Con la petizione su change.org– arrivata ormai a 60mila firme – e il servizio delle Iene che metteva in luce l’errore compiuto dalla banca, la storia di Andreas Ceschi sembra avviata a una soluzione positiva.
Clamorosa svolta!
Andreas Ceschi a Santa Croce
Verona, Italia
8 mag 2015 — Dina Tronci, la signora che ha pignorato e messo all’asta il mio appartamento, ha rinunciato all’esecuzione: perciò non devo più (almeno per ora) ricomprare la… mia casa!
Purtroppo potrebbe ancora farla mettere all’asta, perché le ipoteche sulla mia abitazione ci sono ancora, sebbene NON siano state CANCELLATE SOLO PER UN ERRORE del Banco Popolare di Verona. Ma almeno ho il tempo per potermi difendere e chiedere al Banco di riparare al suo errore.
Non dovrebbe essere difficile: il Banco infatti aveva avvertito la società Lithos spa, prima di cederle i crediti (poi rivenduti dalla Lithos alla sig.ra Tronci), che le ipoteche sul mio appartamento erano solo formali: cioè esistevano solo sulla carta perché i crediti garantiti erano stati pagati. E non dovrebbe essere difficile per il Banco dimostrare che anche la sig.ra Tronci sapeva che le ipoteche sul mio appartamento non avevano alcun valore. Infatti, uno dei suoi figli, il dr. Alberto Righini, era l’amministratore delegato della Lithos (e forse… il vero acquirente dei crediti e delle relative ipoteche).
Con questa speranza, che diminuisce ma non può eliminare la mia preoccupazione, ringrazio tutti per l’aiuto morale e le parole di conforto. Vi invito a continuare a sostenere la mia battaglia, diffondendo la petizione tra amici e conoscenti.
Grazie ancora, il vostro sostegno è stato ed è per me fondamentale.
Andreas