Incominciano a dare i suoi effetti la cattiva istruzione scolastica, in un paese che meriterebbe ben altro (e di positivo) dalla politica e che, purtroppo, la popolazione subisce dovuta ad un sistema massocapitalista che li vuole mansueti servi ed ignoranti.
Un forte e peggiore declino culturale statunitense che fa dimenticare cosa siano state le culture di morte del nazi-fascismo. Statunitensi che fanno il saluto nazista e che non portano rispetto ai loro caduti durante la Seconda Guerra Mondiale che si sono immolati per evitare la follia dittatoriale.
Una cultura nazista inumana propugnata da questi sciacalli che meriterebbero di fare un viaggio rieducativo nei campi di sterminio nazisti per vedere cosa sia stata quella vergognosa proposta di “civiltà” osannata dai vari Adolf sparsi per il mondo.
Grazie a quello splendido e consapevole cittadino che ha saputo dare risalto ad un brutto scheletro che aleggia, anche, nell’establishment statunitense e che, forse, sarebbe il caso di liberarsene per avere un paese, realmente, democratico. Democratico nei fatti e non a parole.
MOWA
La foto scioccante del saluto con la bandiera nazista ad Arlington
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Un utente di Twitter ha pubblicato una foto inquietante di un piccolo gruppo di persone che facevano il saluto con una bandiera nazista al di fuori di un centro commerciale di Arlington.
Jamila Garcia, che vive a New York ma era in visita venerdì a dei suoi parenti a Arlington, diceva a Patch in un email che il marito aveva scattato quella foto al di fuori del centro di Dominion Hills su Wilson Boulevard a mezzogiorno mentre stava facendo il taglio dei capelli.
Era “spaventato da quanto accadeva nei quartieri dei genitori”, dove aveva vissuto per quasi 40 anni, sosteneva Garcia.
“Evidentemente commemoravano la morte del fondatore del nazismo”, aggiungeva. “Quel luogo è stato nel corso della giornata il quartier generale per gli ex-nazisti.“.
La portavoce della polizia della contea di Arlington Ashley Savage affermava che la polizia era “a conoscenza del gruppo che esercitava i propri diritti del primo emendamento”.