Oms e unicef stanno mettendo in campo tutte le risorse, ma chiedono collaborazione
GINEVRA, 5 GIUGNO – Siria e Yemen sono i due paesi dove attualmente lo sforzo sanitario delle organizzazioni umanitarie è dispiegato più largamente. Se in Siria, divorata dalla guerra civile, una delle emergenze è rappresentata dalle vaccinazioni contro il morbillo, nello Yemen il problema è rappresentato dalla drammatica diffusione del colera.
SIRIA
La scorsa settimana OMS e UNICEF hanno affiancato il Ministero della Salute siriano in una campagna nazionale di vaccinazione che ha raggiunto oltre 2 milioni di bambini di età compresa tra 7 mesi a 5 anni, in 12 dei 14 governatorati del paese. L’UNICEF ha fornito 3 milioni di dosi di vaccino anti-morbillo, altrettante siringhe e scatole di sicurezza e ha organizzato la campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione, condotta attraverso affissioni, distribuzione di volantini e altri mezzi. Sono stati oltre 8.000 gli operatori coinvolti negli ambulatori e nei team sanitari mobili, che nei 5 giorni della campagna hanno raggiunto i bambini in ogni luogo, inclusi i centri per sfollati.
Prima della guerra civile in Siria i tassi di immunizzazione erano fra i più alti del Medio Oriente. Dall’80% del 2011 si è scesi a una copertura vaccinale del 41% (dato del 2015). In alcune aree del paese teatro del conflitto le vaccinazioni di base sono interrotte da tempo, e questa situazione ha innescato focolai epidemici di malattie infettive come il morbillo. Team mobili sono stati indispensabili per raggiungere le località più remote come Mabrouka, in pieno deserto nel nord-est della Siria, dove circa 2.000 civili si sono rifugiati in un accampamento spontaneo. Queste famiglie sono fuggite da zone teatro di feroci combattimenti tra esercito siriano, ribelli e ISIS, come Raqqa, Deir-ez-Zor e Manbij.
La carenza di infrastrutture sanitarie e le pessime condizioni igieniche rendono questo accampamento un terreno ideale per la proliferazione di malattie infettive potenzialmente letali per l’infanzia come il morbillo. Sono circa 700 i bambini di questo insediamento che hanno beneficiato della vaccinazione.
YEMEN
Oltre 1.000 bambini colpiti da diarrea acquosa acuta sono stati registrati ogni giorno presso le strutture sanitarie.
In un solo mese, almeno 532 persone sono morte a causa del colera, compresi 109 bambini; questi numeri si riferiscono solamente ai casi verificati, ma il dato potrebbe essere molto più alto. In risposta all’epidemia, l’UNICEF ha inviato tre aerei con oltre 40 tonnellate di aiuti di prima necessità che comprendono medicine, sali per la reidratazione orale, kit per malattie diarroiche e fluidi per terapie endovenose per curare oltre 50.000 pazienti; ma i bisogni continuano a crescere, vista la scarsa disponibilità di medicine e altri materiali medici essenziali.
”La situazione in Yemen è sull’orlo del disastro; i sistemi idrici, igienico sanitari e per la salute sono tutti al collasso, oltre 27 milioni di yemeniti sono di fronte ad una terribile catastrofe umanitaria. Le vittime più grandi di questa tragedia causata dall’uomo sono le popolazioni più vulnerabili dello Yemen: i suoi bambini”, ha detto Meritxell Relaño, rappresentante UNICEF in Yemen. ”E’ necessario che la comunità internazionale dia supporto ai servizi sociali come acqua e servizi igienico sanitari con investimenti di lungo periodo, altrimenti le epidemie colpiranno di nuovo e saranno ancor più letali”.
Con impianti di trattamento delle acque poco funzionanti, le acque di scolo e l’immondizia non raccolta si stanno accumulando nelle aree residenziali e stanno contaminando le fonti d’acqua. Due terzi della popolazione dello Yemen non ha accesso ad acqua potabile, metà delle strutture sanitarie del paese non sono operative e il personale medico non viene pagato da oltre 8 mesi; il sistema sanitario indebolito dello Yemen è completamente travolto dalla portata dell’emergenza colera.
L’organizzazione dell’Onu e i suoi partner stanno lavorando ininterrottamente per rispondere all’epidemia e hanno fornito supporto a oltre 200 centri per la reidratazione orale nel paese, dove i pazienti vengono controllati e viene data assistenza medica immediata; l’UNICEF sta inoltre supportando i centri per la cura della diarrea per i casi più gravi. L’UNICEF sta aiutando a fornire acqua potabile clorurata e a disinfettare pozzi, punti per il rifornimento delle cisterne d’acqua e serbatoi per immagazzinare l’acqua.
(@novellatop, 5 giugno 2017)