Foto: Qui su i libri del Partito Comunista d’Ucraina dati alle fiamme nell’indifferenza dei media.
Bene! Anzi, male, malissimo. Se prima qualcuno aveva dubbi sull'”Operazione Ucraina” da parte della borghesia imperialista ora può smettere di averli. Infatti, come nel secolo scorso, l’imperialismo Nord Americano con i suoi amici occidentali si stanno prodigando, usando i reazionari per sgominare ogni partito che difenda gli oppressi: i comunisti in primis. Per l’imperialismo è meglio (al momento) un nazista, con tutto ciò che ne consegue, che un democratico comunista… Cerchiamo di non dimenticarlo mai!
MOWA
Mentre le truppe di Kiev continuano la loro avanzata verso Est e le sofferenze dei civili continuano, il ministro della Giustizia ha avviato la pratica per bandire il Partito Comunista che alle ultime legislative del 2012 prese il 13%. Si tratta dell’ennesima prova di “democrazia” del nuovo governo di Kiev.
di G.B.
Passi per i simboli che richiamano al passato di collaborazionismo affianco del Terzo Reich nella Seconda Guerra Mondiale, passi per le bombe sui civili da Slavyansk fino a Kramatorsk, ma ora il nuovo governo di Kiev sembra quasi andare avanti senza più peritarsi nemmeno di nascondere le proprie intenzioni. Il ministro della Giustizia ucraino Pavlo Petrenko infatti ha annunciato di aver avviato una procedura giudiziaria per bandire in Ucraina il partito comunista, accusato di sostenere i separatisti filorussi, che a Kiev vengono accusati di essere terroristi e di essere gli unici responsabili dell’escalation di violenza nel Paese. Il partito comunista ucraino non è propriamente un partito marginale nella vita interna del Paese dal momento che nelle ultime elezioni legislative del 2012 ha ottenuto il 13%. Ovviamente però l’Occidente ha tutto l’interesse nello spazzare via un partito che sin da subito si è schierato contro le rivolte del Majdan, denunciando le ingerenze dell’Occidente e degli Stati Uniti e soprattutto la presenza dell’estrema destra filonazista nelle schiere dell’opposizione. Non solo, proprio a ridosso della rivolta di febbraio diversi membri del partito comunista sono stati picchiati e ricattati e la stessa sede del Partito Comunista d’Ucraina a Kiev è stato barbaramente occupato dalle bande neofasciste per diversi giorni e dato alle fiamme, il tutto nella totale indifferenza dei media, come sei comunisti in fin dei conti fossero esseri umani di serie B. Così l’Occidente parla di “democrazia” in Ucraina ma è perfettamente d’accordo nella cancellazione completamente arbitraria di un partito che rappresenta una parte non minoritaria della società ucraina, una sorta di colpo di spugna che ci porta alla mente il buio di ormai settant’anni fa, quando le bande di Bandera fucilavano comunisti ed ebrei. Oggi le bande che si rifanno a quella eredità governano, mentre essere comunisti in Ucraina rappresenta un pericolo reale per se stessi e per la propria famiglia. Ricordiamo che il segretario del Partito Comunista d’Ucraina, Simonenko, ha visto la sua casa venire distrutta dai neonazisti e ha subito diversi attentati che lo hanno indotto a ritirare la sua candidatura per le presidenziali del 2014 vinte da Poroschenko, in elezioni considerate regolari ovviamente da Usa e Ue.
9 luglio 2014