di Raffaele Simonetti
Il perché è presto detto.
Se la coerenza non ha ancora ceduto il posto all’imbecillità, non è ammissibile: andare a manifestare per la Palestina, notare una bandiera della Siria con tre stelle (cioè del sedicente Esercito Siriano Libero che, per conto dell’imperialismo occidentale, combatte il governo legittimo) e scoprire che non si è trattato di una “distrazione” di chi ha promosso la manifestazione perché, anzi, gli organizzatori sono pienamente schierati con quella parte.
Tutto qui. Chi era solo incuriosito dal titolo può anche risparmiarsi di leggere il resto.
Continui a leggere chi ritiene che, nel variegato campo degli attivisti per la Palestina, sia importante la massima chiarezza, in quanto ogni ambiguità non può che essere controproducente.
È per questo che non mi faccio scrupolo di fare anche nomi e cognomi di diversi protagonisti milanesi.
Le manifestazioni a Milano contro l’operazione “Barriera protettiva”
L’offensiva militare “Barriera protettiva” (“Protective Edge”) di Israele contro Gaza è iniziata l’8 luglio. La prima manifestazione a Milano c’è stata sabato 12 luglio, con un corteo da piazza San Babila fino in piazza della Scala, e analoghe manifestazioni si sono ripetute tutti i sabati successivi. C’è stato anche un presidio sotto la RAI mercoledì 23 luglio e una manifestazione in via Padova (a questa non sono andato).
La manifestazione di sabato 26 luglio è stata piuttosto anomala; erano previsti due spezzoni con orari diversi: uno con partenza da Porta Venzia ed uno in San Babila che (pare) avrebbero dovuto confluire, ma poi sono stati tenuti separati (pare per disposizioni della Digos) in quanto in San Babila erano stati notati elementi rossobruni di “Stato e Potenza” e non si voleva venissero a contatto con il corteo partito da Porta Venezia.
Quel sabato sono andato alle 18 in San Babila, dove ho subito notato i soggetti di “Stato e Potenza”, e verso le 19 mi sono spostato in piazza Cordusio dove era arrivato lo spezzone proveniente da Porta Venezia e ho ascoltato gli interventi della consigliera di Rifondazione Anita Sonego, di Elio Lupoli del CS Vittoria e di Khader Tamimi, presidente della Comunità palestinese di Lombardia.
Lì mi è stato anche riferito, e ne ho avuto conferma da altri, che a piazza della Scala aveva avuto il microfono Piero Maestri che aveva parlato anche a favore dei cosiddetti “ribelli” siriani. Poiché le posizioni di Maestri sono note e pubbliche da tempo (vedere più avanti), sono andato a chiedere spiegazione a Lupoli e a Francesco Giordano di Palestina Rossa del perché partecipassero ad un’iniziativa in cui si dava spazio a posizioni simili. Entrambi, stringendosi nelle spalle, hanno spiegato che la manifestazione non era organizzata da loro – una giustificazione che trovo quanto mai debole, specie da parte di chi fa politica da decenni. Ho fatto a tempo a chiederne conto anche a Rodolfo Greco, anche lui di Palestina Rossa, che mi ha risposto che era in fondo al corteo e non si è accorto dell’intervento di Maestri.
Il “dualismo” tra le due manifestazioni si può cogliere leggendo questo COMUNICATO DEL COMITATO CONTRO LA GUERRA – MILANO (in verità piuttosto oscuro) apparso l’indomani sul loro blog e a cui, successivamente, si è aggiunta un’immagine tratta dalla pagina Facebook di ‘Compagni Sinceramente Democratici Milano’ che affianca due foto, l’una con bandiera siriana con due stelle ed una con tre stelle; il 1° agosto Contropiano ha pubblicato, a firma del ‘Fronte Palestina – Milano’: Nella solidarietà alla lotta palestinese non c’è spazio per i rosso-bruni e, due giorni dopo: Milano. Manifestazioni per la Palestina . Una replica del Comitato contro la guerra.
La manifestazione di sabato 2 agosto
Le mie perplessità non devono essere state minimamente prese in considerazione se in piazza Cordusio sull’autocarro che guidava il corteo si è visto Lupoli e poco dopo ha avuto il microfono Maestri.
La manifestazione di sabato 9 agosto
Il 9 agosto – quinto sabato consecutivo in strada – la manifestazione si è sviluppata secondo il percorso abituale (San Babila, corso Matteotti, piazza della Scala, Cordusio) e con il consueto accompagnamento di slogan scanditi in coro. Avvicinandosi il Ferragosto, comprensibilmente, la partecipazione era alquanto inferiore alle volte precedenti, specie degli italiani.
Con uno dei pochi italiani ho iniziato a ragionare sull’efficacia di questo tipo di iniziative, che è arduo pensare possano comunicare qualcosa con degli slogan, magari in arabo, ad un pubblico intento a fare acquisti. Col rischio, anzi, di accrescere il senso di distanza tra “noi” italiani e “loro”, gli islamici. Né contribuiva a dissipare questo timore la visione di una donna che seguiva il corteo, con a fianco il marito che spingeva un bambino sul carrozzino, completamente sotto un velo nero che lasciava scoperti solo gli occhi.
Così pure l’invito – peraltro cortese – di un giovane, di un abbozzato servizio d’ordine, a seguire il corteo senza salire sul marciapiede (dove c’era ombra) è sembrato del tutto fuori luogo rivolto all’anziano Ian – una presenza costante alle manifestazioni per la Palestina nonostante per camminare debba aiutarsi con due stampelle. Comunque Ian non ha avuto problemi a dirgli che facesse così al suo paese che in Italia ci regoliamo diversamente.
Il tutto, insomma, dava l’impressione che gli organizzatori della manifestazione, di ispirazione chiaramente “religiosa”, tendessero a caratterizzare sempre più secondo i loro schemi la manifestazione.
Fino a che punto mi è apparso chiaramente quando il corteo ha superato piazza della Scala.
È allora che ho notato, a soli pochi metri dietro l’autocarro che apriva il corteo, una bandiera siriana con tre stelle !
Ricordo che la bandiera del legittimo governo siriano è questa qui sotto.
Quella con 3 stelle lo era negli anni 1932-1958 e 1961-1963 ed è stata ora ripresa dall’opposizione siriana (cfr. Wikipedia: Bandiera della Siria).
Anche se è possibile che chi reggeva quella bandiera (che non era italiano) non fosse un provocatore ma semplicemente un ingenuo, non è concepibile che gli organizzatori ignorassero quanti dei nemici di Bashar al Assad, ancorché “islamici”, come Al Qaeda, Al Nusra, ISIS, siano finanziati direttamente o indirettamente da Usa e/o Israele. È detto molto chiaramente in questo articolo di Michel Chossudovsky uscito su Global Research a luglio Lo Stato islamico, il “progetto di califfato” e la “guerra globale al terrorismo.
Certo, il “fuoco di copertura” mediatico sullo scenario siriano è senza uguali, ma i palestinesi, che le provocazioni isreliane le hanno vissute sulla propria pelle almeno dalla nascita di Israele, è inconcepibile che non ne siano consapevoli.
Mi sono perciò avvicinato all’autocarro ed ho fatto notare la bandiera siriana all’organizzatore di questa e di tante altre precedenti – l’architetto Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione Benefica di Solidarieta’ con il Popolo Palestinese (ABSPP) – che con bella sicurezza mi ha risposto:
“È quella giusta, quella con due stelle è quella di Assad”.
“E allora io non verrò più a queste manifestazioni!” ho fatto a tempo a dire, sfilando la mia bandiera palestinese dall’asta e decidendo di abbandonare il corteo.
La prova del nove: dice la sua Piero Maestri
Prima di andarmene, però, torno dagli amici con cui avevo sfilato per congedarmi e riferire a caldo dell’incredibile risposta avuta. Cosa che faccio a voce alta anche nella speranza (ahimé vana) di trovare eco almeno in qualcun altro.
E invece – ne riferisco perché trovo che confermi la mia valutazione – sente il bisogno di intervenire Piero Maestri, che si trovava anche lui in fondo al corteo, per applaudirmi ripetendo con marcata ironia: “Bravo, bravo…”.
Di seguito qualche riferimento a interventi o iniziative di Maestri sulla Siria e sulla Libia, a tutt’oggi reperibili in rete. Insieme con i pronunciamenti “senza se e senza ma” contro gli interventi militari (in questo è perfettamente allineato col Papa) si etichettano immancabilmente come “regimi” quelli di Gheddafi e di Assad che devono quindi sloggiare (fin qui neanche il Papa osa spingersi, però l’allineamento con Usa-Nato è perfetto):
- La Siria e il movimento pacifista – Piero Maestri, dicembre 2012
- Siria. Basta col sostegno alla repressione – Piero Maestri, maggio 2012
- La caduta di Assad, condizione per la pace – Piero Maestri, 18 febbraio 2012
- Siria, noi stiamo con chi lotta – Piero Maestri e Fabio Ruggiero, 12 febbraio 2012
- Siria, la solidarietà e il no alla guerra – Flavia D’Angeli, Piero Maestri e Franco Turigliatto, 14 dicembre 2011
- (Nord Africa) La rivolta in Libia – Piero Maestri, febbraio 2011
Per la cronaca: mi sono limitato a replicargli chiamandolo “Antimperialista atlantico!”.
Che direbbe il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina?
Mentre mi allontanavo ho fatto a tempo a vedere Francesco Giordano, di Palestina Rossa, sull’autocarro in testa la corteo.
Considerando che sul sito del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina c’è, dal 23 agosto 2013, questo articolo: PFLP condemns US threats and Western aggression against Syria cioè: “Il FPLP condanna le minacce Usa e l’aggressione occidentale contro la Siria” mi chiedo se gli animatori di Palestina Rossa sono sicuri che il FPLP (che ha sul suo sito logo e il link a ‘Palestina Rossa’) approverebbero la loro partecipazione a una manifestazione del genere.
8 Comments
Grazie per l’analisi che fai sui vari cortei ai quali avevo partecipato anch’io, escluso l’ultimo. Il 9 ero al corteo di Londra assieme a altri 150.000 e dove pure essendoci diversi islamici nessuno ha parlato contro Hassad.
Devo dire che a Milano sapevo che lungo il corteo c’ era chi aveva opinioni contro il governo siriano, ma non avrei immaginato che avrebbero parlato pubblicamente del loro sostegno ai “ribelli”.
Il tuo chiarimento mi porta a valutare con maggiore attenzione le prossime partecipazioni.
Conosciamo bene i tentativi di personaggi come Piero Maestri di servirsi anche della lotta del popolo palestinese per diffondere i loro messaggi a favore dei mercenari jihadisti che agiscono in Siria, in Iraq, in Libia, ecc. , pagati da USA, NATO, Turchia, petromonarchie. Più grave è che anche organizzatori di manifestazioni pro-Palestina diano spazio a questi personaggi che lavorano obiettivamente per l’imperialismo ed il sionismo. Bisogna denunciarli senza tregua. Vincenzo Brandi della Rete No War Roma
Condivido la tua indignazione e sono molto preoccupata sia del sostegno che taluni che si definiscono compagni e manifestano per la Palestina danno ai “Ribelli siriani” sia per la superficialità con cui si consente loro di portare tali ignominiose bandiere nei cortei per la Palestina. Non credo che la Palestina abbia bisogno di un simile sostegno. Sono esterrefatta dall’atteggiamento di alcuni con cui in passato ho collaborato e avuto buoni rapporti che ora parteggiano per i “ribelli siriani” con una passione degna di miglior causa e con un tifo da stadio. Non capisco cosa sia avvenuto nel loro cervello. Sono convinti di aver ragione ed è impossibile discutere con loro come succede sempre con chi ha torto. E’ necessario però prendere le distanze.
ciao a tutti
mi arrivato questo articolo
la parte che mi interessa, la riporta qui sotto
raccontare bugie e riferire delle dichiarazioni a nome mio da qualcuno classificato di sinistra.
riporto qui la mia personale e dell’associazione che rappresento, associazione dei Palestinesi in Italia:
– noi sosteniamo il Popolo Siriano, il suo diritto, la sua sovranità e dignità.
– Non ho mai detto:“È quella giusta, quella con due stelle è quella di Assad”.
aggiungo ancora ne quella con due ne quella con tre stelle.
Non abbiamo espresso ho dichiarato altro che
Noi rispettiamo la volontà del Popolo Siriano e ringraziamo tutti i Popoli e Governi che hanno sostenuto i diritti del nostro Popolo Palestinese. e denunciamo tutti i regimi che si sono schierati con l’entità sionista contro i diritti del nostro Popolo Palestinese.
– noi siamo stati diverse volti in questi anni di crisi in Siria per portare la nostra Solidarietà con il Popolo Siriano coordinando con il governo Siriano che ha offerto ogni mezzo per garantire il buon proseguimento delle nostre missioni.
credo che la Siria ha bisogno di uomini di buona volontà e non di terroristi chiunque sia la loro bandiera.
– le nostre manifestazioni sono esclusivamente per esprimere la solidarietà con il Popolo Palestinese, contro il Genocidio i n corso a Gaza, al Quds, Cisgiordania con la lotta del nostro Popolo fino alla Libertà.
Mohammad Hannoun
Il giorno 9 di agosto sono andato con la mia compagna a quella manifestazione e avevamo incominciato ad accorgersi che si trattava di una processione religiosa di stampo integralista. Quando poi abbiamo notato la bandiera dei taglia gole in compagnia dell” imam” Maestri,abbiamo gettato nel cestino il cartello che inizialmente ci avevano consegnato e li abbiamo abbandonati alle loro lugubri prediche.
Prendo atto della smentita di Mohammad Hannoun.
E’ possibile che la frase riportata non fosse esattamente quella pronunciata; anche se confermo che le cifre “due” e “tre” le ho sentite.
Ho molto apprezzato la sua onestà nel non aver messo in dubbio il fatto che nel corteo ci fosse una bandiera della Siria con tre stelle.
E’ questo il punto che mi premeva evidenziare e da cui deriva la mia decisione, che resta immutata.
il popolo siriano sono loro che decidono la loro bandiera.noi come palestinesi siamo vicini al popolo con due o tre stelle.di certo non vicino ai dettaori che sono tanti in quell area..
perdonate l’Off Topic ma… premesso che condivido – in generale, e non necessariamente in questo particolare contesto – le posizioni sulla bandiera, la prima parte dell’intervento mi lascia sconcertata.
non è certo la prima volta che il servizio d’ordine di un corteo mi chiede di camminare in strada e non sul marciapiede. con tutta la simpatia per Ian, è una cosa che si è sempre fatta, soprattutto in passato, anche nell’italianissima italia.
gli slogan e gli interventi erano in italiano, oltre che (più che giustamente) in arabo e se una donna coperta vuole venire in corteo io sono l’ultima a preoccuparmi della reazione di italiani e turisti inebriati di shopping. Anzi, per me è una presenza molto gradita.
mi rendo conto che non è questo il succo dell’intervento, ma non capisco la necessità di inserire queste valutazioni. se per rincorrere l’opinione pubblica dobbiamo riprodurne le chiusure mentali (ancorchè travestite da difesa di un supposto laicismo) io mi dissocio da questa visione delle manifestazioni, qualunque siano le bandiere che sfoggiano.