La delegazione delle associazioni ebraiche argentine (DAIA) si sta occupando dello studio dei materiali provenienti dagli archivi desegretati che dimostrano i legami tra Buenos Aires e il Terzo Reich nel decennio 1930-1940.
Lo scorso settembre il presidente argentino Mauricio Macri ha consegnato oltre 70.000 documenti al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, tra cui alcuni materiali desegretati che smentiscono la posizione relativamente neutrale dei governi militari argentini negli anni tra le due guerre mondiali.
“Una delegazione delle associazioni ebraiche argentine fu creata nel 1935 sullo sfondo della crescente influenza nazista in Argentina. A quel tempo Hitler aveva già parlato per diversi anni della rinascita della nuova Germania, dedicata esclusivamente della razza ariana”, ha detto a Sputnik Alberto Indij.
Il 13 marzo 1938, Hitler annunciò l’annessione dell’Austria alla Germania e annunciò un plebiscito sull’adesione il 10 aprile. Lo stesso giorno, con il benestare del presidente Roberto Ortiz, in Argentina si svolse una manifestazione filo nazista alla quale parteciparono circa 15.000 persone. Questo evento e la connivenza delle autorità furono il primo passo verso la cooperazione con la Germania fascista.
“Nei materiali d’archivio che coprono il periodo dal 1936 al 1947 ci sono palesi prove che i vari governi succedutisi in quel periodo in Argentina collaborarono con il regime nazista, rafforzarono la politica migratoria antisemita e fornirono protezione ai militari del Terzo Reich”, ha spiegato Indij.
Si tratta della “segretissima” circolare n. 11 del 12 luglio 1938, firmata dal ministro degli esteri dell’Argentina, con la quale si nega l’ingresso nel paese a “soggetti indesiderati”, cioè ai profughi europei “per lo più ebrei che sono dovuti entrare nel paese segretamente, mentre i nazisti sono stati accolti senza problemi”, ha osservato Indij.
Marisa Braylan, direttore del centro di ricerca sociale dell’organizzazione, ha dichiarato a Sputnik che esistono molti testi e fonti storiche che confermano la condotta antisemita e filo nazista dei governi argentini negli anni Trenta.
“I regimi dittatoriali seguono sempre la via della discriminazione e del razzismo. Il genocidio inizia sempre con piccole manifestazioni minori che, se non prevenute, progrediscono, distruggono la democrazia e attenuano la sensibilità delle persone. Sono comparse così le camere a gas: per risvegliare la coscienza della società è necessario non solo studiare il nostro passato, ma anche rivolgersi al presente per prevenire che l’ingiustizia si ripeta in futuro”, ha affermato la Braylan.
26.10.2018