di MOWA
«L’estradizione di Julian Assange negli Usa è la prova più eclatante della libertà di stampa in Occidente.» (Donatella Di Cesare filosofa)
Il conflitto russo-ucraino è in pole-position nell’informazione mondiale con tutte le conseguenze del caso, in particolar modo per quelli che sono alle dipendenze di un padrone, – pardon – datore di lavoro, e che, vergognosamente, si definiscono liberi, ma che, invece, subiscono quotidianamente le pressioni di un rapporto contrattualizzato arrivando a scrivere quello che vuole il boss sulle pagine della cronaca. La pena, qualora non si rispettino le indicazioni del “capo”, la si può immaginare… Come, d’altronde, ci si immagina, anche, le innumerevoli giustificazioni di quei lavoratori del settore che si possono racchiudere in un “tengo famiglia!”
Vengono da sè almeno due domande.
“Sino ad ora, cosa avete propinato al pubblico di vostro elaborato intellettuale oltre all’esposizione grammaticale?”
“Cosa vi unisce deontologicamente come categoria, tanto da darvi del tu tra di voi, se poi chi decide la linea dei vostri pezzi scritti è quello che vi paga lo stipendio?”
Si può dire, senza ombra di dubbio, che ogni lettera di quegli scritti, o immagine dei servizi ha un prezzo ed è quello della svendita della verità e, quindi, come vil mercanzia, viene remunerata dalla proprietà del quotidiano, televisione, ecc. facendo perdere, quindi, a chi scrive i pezzi, il diritto di essere considerato una libera espressione visto che il ricatto è così forte.
Grazie al cielo, vi sono anche casi di giornalisti che vanno in direzione diversa. Costoro non vanno annoverati tra la grande massa dei “dipendenti” dell’informazione, sono onesti, e quindi vengono lasciati alla mercè dei poteri, proprio per aver rispettato la deontologia professionale. Fra questi, il caso più eclatante e poco sostenuto da quella stessa categoria “libera di scrivere quello che desidera” è sotto gli occhi di tutti per la crudeltà e l’accanimento giudiziario arbitrario (e illegale) e sarebbe quello di Julian Assange che ha dato modo al Mondo di vedere quanta cinica crudeltà vi è dietro le parole confortanti dei “portatori di democrazia” occidentale.