di Elisa Fontana *
Forse è arrivato il momento di prendere in esame un po’ più a fondo la figura di Elon Musk, l’amico del cuore di Meloni, il deus ex machina dell’odierna politica di una presidente del consiglio che cerca alleanze con la peggiore feccia politica sovranista mondiale. Perché Musk è solo l’ultimo innamoramento, ma siamo passati da Santiago Abascal a Orban, a Milei a Trump a Musk, la crème del fascismo mondiale.
E quando dico fascismo non vedo arditi e olio di ricino, ma una visione proprietaria del potere, una insofferenza malcelata per pesi e contrappesi che possano garantire democrazia, uno svilimento totale delle funzioni dei Parlamenti, un malcelato fastidio a dover rendere conto della propria azione politica, un accentramento senza ostacoli all’azione del capo, uno smantellamento senza pietà delle strutture dell’odiato Stato, ormai del tutto superflui in presenza del capo-tuttofare.
E in economia un unico scopo: far arricchire ancor di più la piccolissima ma potente platea dei ricchi, fino a formare una oligarchia ristretta che comanda a suon di miliardi.
Ed è quello che sta accadendo con Musk che ha praticamente comprato a Donald Trump l’elezione a presidente con finanziamenti milionari della campagna elettorale a getto continuo.
Ed è ovvio che una volta raggiunto lo scopo, verrà presentato il conto di tanta generosità. Infatti, la sconfinata megalomania che lo possiede, portata a casa la vittoria negli USA, (non so fino a quando perchè fra Trump e Musk ci sarà alla fine un duello all’ultimo sangue), lo porta a voler mettere in riga anche l’Europa, usando la piattaforma di X come arma micidiale e senza controllo per propalare notizie false, infilare il naso negli affari interni dei vari Stati, sostenere tutta la feccia nazista che in Germania si presenta alle prossime elezioni o che in Inghilterra preme per fomentare disordini razziali.
Di fronte ad un simile e conclamato pericolo non mi pare che l’Europa si stia preoccupando più di tanto o abbia intenzione di legiferare contro una piattaforma come X ormai fuori controllo. Mi pare che madame Von der Leyen abbia tutte le intenzioni si seguire pedestremente il vento di destra che soffia in tutto il mondo, non tentando nemmeno una qualunque forma di resistenza, o per convinzione personale, o per totale mancanza di spessore politico che le rende più facile seguire l’onda al momento vincente.
E non parliamo poi di Meloni che in questa situazione si sente come il topo nel formaggio, totalmente incurante di quelle che potrebbero essere le gravi conseguenze per la “nazione” di cui gode ad ogni passo celebrare i fasti raggiunti.
Ma sarebbe bene per lei, ma soprattutto per noi, prendere atto che Musk è un pericoloso egolatra, riconosce solo se stesso e i propri interessi e ci sta un attimo a scagliare nella polvere chi ha messo sugli altari fino a due minuti prima. Ne sa qualcosa Nigel Farage, il leader sovranista inglese di UK Reform, lo spin doctor di quella genialata della Brexit.
Ebbene, Musk voleva finanziare Farage con un centinaio di milioni di dollari, ma è bastato che Farage contradicesse Musk per non avere più un dollaro e dover leggere su X “Reform UK ha bisogno di un nuovo leader. Farage non ha la stoffa per farlo”.
Questo è l’amico del cuore di Meloni, la persona a cui vorrebbe affidare le telecomunicazioni civili e militari della “nazione”, al modico prezzo di 1,5 miliardi per 5 anni.
Musk ha un solo faro: sé stesso e la difesa dei suoi affari personali e non permetterà a nessuno di frapporsi ai suoi scopi personali, anche a costo di ingerirsi nelle faccende interne degli Stati, come ha già fatto con i giudici di Palermo che dovevano giudicare Salvini “devono andarsene a casa” ha sentenziato su X senza nessun pudore e senza che una sola voce del governo si alzasse per rimetterlo al suo posto.
Ecco, in queste mani ci stanno mettendo Von der Leyen in Europa per inerzia e Meloni in Italia per pieno convincimento e per entusiasmo della furbetta che pensa di essere più furba di tutti.
Temo che avremo tutti un bruttissimo risveglio se non riusciremo a respingere l’attacco alla democrazia in atto in tutto il mondo, Italia inclusa. Perché di questo si tratta, non di altro.
* Coordinatrice Commissione Politica e Questione Morale dell’Osservatorio
08 gennaio 2025