di DANILO TOSARELLI – MILANO
Sul COVID 19 ormai si sente di tutto di più.
La confusione regna sovrana, perchè vi sono troppe INFORMAZIONI CONTRASTANTI fra loro.
A peggiorare il tutto le tante bufale, spesso ciniche e fuorvianti, che i social offrono a piene mani.
L’effetto negativo è lo smarrimento ed una PAURA LATENTE che accompagna le nostre giornate.
Spero di non annoiare nessuno.
DOPO 15 GIORNI DI RITIRO FORZATO IN CASA, SENTO IL BISOGNO DI BUTTARE FUORI.
Scrivendo, riordino anche le mie idee.
Sono stati i Cinesi? Sono stati gli Americani? Qualche altro potere forte?
Non mi interessa adesso, dare spazio alle varie teorie sul COMPLOTTO.
C’è in atto una emergenza sanitaria che non ha precedenti.
Sbaglia chi ne sottovaluta la gravità. Sbaglia chi ne fa motivo di POLEMICA POLITICA.
Poi ci sarà spazio anche per le COMMISSIONI d’INCHIESTA ed altro ancora, ma DOPO.
Oggi, la stragrande maggioranza degli italiani desidera uscire al più presto da questo INCUBO.
Questa è la priorità irrinunciabile cui dover fare fronte.
Il COVID 19 sta dimostrando che non è più solo un problema per gli anziani.
La pandemia fa morire anche i giovani. Riguarda tutti.
La Lombardia sta esplodendo. Le provincie di Milano, Bergamo e Brescia sono al collasso.
E’ necessario aprire il capitolo TAMPONI.
Oggi i tamponi vengono fatti solo in presenza di sintomi evidenti.
Non si fanno più tamponi agli asintomatici. L’OMS, ritiene raro il contagio dagli asintomatici.
Prima il Veneto e poi la Toscana e L’Emilia Romagna sono favorevoli a far fare TAMPONI A TUTTI.
Anche altre regioni se ne stanno convincendo.
Sostengono, che il COVID 19 si presenta in oltre 80% dei casi senza sintomi o con sintomi lievissimi.
Chi si infetta potrebbe non accorgersi di infettare a sua volta.
Lo screening di massa consentirebbe di individuare chiunque ed adottare le misure di contenimento.
In Corea del Sud il metodo ha funzionato, insieme al controllo dei positivi tramite GPS.
Molti esperti internazionali ed il nostro Governo sono contrari.
Sostengono, che il tampone fatto all’interno dei 14 giorni di incubazione non dà certezze.
Oggi negativo e domani positivo. Non avremmo risolto il problema.
Secondo questi esperti occorrerebbero circa 60 milioni di tamponi e 240 milioni di ore per analizzarli.
Mancano i tamponi e tutto il personale è impegnato in ospedale per le emergenze.
Secondo il governo, la vera risposta risolutiva rimane il distanziamento sociale e lo stare in casa.
LA QUESTIONE STA DIVIDENDO ESPERTI, AMMINISTRATORI ed OPINIONE PUBBLICA.
Il tampone obbligatorio non è previsto neppure per chi è più esposto.
MEDICI, INFERMIERI, FORZE dell’ORDINE che ogni giorno sono in prima linea.
Il 10% degli operatori sanitari è già stato contagiato. Per le forze dell’ordine si tende a nascondere.
Nonostante le richieste di fare tamponi a tutti loro si fanno pressanti, tarda ad arrivare la risposta.
Nel frattempo aumentano anche i decessi.
E’ scandaloso venire a sapere che scarseggiano i tamponi, ma ai VIP viene fatto addirittura a casa loro.
E’ sufficiente qualche linea di febbre per far scattare la NECESSITA’ TAMPONE.
Una VERGOGNA che potevamo risparmiarci.
Anche i FARMACISTI pretendono attenzione e rispetto.
Scarseggiano anche per loro le mascherine.
Attualmente, alcuni cittadini entrano in farmacia manifestando sintomi compatibili con il virus.
Non rispettano la distanza di sicurezza, sono febbricitanti, tossiscono e pretendono assistenza medica.
La situazione si sta facendo sempre più complicata.
I farmacisti, sempre più preoccupati, chiedono di poter proteggersi lavorando a BATTENTI CHIUSI.
UN’ALTRA QUESTIONE STA PREOCCUPANDO LE AUTORITA’ SANITARIE.
Le indicazioni fornite da Istituto Superiore della Sanità e Governo sono di stare a casa.
In presenza di alcuni sintomi, contattare il proprio medico, ma evitare di recarsi in Pronto Soccorso.
Peccato, che stanno aumentando i casi di persone che arrivano in ospedale troppo tardi per evitare la morte.
Uno stillicidio che potrebbe essere ridotto se si fosse in possesso di un SATURIMETRO, che segnala l’ossigeno nel sangue.
Un valore inferiore a 90/95, accompagnato da febbre superiore a 37,5, è indicativo della possibile infezione.
Una corsa in ospedale potrebbe salvare la vita.
Peccato che il saturimetro è come la mascherina. Introvabile in tempi brevi.
Ancora una criticità, che se risolta potrebbe contribuire a salvare tante vite umane.
Non mi posso dimenticare di ALTRE CATEGORIE di LAVORATORI.
Tutti quei lavoratori che lavorano nelle ATTIVITA’ ESSENZIALI.
Lo fanno in silenzio, costretti in un ruolo che oggettivamente è rischioso.
La stessa mobilità per recarsi al lavoro può essere occasione di contagio.
Ma ciò che più conta è la sicurezza sul posto di lavoro.
Ancora gravi sono i ritardi e le omissioni di molti datori di lavoro.
Nel frattempo i lavoratori rischiano e si ammalano.
Il numero dei contagi non diminuisce.
Va preteso che la SALUTE venga sempre messa AL PRIMO POSTO. Non si può derogare.
Padroni buoni ne conosco pochi, ma concedetemi un PLAUSO a Giovanni Rana.
Esistono poi i LAVORATORI PRECARI e coloro che svolgono ATTIVITA’ AUTONOME.
Mi vengono in mente bar, ristoranti, parrucchiere, palestre, teatri o chi ha il banco e fa i mercati all’aperto.
Ormai da qualche settimana queste attività sono sospese e queste persone sono prive di qualsiasi introito.
Se la situazione non si sbloccherà sarà difficile sbarcare il lunario.
Quali le conseguenze possibili? Sarà in grado il Governo di mettere in campo forme di sostegno?
I fatti ci stanno dimostrando, che non siamo di fronte solo ad una emergenza sanitaria.
Realisticamente, ci vorrà ancora tempo per ripristinare una normalità accettabile.
Ci sarà la necessità di sostenere tutti coloro che stanno vivendo con disperazione queste restrizioni.
Anche il prolungato periodo forzato in casa potrà provocare sofferenze psicofisiche non trascurabili.
Esiste il pericolo contagio, ma esiste anche la necessità di poter sopravvivere.
IL GOVERNO CHE FA?
Credo sia sempre facile criticare chi deve prendere le decisioni che contano.
E’ sincero il Presidente Conte, quando afferma che le critiche all’operato del Governo sono molte.
Peccato che ognuno offre soluzioni diverse dall’altro. E allora? Quale è la scelta giusta?
Occorre mettere in campo i fatti.
In Italia ci ritroviamo a combattere una GUERRA SENZA ARMI.
Scarseggiano mascherine, camici protettivi, tamponi e persino respiratori artificiali.
Il nostro paese è scarso produttore di questi DPI, ecco perchè si sta correndo ai ripari.
Alcune aziende stanno tentando di riconvertirsi, ma il bisogno è tale, che ancora è indispensabile richiedere aiuti all’estero.
Purtroppo è in atto una concorrenza spietata tra i vari Paesi per accaparrarsi le mascherine.
Tranne alcuni casi di straordinaria generosità, chi le produce se le tiene.
Il Ministro degli esteri Di Maio ha garantito che arriveranno 100milioni di mascherine al mese.
Questo è il nostro attuale fabbisogno.
Bisogna ammettere che nessuno poteva prevedere la gravità di questa epidemia.
E se anche lo si fosse fatto, in tempi brevi sarebbe stato impossibile recuperare una situazione compromessa.
La politica ha gravi responsabilità.
Negli ultimi 10 anni, la SANITA’ PUBBLICA si è vista sottrarre 37 miliardi di finanziamento.
Si sono persi 70mila posti letto con 359 reparti chiusi, insieme a tanti piccoli ospedali.
Tra il 2009 e il 2017 sono venuti meno 46mila dipendenti. Oltre 8mila medici e 13mila infermieri.
La SPESA MILITARE ha avuto un incremento del 26%.
E l’EUROPA CHE FA?
L’Unione Europea sta affrontando una crisi che non c’è mai stata.
Tutti i Paesi Europei sono colpiti dal COVID 19.
Ciononostante, l’Europa si sta dimostrando una matrigna senza cuore.
Prevalgono gli egoismi nazionali e non uno spirito solidale.
Questa Europa va ricostruita nei suoi valori portanti. Lo dico a chi ancora ci crede.
Questa pandemia si sta trasformando in un gigantesco atto d’accusa.
Ancora una volta ci si preoccupa della possibile caduta dei profitti.
Poco importa di chi muore. Si guarda l’andamento delle Borse.
Persino il Presidente della Repubblica Mattarella ha chiesto che l’Europa intervenga prima che sia troppo tardi.
Le risposte si rimandano e nel frattempo ci si pone domande sul come sarà il dopo emergenza.
Se questa è l’Europa che abbiamo di fronte… il COVID 19 farà aprire gli occhi a molti.
OGGI STIAMO TOCCANDO CON MANO COSA SIA LA MODERNA BARBARIE.
In una recente intervista, il Sindaco di Napoli De Magistris ha citato il problema di chi non ha soldi.
Il Covid 19 sta impoverendo molti italiani e questo può diventare un problema molto serio.
Ieri 27 marzo, a Palermo una ventina di persone hanno ASSALTATO UN SUPERMERCATO.
Sono entrate, hanno riempito i carrelli di generi alimentari ed all’uscita non hanno voluto pagare.
E’ dovuta intervenire la Polizia, mentre scoppiava il panico tra le persone in fila.
Inizia a serpeggiare sui social la protesta.
Si invita a RAZZIARE i supermercati per fame.
A Palermo, un lavoratore su tre lavora in nero e lo stare rinchiuso in casa non consente di sopravvivere.
In Italia, soprattutto al sud, abbiamo tante Palermo e tante Napoli.
Realisticamente, ci vorrà ancora tempo per ripristinare una normalità accettabile.
Ecco perchè, crescerà sempre più il livello di ESASPERAZIONE e quindi anche il rischio di POSSIBILI RIVOLTE.
I fatti ci stanno dimostrando che non siamo di fronte solo ad una emergenza sanitaria.
Ci sarà la necessità di sostenere tutti coloro che stanno vivendo con disperazione queste restrizioni.
Anche il prolungato periodo forzato in casa potrà provocare SOFFERENZE PSICOFISICHE non trascurabili.
Esiste il pericolo contagio, ma esiste anche la necessità di POTER SOPRAVVIVERE.
Non posso nascondere di essere PREOCCUPATO.
Oggi più di ieri, quando io come molti altri, sottovalutammo la virulenza del fenomeno.
Sono stato in buona compagnia. Il senatore Salvini, il presidente Attilio Fontana ed anche il sindaco Sala.
Ma bisogna guardare avanti. Non bisogna perdere la speranza.
Sono sbarcati in Italia 53 SANITARI CUBANI, 37 medici e 15 infermieri.
Presteranno il loro aiuto nell’ospedale da campo di Crema sino alla fine dell’emergenza COVID 19.
Alcuni di loro nel 2014 hanno lavorato in Africa per contrastare l’epidemia EBOLA.
In presenza di un EMBARGO che dura da quasi 60 anni, Cuba non ha smarrito il suo internazionalismo.
Mentre in Europa prevale l’egoismo dei singoli Paesi, Cuba riconferma il suo spirito solidaristico.
L’eroe nazionale di Cuba Jose’ Marti sosteneva che “LA PATRIA E’ L’INTERA UMANITA'”.
Il medico capo delegazione, ha confermato che tutto ciò rimane per loro un valore sacro.
Sarò un inguaribile idealista, ma a loro va il mio GRAZIE.