di MOWA
«Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.» (Antonio Gramsci)
Come dovrebbero essere valutati quei ministri che decidono di inviare armi agli ucraini, penalizzare i russi con un embargo economico-finanziario e poi, viste le ovvie reazioni dei penalizzati, si sentono offesi perché, questi ultimi minacciano(?) di essere pagati in moneta locale, il rublo? Inoltre, come se nulla fosse, questi stessi ministri, con il codazzo di parlamentari “abusivi” (perché “nominati” dalle segreterie di partito e non eletti con il sistema del proporzionale puro) a seguito, chiedono la fiducia al Governo se non dovesse essere applicato, senza “se e senza ma”, il piano indecente di Draghi che prevede un’intransigenza assoluta verso la popolazione russa.
A nulla è valso, da parte di un’esigua minoranza politica, far presente alcune stridenti “superficialità” come il fatto che il gas di scarto statunitense che dovrebbe arrivare (non si sa quando) sarà molto più caro e verrà inviato con navi (alla faccia della transizione ecologica), il grano canadese che dovrebbe sostituire quello russo è trattato con il glisofato (dunque, cancerogeno), il mais Usa, acquistato al posto di quello russo che è meno caro e pericoloso per la salute, sarà OGM, e tutto questo perché non vogliono ammettere che le sanzioni emesse torneranno indietro proprio come un boomerang, inoltre in questo modo entrerà in Italia e in tutta Europa, tutto quello che la popolazione non vuole, OGM e glisofato. E questo Putin lo avrà sicuramente messo in conto tanto da giocarsi la pedina delle contraddizioni di cotanta poca lungimiranza occidentale per non dire, ossequiosità a quei poteri élitari che si arricchiscono sulla pelle degli oppressi di questo Mondo.
Una domanda la si dovrebbe porre a tutti questi belligeranti pensatori: Chi sarà davvero danneggiato dalle sanzioni antirusse e chi pensano ne trarrà, invece, un enorme profitto?
Si rammenta che, nella sola area metropolitana milanese, con l’aumento delle bollette, un quarto (¼) delle attività produttive ha già, praticamente, chiuso. I consumi privati e quelli delle industrie europee dipendono dal 35% al 45%, a seconda dei singoli Stati, dal gas russo. E non si è, ancora, arrivati alla fase dell’imminente chiusura dei rubinetti del gas che piegherebbe totalmente la produzione e l’economia nazionale. Si facciano, poi, i conti di quanti disoccupati e povertà ci sarà in Italia o nella stessa Germania.
La nota stridente – e che fatica a “bucare” il canale informativo nazionale – è da dove transita il gas russo se non dall’Ucraina e perché Zelensky continua a chiedere all’Europa più sanzioni alla Russia, soprattutto sul gas russo, e lui non ci rinuncia?
Tenendo presente che la Russia potrebbe “strangolare” l’Ucraina nel giro di pochi giorni chiudendo, semplicemente, i rubinetti del gas ma non lo ha ancora fatto. Perché? Forse, perché le intenzioni dichiarate dalla Russia sin dall’inizio della guerra erano vere, ed erano quelle di liberare tutto il Donbass, indi, chiudere la partita per la Crimea e far diventare il Mar Nero un Mare Nostrum, e denazificare l’Ucraina? Tutto il resto, da come stanno procedendo le cose, parrebbe proprio, solo, propaganda Nato.
Bisognerebbe, contro l’escalation bellica, alzare la voce del dissenso nel modo il più organizzato possibile e farla sentire, anche superando le barriere geopolitiche, perché le forti crisi economiche (lo insegnano le pagine di Storia) hanno scatenato sempre guerre e a pagarne lo scotto sono stati, inevitabilmente, i poveri a tutte le latitudini.
Si fermi la guerra e si fermi l’invio di armi se si vuole veramente la pace così da salvare più vite umane possibile!
Foto di di Tengyart