Qui sotto, contrariamente a quanti sostengono che le nuove leggi in materia di lavoro siano state fatte per innovare, viene rappresentata una realtà ben diversa e poco rispettosa della Costituzione.
Infatti, con la modifica dell’articolo 18 della L. 300/70 (Statuto dei lavoratori), si è fatta una piroetta all’indietro nel medioevo dove le signorie avevano diritti incondizionati sulla povera gente mettendo al bando nel proprio feudo. Queste nuove leggi in materia di lavoro, come nel medioevo, penalizzano l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione dove recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…“.
Questi governi, sostenuti e/o fatti da un’imprenditoria che considera le regole e la democrazia come la peste, ci stanno, pian piano, portando di nuovo ad una società piena di ingiustificate privazioni… compresa quella della parola.
Manteniamo fermi i paletti duramente conquistati degli articoli della Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascismo.
Un altro buon motivo per dire NO alla deforma della Costituzione voluta dai poteri forti come la J P Morgan.
Un altro buon motivo per aggregare tutte le energie in un soggetto come un partito (come lo era stato il P.C.I.) che sappia dare forza democratica al paese.
MOWA
Nelle settimane che verrano sono previste molteplici iniziative di solidarietà ai 5 lavoratori licenziati, organizzate da sigle e organizzazioni differenti.
Per quanto ci concerne, oltre che ad ampliare le firme a sostegno del nostro appello, siamo impegnati nell’organizzazione di una giornata di dibattito e confronto pubblico sui risvolti giuridici, sindacali e politici della vicenda dei cinque licenziati Fiat (ora FCA) che si terrà a Napoli il prossimo 16 settembre. Speriamo di darvi a breve notizie precise sull’iniziativa.
Nel frattempo, pubblichiamo una lettera aperta dei 5 lavoratori licenziati che vuole chiarire il senso delle iniziative di resistenza che hanno messo in campo.
FARE DEL 20 SETTEMBRE UNA GIORNATA PER LA LIBERTA’ DI OPINIONE E DI SATIRA
Il dibattito che si sta creando intorno a noi ormai ha superato i confini del nostro caso e sta diventando una questione generale. “Si può ancora parlare liberamente nei luoghi di lavoro e di questioni di lavoro”. “E’ ancora possibile criticare l’operato del proprio datore di lavoro?”
Gli stimoli che hanno risvegliato la sensibilità pubblica su questi temi sono stati, da una parte, la nostra determinazione nel far conoscere la nostra situazione attraverso una mobilitazione continua per uscire dall’invisibilità a cui i mezzi di comunicazione e buona parte della politica ci avevano relegato; dall’altra, l’appello per la libertà di opinione per i lavoratori lanciato da un gruppo di intellettuali che ha raccolto più di mille firme tra lavoratori, intellettuali, giuristi, politici e sindacalisti. Un mondo non omogeneo che spesso, negli ultimi anni, ha avuto pochi rapporti con gli operai.
La mobilitazione ha coinvolto queste persone perché affronta dei temi generali che sono alla base dell’ordinamento dell’attuale società. Rispetto al “servaggio” in cui gli imprenditori e i politici vorrebbero relegare gli operai l’unica difesa è la mobilitazione, la critica, ma senza libertà di parola tutto questo è impossibile. Ma la libertà di parola è anche il diritto fondamentale a cui si appellano tutti quelli che credono nella democrazia.
Coloro che hanno firmato l’appello per la “nostra” libertà di opinione hanno capito che così facendo difendevano anche il loro diritto di opinione, consapevoli che la negazione di questo diritto fondamentale nei luoghi di lavoro aprirebbe la strada per negarlo dappertutto.
Intorno a questi temi e sull’onda delle nostre iniziative e dell’appello per la libertà di opinione, si è avuta una grande mobilitazione con discussioni, articoli sui giornali, assemblee che ancora continua.
Dal canto nostro, anche se ormai con grande sforzo, abbiamo stilato il programma delle ultime iniziative da fare: un presidio permanente fuori ai cancelli dello stabilimento FIAT di Pomigliano fino al 3 settembre, da trasferire poi dopo davanti alla sede del comune a Napoli.
Oltre alle nostre iniziative, ci saranno:
Il 16 una tavola rotonda al Maschio Angioino organizzata dai primi firmatari dell’appello per la libertà di opinione per i lavoratori.
Il 20 settembre manifestazioni e presidi a Napoli, che diverse realtà politiche e sociali, su chiamata della dirigenza nazionale del SI COBAS, hanno organizzato per quel giorno.
A questi organismi e ai cittadini solidali che metteranno in campo queste iniziative chiediamo che esse siano caratterizzate da un clima gioioso e ironico che abbiano come fulcro l‘emblema della nostra battaglia: la satira e la possibilità di farla liberamente.
Ormai manca meno di un mese alla causa d’appello sul nostro licenziamento. Il dibattito in corso, che ha coinvolto anche specialisti del diritto, ha sottolineato la sproporzione che c’è tra i fatti che ci sono contestati e il nostro licenziamento da una parte, e le sentenze fin qui emesse dalla magistratura a noi sfavorevoli dall’altra.
Noi pensiamo che la sensibilità dimostrata da tanti intellettuali per i temi generali che il nostro caso pone, sia presente anche in molti settori della magistratura. Noi speriamo che la nostra causa di appello sia l’occasione per dimostrare che in Italia gli operai possono ancora esprimere liberamente critiche all’operato dei datori di lavoro. Che il Diritto di Opinione sia ancora valido.
I CINQUE LICENZIATI FIAT
1 settembre 2016