9º Periodo ordinario di Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, VIII Legislatura, nel Palazzo delle Convenzioni, Le commissioni dei Temi Costituzionali e Giuridici e dell’Industria, Costruzioni ed Energia Photo: Jose M. Correa
Le commissioni dei Temi Costituzionali e Giuridici e dell’Industria,Costruzioni ed Energia, in sessioni congiunte hanno centrato l’analisi sulla situazione della casa nel paese.
Dal 1990 al 2014 lo Stato ha costruito 316.595 case che sono state assegnate, beneficandole, a 908.627 persone; uno sforzo importante, ma senza dubbio insufficiente.
Lo dimostrano i risultati apportati dai controllo e dalla supervisione dei deputati nei territori nei quali se si riconoscono alcune conquiste, soprattutto partendo dalle modifiche alla Legge Generale della Casa, esistono difficoltà che frenano lo sviluppo del Programma di costruzione e ricostruzione.
Tra le principali mancanze spiccano il ritardo e la cattiva pianificazione nei cronogrammi d’esecuzione. Come conseguenza la maggior quantità di opere da terminare si concentra nell’ultimo semestre e questo danneggia la qualità e l’utilizzo della forza lavoro.
Ugualmente è stata segnalata la mancanza d’esigenza durante il processo costruttivo e l’esodo della forza lavoro specializzata dalle istituzioni statali verso il settore non statale, così come lo scarso controllo nei negozi di materiali della costruzione.
Unita a questo è stata citata la mancanza di rispetto dei tempi previsti di 18 mesi per il termine di un sussidio, per la mancanza di elementi di terminazione e l’intermittenza dei materiali nei punti di vendita.
La relazione della commissione riflette che la maggioranza degli edifici multifamiliari necessita una riparazione completa ed è insufficiente il bilancio concesso per la conservazione, e che quello che si assegna non si compie, e lo stesso accade con il bilancio per lo sradicamento dei pavimenti di terra.
Inoltre sono stati citati altri problemi associati alle documentazioni, tra le quali la non esistenza di procedimenti per consegnare terrazze statali per le costruzioni per sforzo personale.
In accordo con questa valutazione realizzata dai deputati, Vivian Rodríguez Salazar, che segue il tema nel Ministero della Costruzione, ha informato che effettivamente al termine del 2016 il deficit abitazionale ascendeva a 883.050 case, con un incremento di 30.000 rispetto all’anno precedente.
Tutti i territori incrementano la perdita della capacità abitazionale per via del deterioramento degli immobili.
La funzionaria ha segnalato che per cambiare la situazione che vive oggi Vivienda, si sta lavorando su fronti decisivi come la produzione di materiali e capacità costruttive, l’introduzione di nuove tecnologie e il protagonismo della popolazione nelle sua stesse costruzioni
Rodríguez Salazar ha spiegato che è stata definita una strategia da sviluppare in dieci anni, i cui assi fondamentali sono indirizzati a stabilizzare la costruzione di case nel settore statale e aumentare il termine di quelle realizzate dalla popolazione e accrescere le due vie dando priorità alla ricostruzione.
Le altre linee prioritarie si orientano per ottenere la sostenibilità delle case mediante l’incremento della produzione locale di materiali, introducendo disegni e tecnologie appropriate che ampliano le capacità di costruzione.
La funzionaria, in un’analisi dell’esecuzione del piano della casa per il 2017, ha riferito che delle 5.722 case terminate, 1607 appartengono al settore statale, 2017 ossia il 35% ai sussidi e 2.088, cioè il 36 %, sono di sforzo proprio, partendo dai crediti e pagamenti in contanti.
«Non esiste esecuzione del programma e in questa caso i territori più arretrati per garantire la sequenza della costruzione sono Pinar Río, Artemisa, Ciego de Ávila, Granma e Camagüey e i casi più critici Santiago di Cuba e L’Avana», ha aggiunto.
Magalys Rivero, dell’Istituto di Pianificazione Fisica ha informato che alla fine del 2016 erano state controllate 494.625 documentazioni delle quali ne sono state risolte 454.115, cioè il 92%.
Paragonando la tappa a quella precedente all’applicazione del Decreto Legge 322 e alle sue norme complementari, oggi la situazione è più favorevole, anche se ci sono sempre difficoltà come l’instabilità della forza lavoro nelle direzioni municipali dei Pianificazione Fisica, cioè non sono state controllate tutte le documentazioni e inoltre non sono state eliminate le documentazioni scadute ed è insufficiente l’assegnazione delle parcelle rispetto alla domanda.
Nel dibattito Yudit Pérez, deputata per Sancti Spíritus, ha toccato il tema dell’assegnazione dei sussidi e dei cambi di utilizzo.
In relazione ai primi ha commentato che le zone più pregiudicate sono quelle rurali, dove il fondo abitazionale è il più critico, ed ha spiegato che molte case non contano sull’iscrizione della proprietà per cui non possono richiedere un sussidio.
La deputata Yolanda Gómez, del municipio di Cabaiguán in Sancti Spíritus, ha detto se non sarebbe il caso di valutare la possibilità d’essere un poco più flessibili nella generazione di terreni in quei consigli popolari o comunitari rurali che non rispondono alle condizioni di acquedotto o fognatura, perchè giustamente lì esistono molte persone con necessità.
Nella sessione del pomeriggio sono stati presentati i risultati del funzionamento delle cooperative non agricole – CNA – vincolate al riciclaggio, la costruzione, la gastronomia e i servizi, partendo dal controllo che ha realizzato la commissione nei territori.Anche se si apprezzano buoni risultati nello sviluppo delle CNA, ci sono problemi e irregolarità che vanno contro il loro impegno e tra queste la mancanza di un mercato all’ingrosso, la mancanza dei contratti tra cooperative e fornitori, la mancanza di chiarezza tra le entità statali o di commercio all’ ingrosso e le CNA per realizzare contratti, e l’insufficiente preparazione dei soci e dei lavoratori assunti.
Durante il dibattito i deputati hanno sottolineato alcuni aspetti dell’esperimento delle cooperative come la perdita di capitali che si sta producendo nell’impresa statale socialista, partendo dall’esodo della forza lavoro specializzata nel settore cooperativo alla ricerca di migliori entrate.
Inoltre i deputati hanno analizzato le grandi differenze dei saalari dei professionisti in una o un altra forma di gestione, che realizzano la stessa attività e questo incide nell’efficienza e la motivazione del personale e scatena la fluttuazione del settore statale.
Inoltre hanno parlato dei problemi che si generano per la dualità di cambio mentre il settore delle imprese utilizza il cambio di un CUC per un CUP, le cooperative quando realizzano transazioni con gli investitori e le ditte commercianti operano al prezzo delle Case di Cambio (Cadeca); ossia, un CUC significa 24 CUP e questo introduce deformazioni nei livelli reali dell’efficienza produttiva. ( Traduzione GM – Granma Int).
14 luglio 2017