di MOWA
«I comunisti hanno fatto la nostra storia della Repubblica alla Costituzione dal voto alle donne alla parità di salario rispettando sempre la democrazia.”[…]“Mi domando senza l’URSS come sarebbe finita la guerra? Come sarebbe stata l’Italia senza l’impegno dei partigiani e dei comunisti’? Cancellare così la storia non aiuta a formare le nuove generazioni.» (la Repubblica, del 24/9, Matteo Pucciarelli)
Negli ultimi decenni è stata diffusa, grazie alla propaganda dell’imperialismo affamatore, un’enorme menzogna falsando e distorcendo la storia e quanto accaduto veramente e cioè l’equiparazione tra la dittatura nazista e il regime comunista. Secondo costoro, entrambi i tipi di governo hanno causato milioni di morti. Tale tesi è stata assunta a verbo dalle istituzioni europee diventando, il 17 settembre 2019, la “MOTION FOR A RESOLUTION”. [1]
Ma, vista la vastità del tema si rimanda, per ulteriori chiarimenti nel merito, a due eccellenti articoli dell’antropologa Alessandra Ciattini e della filosofa Carla Filosa dai rispettivi titoli “I falsi presupposti del Parlamento europeo” [2] e “Chi ha paura del… Totalitarismo?”. [3] che entrando nel merito spiegano perfettamente, poi, sarà la stessa Storia – grazie a coloro che non tollereranno oltre il revisionismo in atto – a cercare di rettificare questo ossimoro legislativo nonostante venga creato un clima dove la verità fa fatica e farsi sentire.
Prima di tutto diventa necessario fare immediatamente un dovuto distinguo, perché se la morte di qualcuno è sicuramente sempre qualcosa di non accettabile diventa, altrettanto importante precisare, che non è equiparabile la morte causata dalla sopraffazione su esseri umani per una presunta supremazia razziale come nella Germania nazista (decisa da una effimera élite che ha pianificato uno sterminio di massa), dall’autodifesa da parte di una popolazione che respingeva la repressione, determinata da un potere temporale sostenuto da un modello paradigmatico che affamava le persone come avveniva nella pre-URSS.
Un concetto di prevaricazione sulle persone (da parte di quell’imperialismo stritolante, in prevalenza anglofono) che persevera tutt’oggi, nella sua ipotesi di battaglia contro ogni democrazia popolare.
Imperialismo che ha dimostrato il suo maggior attivismo anticomunista contro l’insorgente parità tra gli individui sia durante che dopo il cambio di regime in Russia con la presa del potere da parte dei bolscevichi.
Basti ricordare alcuni episodi acclarati, ottenuti dalla documentazione ufficiale, di quanti furono i tentativi di quell’imperialismo affamatore occidentale di predazioni illegali contro i popoli del Mondo che aspiravano ad un socialismo reale come quello sovietico sin dal sorgere e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Inutile dire come l’illegalità sia di casa in molti palazzi del potere e come vengano presi in considerazione da taluni personaggi tanto da diventare in alcuni casi leggi e, questi personaggi, per mantenere e giustificare i propri maneggi, operano uno stravolgimento della Storia ufficiale falsando i fatti, e arrecando, nei giovani, un danno di difficile riparazione perchè privandoli della memoria storica ne stravolgono e manipolano il futuro. Dimostrazione ne sono, oggi, le esaltazioni al nazismo in molti Stati da parte di generazioni ignoranti (ma quale storia avranno studiato?) sia nell’Unione Europea (dove, tra l’altro, il nazismo ha fatto mostruose atrocità come i campi di sterminio…) che fuori dal Continente.
Ma la verità documentale che le nuove generazioni non conoscono bene è un’altra!
Importante è leggere il libro di Filippo Gaja, “Il secolo corto. La filosofia del bombardamento. La storia da riscrivere” alle pagg. 62 e ss.:
«Totality era il piano che definiva l’URSS come nemico e fissava il principio del suo annientamento “totale”. Strategic Vulnerability of the URSS fu uno studio preliminare degli obiettivi da colpire per raggiungere il risultato richiesto e una valutazione quantitativa del “colpo” che sarebbe stato necessario infierire. Subito dopo gli Stati Maggiori ordinarono l’elaborazione di un piano particolareggiato definitivo di guerra atomica totale contro l’Unione Sovietica basata su un attacco di “primo colpo”. Riguardava una eventualità di crisi di medio termine. Il piano fu completato nel giugno del 1946 e si chiamò Pincher (Morsa). Era lo sviluppo operativo dello studio preliminare Strategic Vulnerability. Le città indicate come obiettivi da distruggere erano le medesime. La sola differenza consisteva nel numero delle atomiche da impiegare, aumentate da 30 a 50.» [4]
L’imperialismo voleva (e vuole) attaccare l’Unione Sovietica, quella dei bolscevichi (oggi diventata dopo la disgregazione, Russia) visto che era già stata attaccata dai nazisti subendo perdite enormi, oltre 25 milioni di morti ovvero il 40% di tutte le vittime del conflitto della Seconda Guerra Mondiale, 40 milioni tra feriti e mutilati, 1.710 città (fra grandi e piccole), 70.000 paesi e villaggi, 32.000 fabbriche, 84.000 scuole, 98.000 imprese agricole, 14.000 ponti ferroviari, 65.000 chilometri di ferrovie.
All’imperialismo occidentale non era bastato creare l’isolamento economico dell’URSS, dopo la Seconda Guerra Mondiale ma voleva sparso altro sangue innocente.
Quale riconoscenza hanno dimostrato a chi ha documentato l’esistenza del campo di sterminio di Auschwitz nella liberazione? Nessuna.
E, infatti, quell’imperialismo che oggi molti esaltano come “benefattore” ed esportatore di democrazia e che finanzia nel Mondo gruppi neonazisti, aveva pianificato:
«[…] piani dettagliati d’attacco nucleare preventivo, comprendenti la distruzione di 20 grandi città abitate da decine di milioni di uomini senza difesa?»
Altro esempio che ci porta a riflettere su quale sia stato ed è il vero pericolo per il genere umano lo troviamo citato nel suddetto libro dalle pagg. 172 e ss. :
«Nella relazione Gualtieri alla Commissione Stragi, sulla rete clandestina anti-invasione denominata “Gladio” si prende ad esempio in esame criticamente questo periodo storico. Verosimilmente la Commissione non era ancora a conoscenza della pianificazione dell’attacco nucleare contro l’Unione Sovietica. Tuttavia la relazione dà rilievo alle decisioni strategiche della Casa Bianca, intuendo che gli interventi spionistici americani erano in funzione di particolari esigenze del Pentagono. Ha scritto infatti il senatore Gualtieri: “Il Presidente degli Stati Uniti appovò il 15 marzo 1948 la direttiva NSC 1/2 (del 10 febbraio 1948) attinente alla posizione di fronte ad una presa di potere comunista con mezzi illegali (attacco esterno o insurrezione interna sponsorizzata dall’Unione Sovietica) e la NSC 1/3 (dell’8 marzo 1948) riguardante la posizione degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia alla luce della possibilità di una partecipazione comunista al Governo attraverso mezzi legali”.[…] Nella versione successiva, direttiva NSC 1/3, l’intervento in caso di una conquista del potere da parte comunista con mezzi legali era affrontato con molta cautela. Si insisteva soprattutto sulle disposizioni preventive e si descrivevano le differenti misure di mobilitazione militare e rafforzamento delle forze di stanza nel Mediterraneo da prendere in caso di partecipazione e controllo totale del governo da parte dei comunisti, ma non si prevedeva un intervento militare diretto.»
Poco più avanti del citato libro si sostiene inoltre che:
«Era infatti a un’azione clandestina che andavano le preferenze degli Stati Maggiori e del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, che nella sua direttiva NSC 4/A affidò significativamente all’ammiraglio Hillenkoetter capo della CIA il compito di “impedire una vittoria comunista nelle elezioni italiane” mediante una serie di operazioni coperte. Hillenkoetter interpellò il consigliere giuridico della CIA Lawrence Houston per sapere se le operazioni clandestine sarebbero state legali oppure no e ne ebbe risposta negativa. Attuando le operazioni clandestine della CIA si sarebbe messa fuori dalla legalità, sia rispetto alla legislazione degli Stati Uniti che rispetto alla legalità internazionale.»
Perchè le persone non si chiedono quale sia il vero motivo per il quale diversi soggetti sociali spingono, oggi, verso guerre senza senso per le popolazioni che vi abitano?
Perchè non ci si chiede qui prodest condurre popolazioni, che hanno vissuto pacificamente per oltre ottant’anni ed hanno prosperato, alla frantumazione economica presupposto di una imminente guerra, come avvenne esattamente nel secolo scorso?
L’imperialismo ci porta sul suo terreno di complessiva disgregazione dove ognuno identifica il vicino come nemico e non come potenziale sodale cooperatore e spinge, addirittura, ad esaltare formazioni naziste come “liberatori” di uno Stato e/o giustificarne il finanziamento senza voler ricordare cosa sia stata quell’ideologia e cosa abbia provocato.
La causa di tanta ignoranza è da ricercarsi anche nella modifica e nell’impoverimento dei programmi scolastici trasformati in capziosi e inadeguati dove l’attenzione sul fenomeno nazi-fascista viene posta in misura marginale o evitata completamente lasciando la fatica di spiegare la differenza tra chi liberò i Paesi da chi li occupò con atrocità ad associazioni che, però, hanno i loro limiti istituzionali.
Non da ultimo l’attacco indisciminato all’ANPI.
Siamo, forse, come direbbe il filosofo Vladimiro Giacché, alla:
«…fase della poco edificante storia del concetto di totalitarismo: ormai esso designa in primo luogo, se non esclusivamente, il comunismo. Si tenta di far prendere al “comunismo” il posto occupato nell’immaginario collettivo dal nazismo quale archetipo del potere totalitario. La stessa denuncia, apparentemente salomonica, dei “totalitarismi” del novecento, serve in realtà per colpire il comunismo, laddove l’esecrazione che circonda il nazismo si fa sempre più generica e rituale. E per distinguere nettamente da entrambi il fascismo italiano [oltreché quelli ungherese, romeno, estone, lettone, lituano, portoghese, spagnolo, greco], benevolmente considerato come un “banale” autoritarismo, non si sa se più bonario o pasticcione. Singolare ironia della storia, se si pensa che Mussolini vedeva la novità storica del fascismo nella capacità di “guidare totalitariamente la nazione” e adoperava volentieri l’espressione di “stato totalitario” – oltreché i gas in Africa, e il tribunale speciale e le leggi razziali in Italia … [cfr. G. Gentile, B. Mussolini, Fascismo, in Enciclopedia Italiana (1932)].
Il documento più significativo di questa fase è il progetto di risoluzione sulla “Necessità di una condanna internazionale dei crimini del comunismo” presentato nel 2005 al Consiglio d’Europa. In questo singolare documento il termine “comunista” è accompagnato regolarmente dall’appellativo di “totalitario” (la formulazione preferita è “regimi totalitari comunisti”, che nella mozione compare 24 volte); il nazismo è presentato, en passant, come “un altro regime totalitario del 20° secolo”. In questo testo – a dir poco confuso – si afferma, a proposito dello stesso Consiglio d’Europa, che “la tutela dei diritti dell’uomo e lo Stato di diritto sono i valori fondamentali che esso difende”; e a conferma di ciò, si deplora che i partiti comunisti siano “legali ed ancora attivi in alcuni paesi”. Si spera che la propria posizione incoraggi “gli storici del mondo intero” a “stabilire e verificare obiettivamente lo svolgimento dei fatti”; poi, per incoraggiare la libertà di ricerca e di insegnamento, si chiede, “la revisione dei manuali scolastici”. »
Dove la:
«… criminalizzazione, con l’accusa di “totalitarismo”, delle posizioni di critica sociale e dei rapporti di proprietà serve per l’appunto a rafforzare e perpetuare questo potere.» [5]
NOTE:
[1] il 17.9.2019, la “MOTION FOR A RESOLUTION” https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-9-2019-0100_EN.html
[2] I falsi presupposti del Parlamento europeo
https://www.lacittafutura.it/cultura/i-falsi-presupposti-del-parlamento-europeo
[3] Chi ha paura del… Totalitarismo?
https://www.lacittafutura.it/interni/chi-ha-paura-del-totalitarismo
[4] M: Kaku e D. Axelrod citano una serie di documenti relativi alla elaborazione del Piano Pincher e ai problemi connessi alla sua eventuale applicazione: “Tentative Over-all Strategic Concept and Estimate of Initial Operations, Short Title: PINCHER”, Top Secret and “Enclosure B. Estimate of Initial Operations”, Top Secret, 19 giugno 1946, URSS Series, (4-2-46), Sec. 2, JCS, Top Secret, Vol. 2, pag. 283. Anche JCS , “Study of Certain Military Problems Deriving from Concept of Operations PINCHER”, Top Secret, URSS Series, (3-2-46), Sec. 1, JCS; JWPC Plan for “Makefast”, Top Secret, 10 ottobre 1946, PO 381 (10 settembre 1946), JCS, RG 341; JWPC 416/1 Revised, Top Secret, 10 gennaio 1946, CCS 092, URSS Series (3-27-45), Sec. 3; JCS, JPS 789/1, Top Secret, 13 aprile 1946, CCS 381, URSS Series (3-2-46), Sec. 1. JSC
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