“Il Canada si sente tradito, violato e colpito irragionevolmente dal grande fratello”. Ecco quanto scritto in un rapporto da un economista della Scotiabank dopo l’annuncio americano di giorni fa di imporre nuovi dazi sui prodotti canadesi. Tuttavia, come i politicanti canadesi hanno infine risposto ai sopraccitati trattamenti? Di recente, una delegazione dei governatori di 13 province e regioni canadesi si è recata negli USA per persuadere i membri del Congresso, gruppi commerciali e leader del lavoro americani, cercando di convincere gli Stati Uniti a risparmiare il Canada.
Una cosa ancora più assurda è che per convincere gli USA, questi politicanti hanno addiritura giocato la “carta Cina”, descrivendo la Cina “una nemica economica comune”. Ad esempio, il governatore della provincia dell’Ontario ha dichiarato che durante la ricerca del “disacoppiamento” dalla Cina, gli USA hanno bisogno del sostegno delle varie province canadesi, e a questo punto il Canada può fare una cosa simile imponendo alti dazi sui prodotti made in China e disporre restrizioni sugli investimenti cinesi in settori chiave. Questa posizione canadese è stata ironizzata dalle persone come un comportamento da mendicante.
Da una parte, essendo umiliato frequentemente dagli USA il Canada si preoccupa per i danni ai propri interessi, dall’altra, non avendo la forza di “combattere con gli USA, i politicanti canadesi ha avuto un’idea sporca: opporsi pubblicamente e diffamare la Cina, e utilizzare questa strategia come prova di fedeltà agli USA per uno scambio di grazia. Metodi del genere non sono affatto sconociuti alle persone. In questi anni, dall’arresto e la detenzione illegali di Meng Wanzhou, dirigente di Huawei, alla diffusione della diceria sull’ “ingerenza” cinese nelle elezioni generali canadesi, dalla cooperazione nella cosiddetta “Strategia Indo-Pacifico” degli USA, all’invio di navi militari nelle acque dello Stretto di Taiwan e del Mar cinese meridionale per pattugliamento, fino al divieto all’uso delle apparecchiature 5G cinesi e l’annuncio unilaterale di imporre dazi aggiunti del 100% sulle auto elettriche made in China, il Canada ha varato continuamente misure contro la Cina nei campi di politica, sicurezza, tecnologie e economia, tra queste alcune sono state “chieste” da altri, alcune sono state create da Canada stesso.
In realtà, se si valutano le relazioni tra Cina e Canada in modo razionale, si vede che tra questi due Paesi non esistono conflitti di interessi, e per un lungo periodo, i rapporti bilaterali si sono trovati anche nella prima fila delle relazioni tra Cina e Paesi occidentali. La Cina è la seconda partner commerciale, fonte di importazione e mercato di esportazione del Canada. Negli oltre 9 anni dell’amministrazione di Justin Trudeau, all’inizio i rapporti tra Cina e Canana hanno registrato un buono sviluppo, tuttavia, da quando gli USA hanno iniziato a considerare la Cina “la maggiore avversaria strategica” e contenere e reprimere la Cina a 360°, il modo di aigre del Canada si è messo a cambiare, e il Paese ha preferito fare il pioniere e soldato della strategia americana anti Cina. Ciò ha causato il continuo “raffredamento” delle collaborazioni tra Cina e Canada e ha fatto lo stesso Canada a pagare caro.
La “carta Cina” non può essere usata come scudo. “può essere pericoloso essere nemico degli USA, ma essere amico degli USA è fatale”, si evince che ora i politicanti canadesi abbiano una comprensione più appforondita su queste parole di Kissinger. Sotto le bacchettate degli USA, non importa quanto i politici canadesi scodinzolino e implorino pietà, queste azioni non possono fare altro che perdere la dignità nazionale e la personalità davanti a tutto il mondo!
15-Feb-2025