di MOWA
“L’importante, nella vocazione, è saper ascoltare la voce che si ha dentro, non il chiacchiericcio fuori.”
(Francesco Bonami, Spiritualità)
Negli ultimi decenni stanno accadendo fatti atroci nel globo che dovrebbero far preoccupare seriamente le persone democratiche perbene e la pandemia, certo, non aiuta ad affrontarne la soluzione.
Infatti, si passa da vicende che vedono veri e propri colpi di Stato come accaduti in Ucraina, Libia, (o tentati) Venezuela…, a invasioni territoriali come l’ex Jugoslavia, la Palestina, la Siria… dove, tra le quinte, si aggirano figure legate a paesi colonizzatori sotto mentite spoglie di esportatori di “democrazia”.
Massocapitalisti che lucrano sulle disgrazie altrui che, spesso (ma sarebbe il caso di dire sempre), vengono volutamente “stimolate” da lugubri attori a libro paga che si mascherano da insospettabili uomini di finanza o imprenditori, militari o politici, professionisti o di culto, studenti o ricercatori…
Testimonianze di ciò, le si hanno nelle decennali ricerche fatte da studiosi e riportate su ottimi libri in cui è stata fatta una mappatura, se pur, a volte, parziale, che li porta tutti alla identica considerazione (da cui si dovrà prendere una seria conclusione), di come quelle prezzolate figure abbiano lavorato per evitare che gli oppressi (lavoratori) non potessero decidere in autonomia del loro destino.
Cose, tra l’altro, ben lucide e documentate dall’ex magistrato, che hanno tentato di eliminare fisicamente, Carlo Palermo nei suoi libri o interviste video.
Massocapitalisti che si palesano al Mondo come filantropi o disinteressati agli eventi dei vari Stati ma che, in realtà, hanno contribuito a fomentare, per trarre quel vantaggio egemonico sia economico che politico, un sistema criminale che hanno fatto passare, in più di un’occasione, per necessario quando, invece…
Infatti, come si può credere ad una così grossa panzana quando le testimonianze li sbugiardano anche per aver creato strutture illegali e clandestine che, ad esempio, in Europa cercando di illudere (una volta scoperte) che siano indispensabili per bloccare l’avanzare del comunismo.
Una terribile bugia che ha messo in scacco le varie democrazie in diversi Stati democratici europei come accadde in Grecia con il colpo di Stato degli anni ’70 dove ebbero ruolo rilevante quelle strutture segrete volute dalla NATO, con il nome in codice “Red Sheepskin” e dalla CIA, la Lochos Oreinon Katadromon (LOK) [1], inizialmente affidata al feldmaresciallo Alexander Papagos che (con il supporto dei britannici), reclutò elementi di estrema destra, monarchici e anti-repubblicani tra le sue fila per combattere i comunisti, creata nel 1952.
In Italia non furono da meno quelle strutture segrete con il nome di Gladio che avevano tra le loro fila persone come l’autore della bomba alla Prefettura di Milano che provocò morti e feriti e spacciatosi per “sedicente anarchico (ma in realtà collegato all’estrema destra e sembra informatore del Sifar con il codice Negro, e del quale si ipotizzò anche un arruolamento nella Gladio) Gianfranco Bertoli, che fu inopinatamente aiutato ad espatriare nel 1970 da una rete del Soccorso rosso (che evidentemente non era a conoscenza della vera natura del soggetto), inviato in Svizzera con la collaborazione del redattore di Controinformazione (allora considerata un po’ la rivista portavoce delle Brigate Rosse) Aldo Bonomi”. Nella lista dei nomi di siffatta struttura conosciuti in Italia comprendeva, inoltre, “quattro iscritti al Partito nazionale fascista, otto aderenti alla Repubblica sociale di Salò, un combattente della Decima Mas, nove iscritti al Msi. E poi neofascisti che hanno fatto la storia dell’eversione armata italiana: Gianni Nardi, Manlio Portolan, Enzo Maria Dantini, Marco Morin.” [2]
Strutture segrete ed illegali che misero in crisi presidenti della repubblica (François Mitterrand) quando venne confermata l’esistenza di stay-behind, anche in Francia, dal Presidente del consiglio italiano, Giulio Andreotti, sin lì, invece, negata al proprio popolo, durante il meeting a Bruxelles il 24 ottobre 1990.
Strutture che hanno fatto parte di un progetto anti-democratico e illegale, sicuramente, negli anni passati (?) in Europa, e collocate nelle varie sigle dei loro paesi con i vari nomi in codice: Aginter in Portogallo, ROC in Norvegia; SDRA8 in Belgio; Stay-Behind in Lussemburgo; LOK in Grecia; TD BDJ in Germania; Absalon in Danimarca; persino, in territorio elvetico con la P26 o l’OWSGV in Austria… sino in Turchia con la Counter-Guerrilla, che non fanno ben sperare rispetto a quanto successo ad esempio in Ucraina, che è diventata, nientepopodimeno che la scuola internazionale di formazione di nazi-fascisti. Indovinate da dove arrivano gli addestratori? Da quello stesso paese che sta estendendo le adesioni alla struttura militare della NATO.
La NATO ha, nei suoi accordi tra le parti, quello di solidarietà ma cosa dovrebbero fare quegli Stati aderenti che sono da decenni provocati e danneggiati nelle istituzioni democratiche da quella stessa struttura militare?
Tanto più, che ora sale alla presidenza Joe Biden che fu uno degli artefici della guerra ingiustificata in Iraq e che non ha mai ammesso (come gli altri) le proprie colpe nell’aver fatto una guerra, costata una enormità in vite umane (tra iracheni e miliatari USA), che non ha avuto eguali dalla Seconda Guerra Mondiale.
Un cinismo impareggiabile che dovrebbe portare le popolazioni, come quella italiana, a dare una chiave di lettura su episodi cruenti mascherati da tifoseria, da negazionisti… con sempre in prima fila, però, quelle stesse teste della destra come l’ex di Terza Posizione, ora Forza Nuova, Roberto Fiore, che di caos se ne intendeva e intende… persona che dovrà essere ascoltata dai magistrati per i fatti stragisti accaduti a Bologna il 2 agosto 1980 dove compare tra i finanziatori massoni della P2, Licio Gelli.
Tutto, esattamente, come anni addietro. Nulla è cambiato nelle metodiche, cosa dobbiamo aspettare, ancora, per reagire con un proprio partito fatto di persone perbene?
[1]
Peter Murtagh, The Rape of Greece. The King, the Colonels, and the Resistance (Simon & Schuster, 1994), p. 29
Foto di copertina di Kristijan Arsov