di MOWA
«Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti. I metodi del genere di HItler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.» (“L’uomo è antiquato” del filosofo tedesco Günther Siegmund Stern alias Günther Anders)
Nella nota introduttiva si cita il filosofo tedesco, Günther Anders, perché è riuscito, in poche righe del libro “L’uomo è antiquato“, a stigmatizzare un campionario elevato di soggetti che si sono “adeguati” a quel modo di vita ma, soprattutto, parla del ruolo che ha avuto il condizionamento ideologico-comportamentale ed i suoi conseguenti effetti sulla collettività.
Infatti, egli sosteneva che i potenti fanno vivere la collettività in una sorta di perenne «paura» di sentirsi «esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità».
Il filosofo, era convinto che al mondo, così sordo a capire il meccanismo del dominio dei potenti, fosse necessario gridare considerazioni spinte, nella speranza che arrivassero all’orecchio di qualcuno più sensibile, usando, provocatoriamente, anche, citazioni forti del tipo «l’ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate» o, ancora, «si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale». Il filosofo tedesco era convinto che i potenti, per conservare il dominio volessero «un individuo ignorante» con « solo un orizzonte di pensiero limitato e […che… ndr], più il suo pensiero fosse limitato a preoccupazioni mediocri, meno potrebbe rivoltarsi. Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario. Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo».
Quali mezzi aveva individuato, il filosofo, affinchè il dominio di pochi si conservasse sulla popolazione?
Con lucidità espositiva osservava che per i potenti: «Bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: sì diffonderne massicciamente, attraverso la televisione, divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istinto». E, ancora: «affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. È buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare. Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio. In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana.»
Passaggi del libro che sono molto attuali benchè siano stati scritti più di sessantanni fa, il che dimostra l’acume del filosofo tedesco rispetto al sistema di dominio sulla collettività che perdura nel tempo, nonostante, le sopraggiunte nuove tecnologie.
Si potrebbe chiudere l’osservazione del filosofo citando alcune righe dai sui scritti dove arriva ad esternare, con estrema crudezza, una considerazione dei dominatori sui dominati:
«L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto cio’ che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, il che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato. Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali»…
E, visto come stanno andando le cose all’alba del nuovo secolo, forse, (e si aggiunge “purtroppo”) non ha sbavato neppure di una parola.
Foto di Brett Jordan