L’ultimo caso è quello della Whirlpool. Che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Napoli dove sono impiegati attualmente oltre 400 lavoratori. La multinazionale americana ha comunicato a sorpresa la decisione durante un incontro con i sindacati. Eppure, soltanto qualche mese fa, ad ottobre scorso, con un accordo quadro sottoscritto in sede ministeriale, con l’impegno anche di Luigi Di Maio, Whirlpool aveva dato garanzie di investimenti e il ministro aveva esultato su Twitter.
“Whirlpool annuncia la chiusura dello stabilimento di Napoli: immediato lo sciopero in tutto il gruppo per tutti i turni. La multinazionale rispetti il piano industriale firmato al ministero. Noi non ci stiamo ai licenziamenti per delocalizzazione. E in più mentre usufruisce di tutto il sostegno possibile con gli ammortizzatori per la riorganizzazione dopo l’acquisizione di Indesit. Ora basta!”, ha commentato la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David.
Ma dalla Bekaert, all’Auchan, all’Husqvarna, all’Unilever sono decine le multinazionali o i grandi gruppi che si accingono a chiudere e ad andare via dall’Italia, lasciando i lavoratori al loro destino, spesso annunciando la chiusura con un messaggio sui social, come avvenuto con il Mercatone Uno, che dalla sera alla mattina, ha lasciato senza lavoro 1860 dipendenti. Come predoni, le multinazionali sfruttano le risorse, gli incentivi, i territori e le persone e poi scappano via col bottino: “Stanno smantellando il sistema industriale e produttivo di questo paese – dice ancora Francesca Re David – ma il governo ha evitato di farsi disturbare in campagna elettorale . Del resto non interessa neppure ai partiti degli ex governi che l’Italia sia diventata una colonia delle multinazionali e i lavoratori merce a basso costo. Per questo il 14 giugno sarà sciopero generale dei metalmeccanici”.
La mobilitazione dei metalmeccanici, programmata per il 14 giugno, ha l’obiettivo di salvare il sistema industriale italiano, di mettere un argine alla logica neocoloniale delle multinazionali. Uno sciopero generale, con manifestazioni a Milano, Napoli e Firenze, per dire che l’Italia non è una colonia. E’ forse questo il più grande paradossi di un governo che si dice sovranista ma che non riesce a tutelare gli interessi del Paese.
Fortebraccio News