di MOWA
«Mi mandano in una realtà come Palermo, con gli stessi poteri del prefetto di Forlì.» (Carlo Alberto dalla Chiesa)
Ma quali statisti?
Ma quali salvatori della Patria?
Sono sproloqui di venditori di fumo che vorrebbero spacciare persone legate ad un certo sommerso politico (perché di segretezza fan mestiere) come leader, in realtà, costoro sono outsider: uno è un pregiudicato – condannato in via definitiva – e l’altro un banchiere (conosciuto nelle stanze finanziarie come “whatever it takes”) che ha contribuito, come Fmi e Bce, a creare un debito da 3,5 miliardi di euro nei confronti della Grecia, come ha svelato Wikileaks e, quindi, è un affamatore di Stati/popoli, (non bisogna dimenticare che il termine astratto di Stato rappresenta in realtà persone che, in questo caso, hanno sofferto moltissimo o morte di stenti).
Una cosa, però, hanno in comune questi due ed è quella di peccare in indegnità pur di arrivare ad occupare la più alta carica dello Stato che, invece, deve (e non il condizionale: dovrebbe) in assoluto, avere una indiscussa moralità. Queste persone sponsorizzate hanno, inoltre, (stante le cronache giudiziarie o giornalistiche) l’affiliazione a logge massoniche che mal conciliano con la trasparenza a cui dovrebbe attingere la democrazia.
Ma quanti sono questi venditori di fumo che hanno rovinato la comunicazione corretta facendosi belli nelle televisioni, sia pubbliche che private, invitando altri “spacciatori di notizie” della carta stampata, dei giornali e del web… con l’intento di ammorbare le menti delle persone con le fake della bontà dei candidati alla presidenza della bistrattata e offesa Repubblica?
Non passa giorno in cui non si senta nominare mantricamente i soliti nomi di cui sopra, facendosi anche aiutare da sondaggi (?) sulla gradevolezza di costoro agli italiani, certamente, con il più probabile intento di persuadere chi ascolta e insistendo sul fatto che non esistono altre vie, altre eccellenze che possano diventare capo dello Stato italiano.
La verità è che questo paese avrebbe un bisogno fisiologico, per sopravvivere alle furbizie di quegli uomini d’affari che mercanteggiano con i diritti ed i doveri e che sono “affaristi” della politica, al soldo dei potentati economico-finanziari, di una figura di altro e alto spessore rispetto a quella di coloro che sono stati proposti insistentemente sinora e magari che abbia almeno alcuni requisiti sia etici che morali nel proprio background che lo/la differenzi dai primi con alcune prerogative ed in sintonia con i valori della Costituzione e con le leggi antifasciste, che siano incensurati, e che non abbiano avuto (per interessi o affiliazione) a che fare con la criminalità (organizzata o meno), non appartengano ad organizzazioni che di segretezza si fanno forti…
In Italia ci sono persone che sono delle splendide eccellenze che hanno combattuto le mafie e continuano a farlo tra i banchi di scuola come quello che ebbe un padre (prima generale dei carabinieri e, poi, Prefetto) ucciso dai colpi di criminali a Palermo e che aveva combattuto e sgominato il terrorismo in Italia.
Ci sono, anche, ex-magistrati che sono stati bersaglio dei “potenti”, che hanno subito attentati, perché indagavano sugli intrecci tra Stato e mafia. Ce ne sono, anche, di milanesi che hanno fatto un ottimo lavoro di indagine su chi aveva fatto saltare in aria Giovanni Falcone e che conoscono molto bene le macchinazioni dei massoaffaristi. Per non parlare delle molte persone, di ambo i sessi, anche, all’interno dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani che preserverebbero la già modificata (oltretutto da uno dei candidati propagandati dagli spacciatori di oblio sopracitati) Costituzione e che, forse, riuscirebbero a far emergere il degrado e la fascisticizzazione nelle istituzioni che non vogliono mantenere la democrazia repubblicana ma un’autarchia camuffata da presidenzialismo come già più volte sbandierata negli anni da molti – sic! – parlamentari.
Sarebbe, anche, il caso di riprendere la carta costituzionale del 1948 e ricordare ai giornalisti, parlamentari, ecc. che sostengono il Mattarella bis che i padri costituenti nell’apposita Commissione istitutiva parlavano di non rieleggibilità del mandato con le seguenti parole:
“L’onorevole Lami Starnuti ha presentato il seguente emendamento:
«Al primo comma, dopo le parole: per sette anni, aggiungere: e non è rieleggibile»”
intendendo che non si può proseguire oltre i sette anni come precisato di seguito nella predetta Commissione e diventato poi l’articolo 85 della Costituzione:
«Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni».
Ci si augura, solo, che il mondo civile si riprenda da questo stato catatonico ed eviti di subire l’ennesimo smacco per l’elezione a capo dello Stato di qualcuno che potrebbe far passare leggi discutibili o dare mandato alla formazione dei governi futuri, forse, è arrivato proprio il momento di dire: BASTA!
Foto di Conmongt / 627