di MOWA
Ogni uomo ha dei ricordi che racconterebbe solo agli amici. Ha anche cose nella mente che non rivelerebbe neanche agli amici, ma solo a se stesso, e in segreto. Ma ci sono altre cose che un uomo ha paura di rivelare persino a se stesso, e ogni uomo perbene ha un certo numero di cose del genere accantonate nella mente.» (Fëdor Dostoevskij)
È una vergogna che, sia il palinsensto televisivo che quello dei quotidiani, siano tutti (salvo qualche rara eccezione) allineati a sponsorizzare il banchiere che, oggi, riveste la carica di presidente del Consiglio. Inoltre, nessuno ha il coraggio e l’onestà di sollevare l’obiezione che le varie vicende, anche di carattere giudiziario, di alcuni leader politici tendano a convogliare il fiume di consensi verso tale candidatura. E lo dice chi (non stimando nessuno di costoro perché li ritiene tutti artefici del disastro politico in atto) aveva già previsto da tempo che, a causa della cancellazione delle procedure di garanzia della Costituzione del 1948 riguardo il sistema elettorale con il voto proporzionale puro, si sarebbe arrivati, purtroppo, ad un presidenzialismo non ufficializzato ma voluto dai massoreazionari che avrebbero imbruttito le procedure istituzionali.
Dopo aver silurato il pifferaio che frinisce con l’inchiesta per traffico d’influenza escludendolo dalla possibilità di concorrere, viene privilegiato e tirato in ballo per i “capelli”, naturali o meno che siano, l’amante del “bunga-bunga” che, però, è implicato nella vicenda sollevata dall’ufficio antiriciclaggio di Bankitalia per aver versato denaro in più tranche a una sconosciuta donna albanese residente a Roma.
Tutte manovre che convogliano, nella verticalità della gestione quirinalizia, verso esponenti della P1. Infatti, non sono state casuali le ingerenze delle massonerie nel far modificare le regole istituzionali e/o costituzionali che hanno stravolto la presenza dei rappresentanti in parlamento, che sono passati da eletti dal popolo a designati dai segretari di partito, con l’evidente esclusione di principi importanti di rappresentatività del paese. Un sistema truffaldino (che genera altri malfattori che si moltiplicano nel tessuto sociale) tanto impregnante nel Paese che se ne vedono gli effetti di aggressione tra le nuove generazioni che si costituiscono in bande di quartiere, di rione, ecc. per brutalizzare e delinquere verso ignari coetanei.
Una prospettazione del potere, quindi, che viene imitata dalle nuove generazioni perché ha, ormai, mostrato (e dimostrato) pubblicamente che la “furbizia” di taluni (anche, politici/parlamentari) paga verso l’impunità e che quindi quel modello è da imitare. Non si contano più i casi di cronaca che arrivano a mostrare lo scontro tra deboli (nel sistema liberale) che si aggregano o si saldano in pseudo-bande con l’ambizione di sopprimere le regole, le leggi… dove la realtà, purtroppo, a volte, supera le trame dei film di criminalità. E, forse, mai furono più vere le parole di chi sostenne in risposta al declino sociale capitalistico: “comunismo o barbarie”!
Un comunismo che i massocapitalisti hanno voluto annientare perché foriero di una cultura di rispetto delle regole, della partecipazione di massa nella cosa/casa pubblica e nemico giurato dei destabilizzatori della Costituzione e di quelli che si fingono repubblicani per poi andare e condurre, invece, verso sistemi oligarchici.
Foto di geralt / 23822