Se, anche, la prestigiosa università di Vienna (vedi post sotto) per voce di Michael Freissmuth, responsabile di Farmacologia, (e, prima ancora, il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Silvio Garattini) boccia l’omeopatia e la qualifica senza mezzi termini come: “Ciarlataneria” e che “L’omeopatia non ha fondamento scientifico. Non può essere studiata perché è un’opinione“, perché, allora, in alcune Fondazioni IRCCS (Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, il 26 maggio scorso) sono stati tenuti corsi della cosiddetta Ecm (Educazione continua in Medicina) corso di formazione che fornisce punti validi per la formazione obbligatoria dei medici (la cosiddetta Ecm, Educazione continua in Medicina) sponsorizzate, scrivono le cronache dei quotidiani, “da diverse aziende, tra cui il big dell’omeopatia Guna“? [1]
O, ancora. “Una settimana prima, a Palermo, l’Ordine dei medici del capoluogo siciliano patrocinava l’incontro “O m e opatia. L’altro lato della Medicina”. Anche questo valido per la formazione dei medici e sponsorizzato da aziende (tra le altre Boiron)“? [1]
Di nuovo. “Qualche giorno prima era stata la volta di Reggio Emilia e poi Frosinone, Bologna e ancora Milano, al Niguarda, con un corso sull’uso dei prodotti omeopatici per le malattie degli occhi dei bambini“? [1]
E’ corretto ma soprattutto, onesto, con le conoscenze che abbiamo oggi, a dimostrazione sull’inultilità funzionale dell’omeopatia, rivolgersi a dei malati che dovrebbero avere maggior attenzione?
Non dimentichiamo il piccolo Francesco che morì il 25 maggio u.s. a, soli, 7 anni per le complicanze di un’otite curata con soli prodotti omeopatici.
MOWA
Un’università austriaca vuole bandire granuli & Co dal piano di studi in medicina. E c’è chi chiede di fare lo stesso in Svizzera
BERNA – Sono solo minuscoli granuli, ma se a toglierseli dalle scarpe è un’università come quella di Vienna l’effetto è quello di un macigno che rotola. L’omeopatia è stata cancellata infatti dai programmi della facoltà di medicina. Secondo Michael Freissmuth, responsabile di Farmacologia: «L’omeopatia non ha fondamento scientifico. Non può essere studiata perché è un’opinione». Dello stesso parere è l’immunologo Beda Stadler: «Mi auguro che altre università, anche in Svizzera, seguano» ha detto. Ma non tutti la pensano così. In quasi tutti gli atenei si insegna l’omeopatia nell’ambito delle lezioni sulla medicina complementare.
Gli atenei interpellati non rispondono però alla domanda se insegnano procedure non scientifiche. Si limitano invece a dire che si basano sul mandato pubblico. L’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) prescrive infatti «conoscenze adeguate» per i futuri medici.
All’Università di Berna è un dato di fatto che tali metodi vengono usati da molti, «indipendentemente dal fatto che scientificamente possa essere dimostrata un’efficacia nei singoli casi». Un punto di vista condiviso anche dalla dottoressa e omeopata Gisela Etter: «La scienza moderna convive col fatto che non esiste una sola verità. La ricerca qualcosa di aperto».
Dal 2017 l’omeopatia viene pagata dall’assicurazione malattia di base se viene prescritta da medici adeguatamente formati. «Non c’è stata nessuna dichiarazione che l’omeopatia è efficace» dice un portavoce dell’Ufsp. Corrisponde semplicemente al desiderio della popolazione che la Confederazione tenga conto della medicina complementare. Medicina che nel 2009 ha superato lo scoglio del voto. Nel 2015 i rimborsi per prestazioni omeopatiche hanno raggiunto gli 8 milioni di franchi. Granulo più, granulo meno.