Le voci di accordi raggiunti al Il Cairo pronti a scattare oggi mentre si scaldavano i motori dei carrarmati
Ennio Remondino
Dunque ancora un Grande Inganno. In guerra pare sia lecito, ma resta una porcata. Avevano fatto filtrare l’ipotesi di una tregua ed erano invece pronti a far scattare l’attacco via terra. Anzi, l’ipoitesi di cessate il fuoco che diventa funzionale a una più penetrante azione di guerra condotta sul terreno. Attacco in corso da questa notte ed il bilancio delle prime ore dell’azione militare ci dice già di almeno 5 morti fra cui un neonato di 5 mesi e diverse decine di feriti dopo gli oltre 240 morti di 10 giorni di raid. La situazione è definita pesante dall’agenzia Onu. Ma ora la situazione precipita.
Truppe e tank israeliani sono penetrati in diverse aree ma l’obiettivo di Israele, riferisce il portavoce militare, “non è quello di rovesciare Hamas”, il quale ha anche specificato che “una nuova fase dell’ operazione ‘Margine protettivo’ è cominciata”. E’ l’area nord di Gaza in particolare ad essere sotto attacco da parte dell’esercito israeliano. Lo constata e lo racconta con efficacia l’ANSA sul posto, mentre nella zona si sentono bombardamenti e raid un po’ dappertutto, in un clima di panico diffuso. Testimoni riferiscono di non sapere dove fuggire. Non esistono di fatto vie di fuga dalla Striscia.
Hamas lancia i soliti proclami ad uso propagandistico interno: ‘Gli daremo una lezione. Pagheranno un prezzo pesante’. Ipotesi di resistenza militare inconsistente, possibilità di rivalsa politica invece consistenti. Ma al momento si sbruffoneggia: “Aspettavamo con ansia questa operazione di terra a Gaza per impartire una lezione a Israele”. E’ la sfida lanciata dalle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. ”L’operazione terrestre a Gaza à un drastico e pericoloso passo -prima valutazione politica di contenuto- e l’occupazione pagherà un prezzo pesante”. Lo pensano in molti.
Il governo israeliano ha ordinato all’esercito di lanciare l’operazione con l’obiettivo di “colpire in maniera significativa le infrastrutture terroriste di Hamas” e di “riportare la sicurezza per i cittadini di Israele”, ha detto il portavoce militare israeliano. Si parla dei tunnel attraverso cui arrivano armi a Gaza ed escono potenziali terroristi. Grande imbarazzo negli Stati Uniti che avevano comunque tenuto lontano dalla finzione del Cairo il loro segretario di Stato Kerry. E Washington, attraverso le seconde file della diplomazia insiste sui ‘necessari sforzi per un cessate il fuoco in Medio Oriente’.
18 luglio 2014