Ancora un attacco a un’organizzazione che aiuta le vittime della guerra. Bombardato l’ufficio di Oxfam ad Al Dhale’e, aiuti umanitari sospesi Appello anche all’Italia: stop alla vendita di armi all’Arabia Saudita e alle altre parti in conflitto
Aiuti, differenza tra vivere e morire
L’ufficio di Oxfam ad Al Dhale’e, nel sudest dello Yemen, è stato attaccato intorno nella notte del 22 dicembre a colpi di razzi, e non per errore. Non è stato il primo attacco nella zona strutture di agenzie umanitarie. ‘Aiuti per vivere = aiuto alla resistenza’ la logica degli assassini.
«A causa del bombardamento Oxfam, per ragioni di sicurezza, è stata quindi costretta a sospendere temporaneamente le operazioni di soccorso nel Governatorato, dove è al lavoro per garantire l’accesso ad acqua pulita, cibo e servizi igienico ad una popolazione stremata da quasi 5 anni di conflitto». Conseguenze immediate?
«Questo Natale 1.359 famiglie non potranno ricevere aiuti economici per l’acquisto di beni alimentari e altre 5.000 non potranno usufruire di interventi per il ripristino di infrastrutture essenziali».
Armi assassine a sauditi ed Emirati
«Paesi come l’Italia che negli ultimi anni hanno autorizzato l’export di miliardi di euro di armamenti verso paesi coinvolti nel conflitto come l’Arabia Saudita o gli Emirati Arabi, hanno responsabilità gravissime, nell’aver alimentato un conflitto che dal marzo 2015 ha causato oltre 12 mila vittime civili».
«Oxfam ha soccorso oltre 3 milioni di yemeniti dall’esplosione del conflitto, ma se le organizzazioni umanitarie non saranno in grado di fornire aiuti, ancora in tantissimi moriranno. La comunità internazionale, l’Italia devono smettere di girarsi dall’altra parte e agire immediatamente prima che sia troppo tardi per fermare uno dei conflitti più atroci dalla fine della Seconda Guerra Mondiale».
“La nostra priorità in questo momento è garantire la sicurezza dei nostri operatori sul campo”, ha detto Muhsin Siddiquey, direttore di Oxfam in Yemen. “Le organizzazioni umanitarie non possono essere un obiettivo e devono essere messe nelle condizioni di operare per soccorrere la popolazione, senza che sia minacciata la loro vita”, ha proseguito, aggiungendo che “le organizzazioni che come Oxfam sono al lavoro sul campo, sono una fonte essenziale di aiuto per garantire la sopravvivenza di milioni di yemeniti. I primi a fare le spese degli attacchi agli attori umanitari sono uomini, donne e bambini innocenti”.
Guerra mostro e disumanità
In questo momento oltre 24 milioni di yemeniti, circa l’80% della popolazione di un paese devastato, dipende totalmente dagli aiuti umanitari anche solo per bere, mangiare, curarsi. E nonostante il cessate il fuoco stabilito con gli accordi di Stoccolma il 13 dicembre 2018, la città portuale Hodeidah (la principale del Paese) rimane il luogo più letale e pericoloso dello Yemen per migliaia di famiglie innocenti, con un quarto di tutte le vittime civili del paese nel 2019: 799 tra morti e feriti e il 40% degli oltre 2.100 attacchi sui civili.
La più grave emergenza umanitaria al mondo
Nessun cambiamento, nessuna tregua rispetto all’anno precedente. E in tutto il Paese si continua a scappare dalla violenza. «Solo nel 2019 si sono registrati 390.000 sfollati. Lo Yemen è ormai un paese fantasma con 10 milioni di persone rimaste letteralmente senza cibo sull’orlo della carestia e altre 7 milioni già colpite da grave malnutrizione. In moltissimi non hanno più accesso a ospedali, mercati, acqua potabile». La più grave emergenza umanitaria al mondo, denunciano le 15 organizzazioni umanitarie al lavoro per cercare di frenare per quanto possibile il massacro.
Appello natalizio (ma solo per buona fede) «a tutte le parti in conflitto, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ai leader mondiali, affinché sia attuato con urgenza l’accordo di Stoccolma, dicono i responsabili di Oxfam che sottolineano quanto sia importante bloccare l’export di tutte le tipologie di armi verso tutte le parti in conflitto, non solo quello di missili e bombe verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Ponendo così fine ad un giro d’affari che ha contribuito, anche se indirettamente, al massacro del popolo yemenita».
Siria, bombe e bambini
E’ di almeno 8 morti, tra i quali cinque bambini (nota dell’Ansa), il bilancio di un raid aereo su un edificio scolastico utilizzato come rifugio in un villaggio nella provincia di Idlib, nel nord della Siria. Idlib, ultima roccaforte delle opposizioni anti-Assad, è teatro di una massiccia offensiva terrestre delle forze governative siriane.
25 Dicembre 2019