Ha organizzato la protesta contro l’assessore processato per stalking. Che l’ha querelata. Ma lei non molla: «Vigileremo su questa amministrazione».
di Nadine Solano
La maggioranza di centrodestra del Consiglio comunale di Pisa ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore alla Cultura Andrea Buscemi presentata da Ciccio Auletta (Diritti in comune) e firmata da altri consiglieri comunali di opposizione. Durante la seduta, tenutasi il 31 luglio, ci sono stati momenti di grande tensione: «Speravo che il sindaco (Michele Conti, ndr) e la Giunta prendessero atto di una situazione insostenibile», ha commentato Auletta. La «situazione insostenibile» ormai è nota: Buscemi, attore e regista teatrale, nel 2009 è stato denunciato per stalking dall’ex compagna Patrizia Pagliarone; nel 2013 è stata pronunciata una prima sentenza di assoluzione, nel 2017 c’è stato il processo d’Appello ma il reato era ormai prescritto. Durante il secondo grado di giudizio il pm ha riconosciuto il «ciclo della violenza» messo in atto dall’uomo e chiesto la condanna a un anno di reclusione. Il procedimento si è poi chiuso, proprio a causa della prescrizione, ma le condotte persecutorie sono state confermate dai giudici in appello, i quali hanno condannato Buscemi al risarcimento dei danni in favore di Pagliarone.
LA BATTAGLIA PER LE DIMISSIONI DI BUSCEMI
Per questi suoi trascorsi, sono in molti a ritenere l’attore inadeguato a un ruolo istituzionale. Qualche settimana fa Elisabetta Vanni ha lanciato una petizione per chiedere le sue dimissioni, che ha in breve tempo superato le 40 mila firme; la battaglia è stata subito condivisa dalla Casa della Donna di Pisa, che lo scorso 17 luglio ha organizzato un sit-in al quale hanno preso parte oltre 250 persone. Persone appartenenti al mondo dell’associazionismo ma non solo; donne e uomini.
L’ASSESSORE CONTRO LA CASA DELLA DONNA
Proprio il 31 luglio, davanti Palazzo Gambacorti, c’è stata una nuova protesta. Le partecipanti, però, non hanno potuto assistere al Consiglio comunale poiché era a numero chiuso. È entrata solo una piccolissima delegazione capitanata da Carla Pochini, presidente della Casa della onna, già querelata per stalking – pensate un po’ – da Buscemi, il quale si sente letteralmente e ingiustamente perseguitato tanto che il 30 luglio ha pure sporto denuncia presso le forze dell’ordine «per aver ricevuto», ha raccontato su Facebook, «circostanziate minacce». Minacce per la sua vita, anche. Delle quali ritiene la Casa della donna «mandante morale». «Il nostro centro antiviolenza è attivo da 25 anni e gestito da professionisti altamente specializzati», replica Pochini a Letteradonna.it. «Abbiamo aiutato concretamente migliaia di donne e facciamo parte, appunto, della rete Dire. Anzi, siamo fra le socie fondatrici. Se vuole affrontare determinati argomenti, Buscemi deve studiare».

Carla Pochini, presidente della Casa della Donna di Pisa.
DOMANDA. Cominciamo dalle accuse che Buscemi vi ha rivolto.
RISPOSTA. Secondo lui siamo le mandanti morali. Io dico solo che Buscemi dovrebbe tenere un profilo diverso, ricordandosi del ruolo istituzionale che ricopre. Ci ha offeso e continua a offenderci con parole molto pesanti, ci ha dato delle naziste, si è paragonato a Giacomo Matteotti e agli ebrei perseguitati. Questo modo di esprimersi nei nostri confronti e nei confronti dei cittadini in generale, questo atteggiamento sono la cornice del personaggio: non sta facendo altro che dimostrare chi è.
Eppure, guardando il suo profilo Facebook, è evidente che ha diversi sostenitori.
Certo, del resto è un uomo pubblico. Lo è sempre stato, a parte la sua nomina di assessore. Fa teatro, ha condotto trasmissioni televisive, in passato i giornalisti gli hanno dato molto spazio e lui è sempre stato un amante delle esternazioni di vario tipo. Non dimentichiamo, poi, che è un attore. Quindi sa bene come risultare convincente. Ma sono tanti quelli che hanno le idee chiare sul suo conto.
La mozione di sfiducia però è stata respinta.
Già. Credevamo che la conclusione sarebbe stata diversa, soprattutto perché in campagna elettorale il sindaco si era espresso in modi molto diversi rispetto a ora.
Cioè?
Ci ha scritto per due volte, affermando che riconosceva il valore dell’attività svolta in 25 anni dalla Casa della Donna e che il problema della violenza di genere sarebbe stato nella sua agenda politica. E poi cosa ha fatto? Ha premiato uno stalker. La sentenza finale a noi importa fino a un certo punto. C’è stata la prescrizione e bisogna tenerne conto. Così come bisogna tener conto del fatto che Buscemi è stato condannato al risarcimento dei danni: vuol dire che ha torto e non ci sono dubbi.
Cosa farete adesso?
Innanzitutto non smetteremo di vigilare su questa amministrazione. Anche perché è accaduta un’altra cosa che riteniamo grave.
Cosa?
Durante la seduta del Consiglio comunale è stato chiesto al sindaco cosa pensasse delle prese di posizione della ministra Giulia Bongiorno e della parlamentare Mara Carfagna proprio in riferimento al caso Buscemi, e lui ha affermato di non sapere nulla.

Carla Pochini, presidente della Casa della Donna di Pisa durante una manifestazione.
C’è chi tende a credere che il problema sia politico: con una maggioranza di centrodestra e la mozione di sfiducia è stata presentata dalla sinistra.
Non è affatto una questione di schieramenti, la violenza sulle donne non ha colore politico ma è trasversale. A dimostrazione di ciò, noi accogliamo donne – 200/250 ogni anno – di qualsiasi idea politica, di qualsiasi orientamento sessuale, di qualsiasi provenienza geografica. Trovo sia assurdo pensare che questa sia semplicemente una battaglia della sinistra. Così come è assurdo chiudere il Consiglio comunale e impedire ai cittadini di andar lì ad ascoltare.
Andrea Buscemi l’ha querelata.
Abbiamo passato tutto alle legali di Dire, la rete nazionale dei centri antiviolenza.
L’assessore sostiene di essere contro la violenza di genere. Ha detto anche di essere andato da un illustre psichiatra il quale gli ha detto che l’avrebbe stalkerizzato.
Che vada pure da chi crede. Io so soltanto che il nostro centro antiviolenza è attivo da 25 anni e gestito da professionisti altamente specializzati. Abbiamo aiutato concretamente migliaia di donne e facciamo parte, appunto, della rete Dire. Anzi, siamo fra le socie fondatrici. Se vuole affrontare determinati argomenti, Buscemi deve studiare.
Non avrete più rapporti con l’assessorato alla Cultura.
Finché ci sarà lui, no. Intendiamo però portare avanti i rapporti con il sindaco, che tempo fa ha dichiarato di voler essere il nostro garante.
Per la protesta del 31 luglio avete indossato abiti rossi. Stessa cosa hanno fatto alcune donne vicine a Buscemi: una provocazione, una sorta di presa in giro?
Non saprei. Però il rosso stava bene anche a quelle donne. E durante il processo a Buscemi, più volte sia la sua legale sia la sua compagna hanno indossato qualcosa di rosso: le scarpe, una sciarpa. Un colore che dona molto, non c’è che dire.
A settembre ricomincerete con la vostra battaglia.
Sì, stiamo già studiando nuove strategie, chiamiamole così. E voglio ribadire che la mobilitazione contro Buscemi non è stata portata in piazza soltanto dalla Casa della Donna ma da un’ampia parte politica che crede nella civiltà e in determinati valori. Da qui dobbiamo ripartire.
2 agosto 2018