di MOWA
«[Al giudice, che prima della condanna a 20 anni e 4 mesi di carcere gli aveva chiesto che cosa avrebbero fatto i comunisti se l’Italia fosse entrata in guerra] Voi fascisti porterete l’Italia alla rovina, e a noi comunisti spetterà salvarla!» (Antonio Gramsci)
Sui media, incalzano le discussioni su chi dovrà essere il prossimo Presidente della Repubblica italiano e, con apparente nonchalance, viene fatto, sempre più spesso, il nome di Mario Draghi visto come uomo della “provvidenza” per il paese. Dimostrazione pratica di come le organizzazioni massoniche stiano lavorando per proporre l’ennesima candidatura per la carica più alta dello Stato che avrebbe voce significativa sul vaglio delle future leggi oltre che a presiedere l’organo importante della giustizia italiana, il Consiglio Superiore della Magistratura.
In passato, in Italia, si sono già avuti casi di Presidenti della Repubblica massoni [1] (o con forti simpatie in tal senso) che hanno condizionato, in modo negativamente indelebile, l’andamento politico-economico-finanziario del paese; ci sono stati casi, addirittura, di capi di Stato come De Nicola (– se pur in carica per pochi mesi –) che non “abitò mai al Quirinale” attrezzando il suo ufficio nella sede massonica di Palazzo Giustiniani, e, qualcuno, ebbe, anche, un’equivoca e discutibile rilevanza in uno dei tentati golpe negli anni ’60 [2] tanto che Francesco Cossiga ne rivelò la poca “democraticità” e la carica anticomunista asserendo che:
«Alla vigilia delle elezioni del 1948 ero armato fino ai denti. Mi armò Antonio Segni. Non ero solo, eravamo un gruppo di democristiani riforniti di bombe a mano dai carabinieri. La notte del 18 aprile la passai nella sede del comitato provinciale della DC di Sassari… Prefettura, poste, telefoni, acquedotto, gas non dovevano cadere, in caso di golpe rosso, nelle mani dei comunisti.» [3]
Nelle istituzioni italiane di allora e in fase di ricomposizione della Repubblica il ruolo dei massoni fu rilevante perché sui 556 costituenti ben 185 appartenevano alla “fratellanza” di loggia. Nomi ingombranti [4] per la sorgente Repubblica tanto da condizionarne l’impianto democratico, e ancor oggi, si hanno difficoltà ad applicare l’articolo 18 della Costituzione [5] – voluto dai comunisti del P.C.I. di Palmiro Togliatti che consideravano antitetica la doppia affiliazione – dando una parvenza di legalità nonostante le inchieste sia giudiziarie, giornalistiche… che dimostrano il perverso approdo alle regole di siffatte organizzazioni le quali, della segretezza, fanno mestiere tanto da insidiare le funzioni – prevalentemente pubbliche – con logiche clientelari e lobbistiche alla pari di qualsiasi altra holding multinazionale. Infatti, spesso, se non esclusivamente, le une fanno la pari con le altre. Sintomo di una non corrispondenza alla trasparenza e alla democraticità dove tutti devono avere le stesse opportunità e non, invece, avere prevaricazioni di ogni genere.
In questo contesto di rielezione del capo dello Stato si profila la stessa logica di sponsorizzazione lobbistica [6] mentre viene accantonata la normalità di assegnazione di un candidato che dovrerbbe avere un curriculum vitae inoppugnabile sia nella sfera morale che in quella etica. Quindi, ci si chiede come possano avere tali doti quelli che hanno fatto strage, affamando un popolo, quello greco, con clausule da pirati quando erano alla BCE, oppure avere condanne giudiziarie definitive e così via… Perché, se così fosse, ci si chiede dove sia l’onorabilità per poter presiedere la carica più alta dello Stato.
Forse, sarebbe opportuno, per il prossimo Presidente della Repubblica, rivolgere lo sguardo ad altre figure che non vengono da opportunità lobbistiche e che, magari (per non dire requisito indispensabile), hanno una cultura nel solco dei valori della Costituzione italiana come, ad esempio, l’antifascismo (e non la segretezza) sinonimo di democrazia.
Note:
[1] Enrico De Nicola, nel rapporto dell’Office of Strategic Service siglato OSS L 53227, dell’11 gennaio 1945; Luigi Einaudi; Giovanni Gronchi; Antonio Segni; Giuseppe Saragat; – [Ferruccio Pinotti in Potere massonico, da pagg. 58 a 66];
[2] https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/906934.pdf
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Segni#cite_note-2
[4] Giuseppe Arcaini (DC), Lelio Basso (Psi), Girolamo Bellavista (Pli), Roberto Bencivenga (Fronte liberale democratico dell’uomo qualunque), Ivanoe Bonomi (Gruppo misto), Giuseppe Buonocore (Gruppo misto), Giuseppe Canepa (Psli), Giovanni Ernesto Caporali (Psli), Mario Cevolotto (Democrazia del lavoro), Luigi Chatrian (Dc), Giuseppe Chiostergi (Pri), Giovanni Conti (Pri), Epicarmo Corbino (Pli), Giovanni Cuomo (Pli), Ugo Damiani (Gruppo misto), Raffaele De Caro (Pli) , Ugo Della Seta (Pri), Eduardo Di Giovanni (Psli), Cipriano Facchinetti (Pri), Andrea Finocchiaro Aprile (Gruppo misto), Giuseppe Fusco (Pli), Luigi Gasparotto (Democrazia del lavoro), Arturo Labriola (Unione democratica nazionale), Roberto Lucifero D’aprigliano (Pli), Giuseppe Lupis (Psi), Pietro Mastino (Psi), Giuseppe Emanuele Modigliani (Psli), Enrico Molè (Democrazia del lavoro), Francesco Saverio Nitti (Unione democratica nazionale), Vittorio Emanuele Orlando (Gruppo misto), Randolfo Pacciardi (Pri), Giovanni Pollastrelli (Dc), Giuseppe Paratore (Unione democratica nazionale), Rosario Pasqualino (Democrazia del lavoro), Giovanni Persico (Psli), Giovanni Porzio (Unione democratica nazionale), Luigi Preti (Psli), Vito Reale (Unione democratica nazionale), Meuccio Ruini (Gruppo misto), Giuseppe Saragat (Psli), Carlo Sforza (Pri), Umberto Terracini (PCI) [Ibidem Pinotti]
[5] articolo 18 Costituzione
I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale [cfr. artt. 19, 20, 39, 49].
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
[6] https://www.iskrae.eu/dens-dolens-586-avanti-popolo/
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