Un ottimo libro, di facile lettura e comprensione… Consigliato a chi non vuole ignorare perché, oggi, ci si trova in questa situazione difficile. iskrae
Gabriele Ciulla
Presentato a Roma il libro dell’ex sindaco di Napoli. Assieme a lui Scarpinato e Rossella Guadagnini
Serata scottante quella del 28 gennaio, uno squarcio di realtà occulta, non visibile alla maggior parte del popolo, è stata rivelata a chiare lettere. Se ne è parlato nella libreria Feltrinelli di Appia Roma, con la presentazione del libro dell’ex magistrato e politico Luigi de Magistris “Poteri Occulti”, in presenza di Roberto Scarpinato, ex magistrato, membro della Commissione Parlamentare Antimafia e Senatore pentastellato della XIX Legislatura, presentato e coadiuvato dalla giornalista Rossella Guadagnini.
“Un filo nero” come dice de Magistris, che annette e connette tutti quegli eventi che hanno segnato la storia nera della Repubblica Italiana e di cui la maggior parte delle persone ne sono ignare.
La libreria si è riempita per ascoltare bene tutti i fatti che forse contorti e opachi hanno segnato la schiena del nostro “Bel Paese”, ancora oggi non ci sono chiarezze, soluzioni e una volontà antitetica rispetto a tutto ciò che è accaduto da parte del Governo.
Dalla prima Repubblica, qualche anno dopo la fine della guerra e successivamente la formalizzazione della Costituzione ad oggi, c’è un collage di eventi che delinea il macabro progetto di forze oscure, appunto “Poteri Occulti” che hanno operato ed operano per l’insediamento nel potere e dirigere per così dire un folle sistema di ingiustizia, di corruzione, fascista ed antiliberale.
Dal 1947, quei poteri appunto hanno dato inizio a tutte quelle fasi di attentato alla democrazia, con stragi, depistaggi, lotte interne nelle istituzioni, infiltrazioni dei Servizi Segreti deviati, P2, borghesia mafiosa e neofascisti.
Una criminalità organizzata, da quella operativa ai colletti bianchi, mimetizzati in tutti gli ambiti sociali hanno determinato l’andamento della Storia Italiana.
“Noi siamo una democrazia apparente, tutti noi andiamo a votare e la maggior parte delle volte votiamo delle leggi incostituzionali, però, io mi chiedo se la nostra così bella Costituzione, dove c’è tanta retorica, mi rendo conto che il 60/70% non è stata attuata nei suoi diritti fondamentali, quindi questo è un primo elemento che dimostra che non siamo una democrazia”. Esordisce de Magistris, dichiarando sostanzialmente che la democrazia non c’è, bensì un’oligarchia che tiene i fili del potere e decide le sorti di un intero Paese.
Questi fili neri si intravedono partendo dall’eccidio di Porta della Ginestra nel ‘47, dove Salvatore Giuliano sparò contro la folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti e numerosi feriti, con la volontà dei poteri mafiosi e delle forze reazionarie di mantenere i vecchi equilibri nel nuovo quadro politico e istituzionale nato dopo la seconda guerra mondiale, pian piano la putrefatta rete comincia ad intrecciarsi con la strategia stragista.
Iniziano gli anni di piombo, periodo che va da fine anni ‘60 agli ‘80. Il primo caso di scontro violento del movimento del Sessantotto contro le forze dell’ordine si ebbe a Roma il 1º marzo, durante la battaglia di Valle Giulia.
Il primo atto della strategia della tensione che caratterizzò quegli anni fu la strage di piazza Fontana, di matrice fascista, avvenuta a Milano il 12 dicembre 1969, non considerando le bombe del 25 aprile di quell’anno a Milano, che non causarono morti.
Il periodo si costituisce soprattutto per diverse stragi, tutte ad opera di organizzazioni o elementi di estrema destra oppure neofascisti, spesso con l’appoggio diretto o il favoreggiamento di settori deviati dello Stato italiano.
Tra il 1968 e il 1974 in Italia furono compiuti 140 attentati, tra i quali: strage di piazza Fontana e Bologna nel 1980. Possiamo ricordare ancora il 22 luglio 1970: la strage di Gioia Tauro (6 morti e 66 feriti); 31 maggio 1972: strage di Peteano a Gorizia (3 morti e 2 feriti); 17 maggio 1973: strage della Questura di Milano (4 morti e 52 feriti); 28 maggio 1974: strage di piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti); 4 agosto 1974: strage dell’Italicus (strage sull’espresso Roma-Brennero, 12 morti e 105 feriti); 2 agosto 1980: strage della stazione di Bologna (85 morti e 200 feriti).
Un lungo lasso di tempo di paura e terrorismo è stato segnato da violenze in piazza da alcune organizzazioni extraparlamentari di sinistra, come Lotta Continua, il Movimento Studentesco o altre attive negli anni settanta.
Ma si formarono anche organizzazioni terroristiche di estrema sinistra come Prima Linea e le Brigate Rosse e altre attive al di fuori dell’Italia come la Rote Armee Fraktion (RAF) in Germania Ovest. In quel periodo operarono alcuni gruppi di destra, come i NAR, Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e Terza Posizione, che si contrapponevano a quelli di estrema sinistra nella lotta politica.
Poi dagli anni ‘70 al caso Moro, dove sapevano il luogo dove era tenuto in ostaggio, riferito dalla Banda della Magliana, secondo le sentenze e non l’hanno voluto liberare, ma guarda caso la cabina di regia che doveva ritrovare Moro era costituita dal Ministro dell’Interno Cossiga, vicino alla P2 e divenuto Presidente della Repubblica.
Dietro le quinte della P2 vi era la volontà anche di un personaggio, un funzionario americano mandato dal Segretario di Stato Kissinger, e la CIA che sfruttava la figura di Gelli per attuare un piano sovversivo di rinascita di tipo oligarchico.
La P2 è stata e forse ancora lo è con P3, P4 e così via al centro direttivo di smistamento strategico dei ruoli per controllare lo Stato e di renderlo verticalizzato. Essa fu una loggia della massoneria italiana aderente al Grande Oriente d’Italia (GOI).
Nel periodo della sua conduzione da parte di Licio Gelli assunse forme deviate rispetto agli statuti della massoneria ed eversive nei confronti dell’ordinamento giuridico italiano.
Fu sospesa dal GOI il 26 luglio 1976; successivamente, la Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica sotto la presidenza dell’onorevole Tina Anselmi concluse il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria «organizzazione criminale» ed «eversiva», venendo sciolta definitivamente nel 1982.
Secondo le indagini della procura generale di Bologna terminate nel 2020 e le successive sentenze della Corte d’assise, la P2 è stata responsabile dell’organizzazione della strage di Bologna, oltre che dei successivi depistaggi delle indagini, con il suo capo Licio Gelli che è stato identificato come mandante e finanziatore della strage.
Un piano occulto tenuto dalle redini Mafia, Ndrangheta, Camorra, Massoneria deviata, CIA, Servizi Segreti deviati, imprenditori e apparati dello Stato e criminalità organizzata, hanno fatto in modo di depistare la verità e tenerla segreta, iniziando dalle stragi di tipo terroristico militare di Via D’Amelio e Capaci, ‘92 e ‘93, che come ben racconta l’autore “mentre un magistrato e cinque poliziotti sono ancora a terra, come dei tizzoni che fumano, con i brandelli di Manuela Loi, e stando al quarto piano dell’abitazione Via D’Amelio, la ci sono uomini dei Servizi, Carabinieri Magistrati, che non si ricordano cosa hanno fatto, non si ricordano a chi hanno dato la borsa, non si sa dove sta la agenda rossa, acquisiscono corpi di reato senza fare verbali e dissequestrano, basta andarsi a leggere quel commovente discorso di Paolo Borsellino nella Biblioteca Comunale, quando ad un certo punto Borsellino dice “probabilmente tra i principali responsabili della morte di Falcone ci sono anche i Giuda all’interno della Magistratura”.
E’ proprio qui che vi sono lacune, quegli uomini e donne di Stato che dovrebbero difendere la Costituzione, la ostacolano, mettendo a tacere Collaboratori di Giustizia, indagini dei PM, agli stessi magistrati. Laddove non si adeguano al sistema di cose, vengono messi a bando e denigrati, come lo stesso ex magistrato de Magistris fa notare nei ruoli antecedenti assunti in carriera.
L’italia è ben spartita tra le diverse criminalità organizzate infiltrate in tutti gli ambiti sociali e Statali, “ad esempio – dice de Magistris – la ‘Ndrangheta è sottovalutata, invece nel corso degli anni si è saputa mimetizzare fino al golpe dello Stato. Quello che io ho potuto vedere, nel mio lavoro, è la capacità della ‘Ndrangheta di ultima generazione di arrivare ovunque, ed è fortissima in Liguria, Piemonte, Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Toscana.
Quello che è impressionante – prosegue – non è solo l’impressionante collusione con la politica, io mi sono trovato in Calabria, dove il luogo più circondato è il Palazzo di Giustizia. Sono stato ‘accoltellato’ dal Procuratore della Repubblica, dal Procuratore Generale, dai capi del mio ufficio, ecco perché è importante la lotta che si sta facendo sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura, non solo dal potere politico, ma anche dall’interno. La capacità della ‘Ndrangheta e delle massonerie deviate, è quella di entrare fino al cuore del Palazzo. Allora se entrano nelle Istituzioni fino ai vertici, allora che importanza ha commettere degli omicidi, quando tu lo puoi, massacrare, trasferire, ostacolare”.
Ecco che oggi quella che viene narrata è una storia fatta di menzogne, in cui le riforme hanno un tono floreale, invece, minano l’indipendenza della magistratura con la separazione delle carriere, mettono il bavaglio alla stampa impedendo di trarre indizi dalle intercettazioni nelle indagini preliminari in caso di custodia cautelare, controlli sul codice della strada, indegnità nel sistema carcerario, impossibilità a manifestare.
Insomma vogliono un popolo ignorante, belante al servizio del potere. Un potere occulto che lascia trapelare le sue vere intenzioni nella storia segreta.
“Vi sono due storie – dichiara il Senatore Scarpinato – diceva un romanziere francese Balzac, c’è la storia ufficiale che ci viene insegnata nelle scuole e poi una storia segreta, dove si trovano le vere cause. La parte della storia vergognosa destinata a rimanere segreta è quella della criminalità al potere. La frase di Balzac è particolarmente attinente, perchè io sono convinto che la parte più rilevante della storia Nazionale è segreta.
Settori importanti della nostra classe dirigente, hanno utilizzato le stragi, l’omicidio politico, la frode, come strumento di orientare il processo politico per impedire che la fisiologica dialettica democratica portasse ad esiti più o meno noti e questo fa l’anomalia della storia Italiana, segnata dal dopo guerra da una sequenza ininterrotta di stragi.
C’è un filo nero che lega tutte queste stragi da allora sino ad oggi e l’italiano medio non le conosce”. E poi continua per dare un barlume di speranza e significato a questa lotta e alla libertà del singolo, riprendendo l’art.3 della Costituzione: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Anche de Magistris continua con l’esempio di Scarpinato, facendo notare, che come i padri costituenti hanno vissuto quegli anni di guerra di privazioni delle libertà fondamentali, di odio, di fame, in consapevolezza hanno redatto una Costituzione che fosse di esempio di alta moralità e democrazia, di lotta ad un sistema oppressivo e fascista.
“L’unica arma – dice Scarpinato – è la cultura, l’informazione, la conoscenza che forma e rivoluziona la coscienza di ognuno, solo così potremo essere liberi e non condizionabili”.
31 Gennaio 2025