di MOWA
Il mondo civile e democratico sta prendendo, pian piano, consapevolezza che i più grandi ladri del globo hanno un nome ed un cognome, che, quindi, i ladri non sono maleodoranti persone che vivono, magari, nelle favelas di qualche metropoli ma soggetti cosparsi di pregiati profumi che vivono in lussuose tenute o castelli. Questi predatori di ricchezza altrui, vestono, bene e griffato, organizzano briefing con i loro compiacenti “sottoposti”, e bevono le migliori marche di vini e spumanti, sfoggiando una disgustosa supponenza ed un narcisistico compiacimento dell’essere “il gruppo sociale élitario“, la “crema“… per dirla con le parole del comico Crozza sui ricchi: il Top.
Noi, nel nostro piccolo, ci siamo presi l’impegno di dare il nostro umile contributo agli oppressi dando informazioni e cercando di spiegare come si scoprono certi farabutti e dove si annidano, qual è la loro cultura ma, soprattutto, come cercano di far credere agli sfruttati di questo mondo, di essere delle mammolette e che i ladri sono altri o, peggio ancora, che tutta la loro ricchezza, viene da un “è capitato nella vita“, o è dovuta a fatalità, al caso, alla fortuna… sottraendosi, quindi, ad evidenti responsabilità.
Bugiardi, che mentono sapendo di mentire perché si sentono superiori o più intelligenti di altri lasciando o spingendo, intanto, milioni di persone a morire per l’indigenza… facendo, con ciò, comprendere ai più sensibili, invece, dove alberghi la matrice di certe culture élitarie e reazionarie e, soprattutto, da chi siano ideate e a chi sono funzionali.
Gli oppressi devono riprendere l’autorevolezza delle parole d’ordine : “Proletari di tutto il mondo unitevi!” perché solo così si potrà avere un modello sociale giusto e riequilibrato. Che importa se sei un operaio francese, tunisino, afgano, statunitense, cileno, canadese, indiano… quando sei sfruttato da persone che instillano in te il germe dell’appartenenza nazionalistica prima di quella della specie umana sei comunque uno sfruttato, per stare bene, invece, non hai la necessità di concorrenza con gli abitanti di quello o quell’altro paese, e devi ricercare un bene superiore, quello di stare bene tutti per il bene della collettività.
Due esempi su cui riflettere prima che la cultura capitalistica li abbia intaccati o tenti di intaccarli, su come abbiamo progredito in diritti e giustizia sociale quelle società ad indirizzo comunista e di come si siano sviluppate velocemente tanto da diventare delle potenze mondiali: l’URSS prima e la Cina oggi.
Potranno, anche, i lacchè dell’informazione di questi signori griffati chiamarli impropriamente regimi (come stanno facendo, oggi, con il Presidente eletto democraticamente del Venezuela) ma la storia dell’evoluzione di questi paesi è lì a testimoniare come siano andati avanti e come abbiano messo in condizione gli oppressi di ampliare la scolarità, la sanità, la cultura, le arti, la scienza… senza fare guerre in giro per il mondo, anzi, nei decenni, si è consolidata la pace in molti luoghi grazie alla cultura della fratellanza e della solidarietà reciproca.