Damasco considera il probabile intervento militare turco in Siria come una “aggressione” con ulteriori problemi
Ostaggio inglese decapitato. Si tratta del volontario britannico Alan Henning, che nel filmato dice: ‘Pago il prezzo della decisione del Parlamento britannico’. Poi il boia minaccia un altro uomo, identificato come americano. La Turchia sta per intervenire in Siria a difesa della città di Kobane
di Ennio Remondino
Il boia dell’Isis questa volta uccide l’ostaggio britannico Alan Henning. Il quarto in poche settimane. Il secondo britannico. Alan Henning, tassista britannico di 47 anni, padre di due figli andato in Siria in missione umanitaria ed era stato rapito nel dicembre 2013. Decapitato dai boia dello Stato Islamico dopo gli americani James Foley e Steven Sotloff e il britannico David Haines. Trema il Regno Unito, perché nelle mani dell’Isis c’é un altro britannico, John Cantlie. Appello alla pietà da parte dei familiari, e probabile prossima crudele risposta, perché l’ assenza di pietà è il messaggio.
La pietà e morta e la lotta è all’ultimo sangue, dice al mondo Isis, a proporre il terrore come regola e a motivare l’irriducibilità dei suoi militanti trasformandoli in macellai. Più sofferta l’assimilazione della sfida per la nostra cultura. Nel video in cui Henning annuncia la sua stessa condanna a morte, l’ostaggio che a di dover morite pone un problema etico politico tra Stato e cittadino: “Per via della decisione del nostro parlamento di attaccare lo Stato Islamico, io, in quanto britannico, pagherò il prezzo di quella decisione”. Riflessione che lacera, ma solo all’interno della nostra cultura ed etica.
Timori anche alla Casa Bianca, perchè nel video si minaccia un altro uomo identificato come americano, sarebbe l’operatore umanitario Peter Kassig, fuggito in Medioriente per scappare da un matrimonio sbagliato e dal malessere del ”tornare a casa” dopo un periodo in Iraq con i Rangers dell’esercito Usa. Ma rimanendo all’ostaggio ucciso, il blogger Eliot Higgins su Bellingcat.com ha confrontato video e foto satellitari, e ha concluso che le decapitazioni avvengono sulle colline a sud della città siriana di Raqqa. Sarebbe qui che l’Isis avrebbe ucciso i quattro ostaggi angloamericani.
Intento i miliziani jihadisti dello Stato islamico sono entrati nella zona sudovest di Kobane, in Siria a ridosso del confine con la Turchia. Un corrispondente della Cnn al confine parla di scambi di armi automatiche nella zona e bombardamenti sulla zona est. Ma la Turchia -dichiara Ankara- farà “il possibile” per impedire che i jihadisti dell’Isis conquistino la città siriana di Kobane. “Abbiamo teso la mano ai nostri fratelli di Kobane”, ha affermato il premier turco Ahmet Davutoglu dopo che ieri sera il parlamento turco ha dato il suo via libera all’invio di truppe contro l’Isis in Siria e in Iraq.
Ma Damasco considererebbe un intervento militare turco in Siria come una “aggressione”. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem all’indomani della risoluzione del Parlamento turco che ha autorizzato un’azione militare di Ankara contro l’Isis in Siria e in Iraq. Ora alcune centinaia di membri delle milizie di autodifesa curde oppongono un’accanita resistenza rimanendo asserragliati nella città, da cui nei giorni scorsi 160.000 civili sono fuggiti cercando scampo in territorio turco. Un problema, quello dei profughi curdo siriani che premono sulla Turchia.
4 ottobre 2014