Intervista di Time all’ex presidente socialista brasiliano Lula, dato vincente da tutti i sondaggi alle prossime elezioni presidenziali di ottobre.
Di seguito il testo integrale sulla parte che riguarda il conflitto in Ucraina.
Domanda: “Voglio parlare dell’Ucraina. Sei sempre stato orgoglioso di poter parlare con tutti, Hugo Chávez e anche George Bush. Ma il mondo di oggi è molto frammentato diplomaticamente. Voglio sapere se il tuo approccio alla diplomazia funziona ancora. Potresti parlare con Putin dopo l’invasione dell’Ucraina?”
Risposta: “Noi politici raccogliamo ciò che seminiamo. Se io semino fraternità, solidarietà, concordia, raccoglierò cose buone. Ma se semino discordia, raccoglierò problemi. Putin non avrebbe dovuto invadere l’Ucraina. Ma la colpa non è solo di Putin, sono colpevoli gli Stati Uniti ed è colpevole l’Unione europea.
Qual è stato il motivo dell’invasione dell’Ucraina? Era l’ingresso dell’Ucraina nella NATO? Bene, gli Stati Uniti e l’Europa avrebbero potuto dire: “L’Ucraina non aderirà alla NATO” e il problema sarebbe stato risolto.
Domanda: “Pensi che la NATO sia stata la ragione dell’invasione della Russia?
Risposta: “Questa è l’argomentazione che viene avanzata. Se c’è poi un altro segreto noi non lo sappiamo. L’altro motivo è la [possibilità di] adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Gli europei avrebbero potuto risolvere la questione e dire: “No, non è il momento per l’Ucraina di entrare nell’Unione europea, aspettiamo”. Non avrebbero dovuto incoraggiare il confronto armato!”
Domanda: “Ma penso che abbiano cercato di parlare con la Russia”.
Risposta: “Non l’hanno fatto. Le conversazioni sono state molto poche. Se vuoi la pace, devi essere paziente. Avrebbero potuto sedersi a un tavolo negoziale e far trascorrere 10 giorni, 15 giorni, 20 giorni, discutendo anche un mese per cercare di trovare la soluzione. Quindi penso che il dialogo funzioni solo quando viene fatto sul serio”.
Domanda: “Quindi, se tu fossi presidente in questo momento, cosa faresti? Saresti in grado di evitare conflitti?”
Risposta: “Non so se potrei. Se fossi stato presidente oggi, avrei chiamato Biden, avrei chiamato Putin, avrei chiamato in Germania e avrei chiamato Macron, perché la guerra non è una via d’uscita. Io penso che la questione è che se non ci si prova, i problemi non si risolvono. È necessario provare e insistere.
A volte mi preoccupo. Ero molto preoccupato quando gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno adottato Juan Guaidó come presidente del Venezuela [nel 2019]. Non si gioca con la democrazia. Guaidó per essere presidente del Venezuela sarebbe dovuto essere eletto. La burocrazia non deve sostituire la politica. In politica chi comanda sono gli eletti dal popolo, che devono sedersi al tavolo delle trattative, faccia a faccia, e dialogare.
E ora, a volte guardo il presidente dell’Ucraina in televisione come se stesse festeggiando, ricevendo una standing ovation da tutti i Parlamenti, capisci? Questo ragazzo è responsabile quanto Putin. È responsabile quanto Putin. Perché in una guerra non c’è un solo colpevole.
Ora, questo presidente dell’Ucraina avrebbe potuto dire: ‘Senti, parliamo più tardi di questo affare della NATO e di questo affare dell’Europa. Parliamo ancora un po’ prima.”
Domanda: “Quindi Zelensky avrebbe dovuto parlare di più con Putin, anche con 100.000 soldati russi al suo confine?”
Risposta: Non conosco il presidente dell’Ucraina. Ora, il suo comportamento è un po’ strano, perché sembra che faccia parte di uno spettacolo. Cioè, appare in televisione al mattino, nel pomeriggio, di notte, appare al parlamento inglese, al parlamento tedesco, al parlamento francese come se stesse facendo una campagna elettorale. Doveva essere più interessato al tavolo delle trattative”.
Domanda: “Non è un po’ difficile dire questo di Zelensky? Lui non voleva la guerra, ma è arrivata”.
Risposta: “Lui voleva la guerra. Se [non avesse] voluto la guerra, avrebbe negoziato un po’ di più. E così. Ho criticato Putin quando ero a Città del Messico, dicendo che era sbagliato invadere. Ma credo che nessuno sta cercando di contribuire alla pace. Le persone alimentano l’odio contro Putin. E questo non risolverà le cose!
Occorreva incoraggiare un accordo. Ma se invece continui a incitare il ragazzo [Zelensky], lui continua a pensare di essere fantastico. Continua a pensare di essere il più figo di tutti, quando in realtà avrebbero dovuto avere una conversazione più seria con lui: “Ehi, amico, sei un bravo artista, sei un bravo comico, ma non andremo a fare una guerra per farti apparire in continuazione sugli schermi”
E poi avrebbero dovuto dire a Putin: “Oh, Putin, tu hai molte armi, ma non c’è bisogno di usare le armi contro l’Ucraina. Parliamo!”
Domanda: “Cosa ne pensi di Joe Biden?”
Risposta: “Ho tenuto addirittura un discorso di ringraziamento a Biden quando ha annunciato il suo primo programma economico. Il problema è che non devi solo pubblicizzare un programma, lo devi pure attuare. E penso che Biden stia attraversando un momento difficile.
Penso che non abbia preso la decisione giusta in questa guerra Russia-Ucraina. Gli Stati Uniti hanno molto peso ed avrebbero potuto evitarla, non incoraggiarla.
Biden avrebbe potuto dire di più, avrebbe potuto partecipare di più, avrebbe potuto prendere un aereo ed atterrare a Mosca per parlare con Putin. È questo l’atteggiamento che ci si aspetta da un leader. Che possa avere interferenze in modo che le cose non accadano in modo disordinato. E penso che non lo abbia fatto”.
Domanda: “Biden avrebbe dovuto fare più concessioni a Putin?”
Risposta: “No. Ma avrebbe potuto agire nello stesso modo in cui gli Stati Uniti convinsero i russi a non collocare i missili a Cuba nel 1961, Biden avrebbe potuto dire: “Parliamo ancora un po’. Noi non vogliamo l’Ucraina nella NATO”. Punto. Non sarebbe stata una concessione.
Lascia che ti dica una cosa: se io fossi presidente della Repubblica e mi fosse offerto ‘Il Brasile può entrare nella NATO’, io non lo vorrei”.
Domanda: “Come mai?”
Risposta: “Perché sono una persona che pensa solo alla pace. Non penso alla guerra. […] Il Brasile non ha controversie con Stati Uniti, Cina, Russia, Bolivia, Argentina o Messico. E siccome il Brasile è un Paese di pace, ristabiliremo i rapporti internazionali che avevamo creato dal 2003 al 2010. Il Brasile tornerà ad essere un protagonista internazionale, perché dimostreremo che è possibile avere un mondo migliore”.
(Nostra traduzione)
L’intervista completa nel seguente link:
https://time.com/6173104/lula-da-silva-transcricao/