di MOWA
«Anche se la capacità di imbrogliare è segno di acutezza e di potere, l’intenzione di imbrogliare è senza dubbio segno di cattiveria o di debolezza.» (Cartesio)
È difficile capire cosa spinga alcune persone, in un periodo in cui le culture evolutive e la scienza medica hanno portato ad una maggiore e complessiva longevità degli individui, a desiderare una legge per la soppriessione di un’altro essere umano solo perché questo ha avuto la disgrazia di trovarsi in difficoltà psico-fisica.
Una pratica, quella dell’eutanasia che, volenti e nolenti, ricorda le identiche motivazioni che spinsero i nazisti ad usarla contro chi non rientrava in alcuni parametri determinati dalla selezione della specie perché considerati “un costo” per la collettività.
Infatti, il web riporta un sunto di cosa avvenne nel periodo nazista:
“L’eutanasia su minori nella Germania nazista (in lingua tedesca Kinder-Euthanasie) è il nome dato agli omicidi organizzati di bambini e ragazzi fino ai 16 anni fisicamente disabili o affetti da un forte disturbo mentale durante l’epoca del nazionalsocialismo in oltre 30 “reparti speciali” adibiti all’uopo. Almeno 5.000 bambini sono stati vittime di questo programma, che è stato un diretto precursore dei successivi omicidi di bambini verificatisi nei campi di concentramento.
[…]
Nel 1929 Adolf Hitler disse al congresso del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori svoltosi a Norimberga “che una rimozione media annuale di 700-800.000 dei più deboli di un milione di bambini significava un aumento del potere della nazione e non un suo indebolimento”. Così facendo egli fu in grado di ben affrontare le argomentazioni scientifiche che trasferirono agli esseri umani la teoria darwiniana della “selezione naturale” e, attraverso il concetto di “igiene razziale”, formularono l’utopia di una “selezione umana”, così come affermato da Alfred Ploetz (il fondatore dell’igiene razziale tedesca). ” [1]
I maggiori sostenitori, in Italia, di queste pratiche, oggi, sono coloro che si rifanno ad una visione del mondo di tipo imperialistico anglofono e risiedono prevalentemente nei massoradicali che si sono ben distribuiti in tutti i partiti dell’arco costituzionale formando, spesso, l’ago della bilancia delle varie leggi da varare.
Un atteggiamento irresponsabile che, però, da la misura di come, costoro, vorrebbero le società a cui si rifanno e che, dietro il paravento utilitaristico di alcuni “diritti”, spingono taluni altri ad esercitare un criminale abominio dietro il dolore di chi ha perso la barra dell’amore verso i propri simili chiedendone la soppressione, invece di avere un paese che si attrezza per l’assistenza totale, anche di natura psicologica e per l’aiuto alle famiglie.
Un opportunismo ideologico – di quell’impalpabile imperialismo anglofono – che costoro esercitano su alcuni “diritti” dimenticandone scientemente molti altri, come nel caso di lucidi esseri senzienti (vedi quello di Julian Assange) tenuti, ingiustamente e arbitrariamente, in prigione nella c.d. “civilissima” Inghilterra.
Una forma di eutanasia della verità che il potere élitario ha sempre applicato agli avversari politici e che non ha mai dichiarato di sostenere.
Il caso di Julian Assange, per costoro, non viene preso in considerazione, molto probabilmente, perché è andato a toccare, con i suoi servizi informativi e giornalistici, le ciniche verità di un potere che non vuole parlare di sé e di come sia realmente e che loro tutelano e supportano. Un giornalista (Assange) che viene trattato peggio dei mafiosi o dei terroristi solo per aver svelato al mondo la crudeltà di un incivile modo e chi siano i massocapitalisti che arrivano ipocritamente a premiare un bugiardo come Tony Blair come sostenuto da alcune organizzazioni:
“Tony Blair è stato insignito di un cavalierato mentre Julian Assange subisce un ictus in prigione ti dice tutto ciò che devi sapere sulla Gran Bretagna” [2]
Suscitando, tra l’altro, le critiche di figure politiche britanniche come Jeremy Corbyn le quali sostengono che:
“L’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti per aver esposto prove di atrocità in Iraq e Afghanistan dovrebbe essere contrastata dal governo britannico” [3]
Confermando, così, che la giustizia può essere messa in scacco se non esiste una forte opposizione lasciando, invece, in libertà i responsabili che hanno commesso crimini contro l’umanità e che, anzi, vengono premiati e non condannati da tribunali internazionali sul modello di quello di Norimberga.
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