo espelle. E sapete, alla fine del tourbilllon, dove finirà a bordo di un area privato il prode Guaidò? Nei sempre accoglienti Usa, of course: per la serie, porte aperte ai golpisti di tutto il mondo!
Torniamo alle acrobatiche imprese di lady Machado. La quale per anni e anni continua indisturbata ad operare in Venezuela, combinandone di tutti i colori, fino ad invocare sanzioni contro il suo stesso Paese e a chiedere aiuto agli Usa, affinché riportino l’ordine nella sua nazione, invadendola naturalmente, come è prassi comune per la politica estera Usa.
Poco più di due anni fa, giugno 2023, finalmente qualche provvedimento a suo carico: viene accusata di frode fiscale e interdetta per 15 anni dalla politica.
E qui nasce il mito dell’Eroina che vuole salvare il suo Venezuela dalla sinistra dittatura, e la strada spianata verso il sempre più taroccato Nobel. Capito?
Eppure, la Salvatrice della Patria, quando si è presentata alle urne per raccogliere il consenso popolare, ha fatto ridicolmente flop. Storica la figuraccia alle presidenziali 2012, quando racimola con il secchiello appena il 3,7 per cento dei voti, quelli della piccola cerchia dei fedelissimi ‘MAGAzuelani’, come vengono affettuosamente definiti in patria.
In sintesi, qual è il credo politico professato dall’Eroina che ora veste Nobel?
Lo ha sintetizzato lei stessa settimane fa: “Dobbiamo privatizzare tutti i principali settori dell’economia venezuelana. A cominciare dalla ‘Petroleos de Venezuela’ per passare poi alle industrie di base in Guyana, alle telecomunicazioni, alle strutture alberghiere e così via”.
Chiaro il piano: privatizzare tutto, le risorse cardine del Paese, confezionando tanti pacchi-regalo per gli ‘investitori’ stranieri: americani, in pole position, soprattutto a bordo dei maxi Fondi speculativi, come ‘BlackRock’ e ‘Vanguard’,che stanno già fagocitando intere fette dell’economia di mezzo mondo, Italia ben compresa, senza che nessuno alzi un dito o pronunci una sillaba, opposizione ben compresa.
Ed è andata giù in modo durissimo ancora una volta, Machado, invocando l’intervento ‘esterno’ per sanare la situazione. Ecco l’ascia di Guerra dissotterrata e impugnata dal Nobel per la Pace: “E’ arrivato il momento di pensare ad una fase superiore. Ciò significa che la comunità internazionale dovrebbe mettere in atto una minaccia credibile, grave e imminente”.
Capito come funziona la ‘vera’ democrazia?
COLOMBIA, ALTRI GOLPE IN VISTA?
E la stessa musica risuona, drammaticamente, in Colombia. Dove il Maduro locale, il nemico da sconfiggere, si chiama Gustavo Petro, eletto democraticamente presidente tre anni fa, nel 2022. E già minacciato dagli Usa.
State a sentire le ultime. Pochi giorni fa sono stati assaliti alcuni pescherecci colombiani a largo delle coste venezuelane. Li hanno bombardati aerei statunitensi, ammazzando una ventina di marinai e ferendone altrettanti. Un vero atto di guerra. Qual è la pezza a colori inventata di sana pianta dalla Casa Bianca? La lotta ai traffici di droga nei Caraibi, ai narcos colombiani e alla connivenza delle autorità di Caracas. Un ottimo mix.
Peccato che Petro la pensi in modo diametralmente opposto e denunci la palese violazione di ogni diritto internazionale, una voce totalmente ignorata dai media occidentali, ovviamente sempre genuflessi davanti al Moloch Usa. Il cui presidente, in un momento di forsennato bipolarismo, ha parlato dell’operazione come di un vero e proprio “atto di gentilezza”(sono le sue testuali parole).
“Gli Stati Uniti vogliono il controllo sulle nostre risorse. Per questo stanno cominciando a scatenare una vera e proprio guerra, soprattutto per il petrolio. Non solo contro di noi e il Venezuela, ma in tutta l’America Latina e i Caraibi”. Perfettamente in linea con le visioni trumpiane di controllo su mezzo mondo, come annunciato dal Vate Maximo già a pochi giorni dall’insediamento: Artico, Canada, Messico e certo non solo, la lista è lunga.
Per oltre un ventennio l’establishment Usa ha dettato la sua legge, nel Paese, attraverso il famigerato ‘Plan Colombia’, che ha permesso il drenaggio di risorse a iosa e la localizzazione di numerose basi militari a stelle e strisce in tutta la nazione.
Non à finita. Perché in Ecuador hanno appena attentato alla vita del presidente, Rafael Noboa…
Cin cin.
P.S. Vi proponiamo la lettura di un pezzo messo in rete da ‘Responsible Statecraft’ sulla ‘guerra’ di Trump ai narcos, titolato “Why we need to take Trump’s Drug war very seriously’
https://responsiblestatecraft.org/cartels-vessels-caribbean/
11 Ottobre 2025
Foto di Anastasiya D


12 Ott 2025
Posted by Iskra

