di MOWA
«La democrazia sostituisce l’elezione da parte dei molti incompetenti alla nomina da parte di pochi corrotti.» (George Bernard Shaw)
In un mondo carico di disperazione e povertà è difficile trovare chi, ancora, ti suona il campanello di casa per portare l’annuncio che si è costituita una formazione politica che si prefigge il compito di reagire ai soprusi dei potenti e che si colloca “fuori dal sistema”, per dirla con il titolo del libro di Luigi de Magistris.[1]
Un libro che, nella prefazione, ha la presentazione del magistrato Nino Di Matteo che spiega molto bene come Luigi de Magistris – sia un “uomo dello Stato e delle sue istituzioni che è stato tradito più volte dallo Stato e dalle sue istituzioni”, come molti altri magistrati ma che, nonostante questo, ha sempre tenuto fede a quello spirito di servizio nei “confronti di quel popolo in nome del quale viene amministrata la giustizia” e che, ora, l’ha trasfusa, come politico, sotto la sigla di Unione popolare “a”, e “per”, la tutela della Costituzione vilipesa da quegli odierni parvenu che siedono sulle poltrone di Camera e Senato. [2]
Un ex magistrato che ha pagato un prezzo molto alto (ma che non si è mai piegato) per aver toccato e indagato quei gangli scoperti del potere che operano occultamente dietro le quinte e che non si fanno scrupolo a calunniare, denigrare, ecc. tutti coloro che, osano evidenziarne la melliflua destabilizzante pericolosità sociale e operativa.
Un potere che, pur di non essere disarcionato dalle istituzioni, non si fa scrupoli a fare sodalizi con mafiosi (considerati a tutti gli effetti una dependance “militare” del crimine), o con terroristi di varie specie (spesso volutamente creati ad arte) [3] pur di mantenersi in quel pantheon esclusivo ed elitario impregnato di una profonda carica di eversività.
Il risultato di tutto ciò? Una escalation di malavita cultural-politica diventata anche legislativa che si affranca, di ora in ora e questa situazione è palese proprio nelle imminenti elezioni italiane del 25 settembre 2022 dove le formazioni non allineate vengono messe in forte difficoltà, ed hanno dovuto raccogliere le firme per avere la legittimità di presentare il proprio simbolo. A questo punto ecco comparire l’“imbroglio” tecnicistico -, infatti sembra che la raccolta delle firme non sia sufficiente per avere il simbolo sulle schede stampate per il voto degli italiani all’estero, ma che ci voglia una ulteriore raccolta di firme. Ci si chiede se sia vero perchè è come dire: le elezioni sono sì per i candidati o le formazioni politiche italiane ma se abiti o vivi all’estero devi avere un numero ridotto di simboli di partiti sulla scheda.
Una vigliaccata, o, addirittura, una sorta di golpe istituzionale considerato Soft? Una situazione pur sempre accettata da tutti gli attuali partiti che vanno da Fratelli d’Italia al Pd, da Calenda al MoVimento 5 stelle che non hanno alzato un dito e che possono usufruire gratuitamente di altri sei milioni di voti, forse, sottratti (di certo non lo sapremo mai )anche alle altre formazioni politiche. Anzi, si sono rivestiti di omertà per non rivelare agli italiani l’inganno delle tre tavolette e pur di non perdere consenso… zitti e mosca! Va tutto bene così!
In questo modo non perdono i voti dei democratici, degli incerti, ecc. che, con la scusa del voto utile, si recheranno alle urne, non essendo a conoscenza, però, dello schifo delle manovre di palazzo sin troppo palesi e truffaldine…
E poi, si ha il coraggio di andare in televisione o sui giornali a denunciare le censure di Putin in Russia, ma, forse, quanto ci rimproverano sulla finta democrazia che c’è su questo versante del mondo non è, poi, così eccessivo.
NOTE
[1] https://youtu.be/FqFuIGfFNU8?t=3176
[3] https://www.tpi.it/politica/segreto-nero-meloni-rapporti-ex-nar-fdi-20220916931070/