di Gianni Barbacetto
In oltre la metà delle scuole, degli asili e dei parchi di Milano si respira una quantità di biossido d’azoto fuori norma, sopra le soglie di legge. Lo ha dimostrato una ricerca fatta dai genitori dei bambini milanesi e coordinata dall’associazione “Cittadini per l’aria”. Una analisi fai-da-te, ma con tutto il rigore scientifico garantito dai laboratori della Società chimica italiana. “Scienza partecipata”, la chiamano, cioè un mix di volontariato civico e contributo di esperti.
Vi hanno partecipato 277 mamme e papà che nei mesi scorsi si sono iscritti all’associazione pagando i 30 euro necessari a finanziare l’operazione, poi sono andati in un negozio di corso Garibaldi, Patagonia, dove hanno ritirato il kit: una piccola provetta da piazzare su un palo della luce o di un segnale stradale, a 2 o 3 metri d’altezza, davanti alla scuola, asilo o giardino frequentati dai propri figli. Tolto il tappo inferiore, le provette hanno assorbito per un mese l’aria cittadina. Poi sono state ritirate e portate in laboratorio, per l’analisi scientifica della concentrazione di biossido d’azoto (No2) catturato nel mese di esposizione, tra il 2 febbraio e il 2 marzo 2018.
Risultati preoccupanti: la metà delle provette documenta una presenza di No2 superiore ai 40 microgrammi per metro cubo, che è la soglia considerata dannosa per la salute. Le provette sono state esposte davanti a 157 scuole e asili; a 39 parchi, giardini e aree giochi; e ad altri 81 luoghi di Milano. Fuorilegge le concentrazioni di No2 nel 55 per cento dei casi: il 50 per cento di scuole e asili di Milano e addirittura il 56 per cento di parchi e giardini dove i bambini vanno a giocare.
L’associazione “Cittadini per l’aria” aveva promosso una rilevazione simile anche nel 2017, con risultati peggiori: era risultato sopra la soglia l’84 per cento delle provette analizzate. Aria migliorata in un anno? No, spiegano i promotori: quest’anno la ricerca ha avuto come target specifico i luoghi frequentati da bambini e ragazzi e le provette sono state piazzate in luoghi scelti, scuole, asili, giardini; mentre lo scorso anno i luoghi erano soprattutto incroci e strade trafficate, dove l’inquinamento è certamente maggiore. Resta confermata la cattiva qualità dell’aria a Milano, avvelenata dagli ossidi d’azoto, tra cui l’No2.
Origine principale di questo inquinante sono i motori diesel: il 73 per cento delle emissioni di queste sostanze nell’area metropolitana di Milano proviene infatti dai mezzi di trasporto. Anche i diesel di ultima generazione, gli Euro 6, su strada violano i limiti Ue alle emissioni in nove casi su dieci e producono ossidi di azoto in quantità fortemente superiori a quanto dichiarato, dal doppio fino a 13 volte di più. Secondo gli esperti epidemiologi che hanno analizzato i dati del 2017, è possibile stimare a Milano 594 decessi aggiuntivi ogni anno dovuti all’inquinamento da No2. I livelli di biossido d’azoto oltre la soglia di legge sarebbero dunque responsabili di un decesso ogni 15 ore. Ma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) registra effetti negativi sulla salute già al di sotto della soglia di legge, per concentrazioni superiori ai 20 microgrammi per metro cubo.
Secondo l’Oms, il biossido di azoto aumenta la frequenza dei sintomi di bronchite nei bambini asmatici e dei ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie. Ed è soltanto uno dei tanti veleni presenti nell’aria di Milano. Negli stessi giorni in cui i “Cittadini per l’aria” hanno reso noti i risultati della loro ricerca, l’Arpa regionale ha comunicato che dall’inizio dell’anno a oggi un altro pericoloso inquinante, il Pm10, è stato oltre le soglie per 31 giorni: quasi già raggiunto il limite di 35 giorni previsto dall’Unione europea prima di far scattare le mute, la procedura d’infrazione e il rinvio per inquinamento davanti alla Corte di giustizia europea.
Il Fatto quotidiano, 24 maggio 2018