TOSARELLI DANILO MILANO
Quanta rabbia mi fa questo Partito Democratico.
Nonostante i gravi errori, ha ancora il 19% dei consensi.
Peccato non stia dalla mia parte. Questo è un problema.
Anzi lo considero un grande inganno e un grave intralcio.
Per chi voglia ricostruire una sinistra di classe nel nostro Paese.
Esiste un popolo, che cerca disperatamente rappresentanza.
Questo partito va svelato una volta per tutte, senza reticenze.
E mi rivolgo a chi ha ancora le patate sugli occhi.
A chi si illude sia l’erede del vecchio PCI. Non è così. Sveglia.
Troppi ancora e sono parte consistente di quel 19%.
Occorre necessariamente ricostruire una memoria storica.
Proverò a raccontare i fatti. Una realtà, che spesso sfugge ai più.
Il PD non è mai stato un partito di sinistra. Non ci sono dubbi.
Quando nacque nel 2007, Veltroni volle precisarne la natura.
Letteralmente dal discorso al Lingotto di Torino.
“Una forza libera da ideologismi. Capace di unire le forze e le culture riformiste del ns Paese, superandone parzialità ed insufficienze”
Rosy Bindi sostiene, che il PD non nacque per essere di sinistra.
Bensì un’organizzazione dal profilo “liberal, blairiano, leaderista”.
Le scelte di questi anni, confermano queste propensioni.
Il primo segretario del PD fu Walter Veltroni. Subito una domanda.
Cosa proponesse il PD in materia di diritti ed economia.
Le risposte furono molto generiche, ma Veltroni volle precisare.
“Prima di tutto, bisogna pensare a costruire le strutture del Partito.”
I fatti ci raccontano, che il PD ha preferito non scegliere un’identità.
Conseguentemente, non ha mai deciso chi voler rappresentare.
Ha prevalso un’adesione passiva alle ragioni della realpolitik.
Tutto ciò ha impedito una autonoma elaborazione ideale.
Ne deriva una subalternità politica, che il PD ancora subisce.
Il PD ha perso, strada facendo, la sua aspirazione progressista.
Il PD è uno strumento di potere vuoto, buono per ogni occasione.
Con una irrefrenabile vocazione al governo. Qualunque esso sia.
In 15 anni il PD ha governato con tutti, tranne Fratelli d’italia.
Il PD, si è sempre nascosto dietro il cosiddetto senso di responsabilità.
Peccato, che tale presunto alibi abbia provocato danni gravissimi.
La politica del PD si è spostata sempre più a destra.
I costanti tagli ai fondi per la Sanità Pubblica, a vantaggio dei privati. Quelli del governo Monti nel 2012, poi quelli del governo Letta nel 2014.
Aggiungo quelli del governo Renzi 2015 e governo Gentiloni nel 2018.
Meno ospedali, meno posti letto, carenza di personale sanitario.
Ma vogliamo parlare dei tagli alla scuola pubblica?
Di più fondi e facilitazioni per le scuole private?
Di costante aumento delle spese militari?
E sulla guerra? Il PD ha già votato 5 volte per inviare armi in Ucraina.
Vogliamo parlare dei danni provocati ai giovani e vecchi lavoratori?
La legge Fornero, l’abolizione dell’articolo 18, il job act.
Quanto altro si potrebbe aggiungere, nella demolizione del welfare?
Il PD HA PROPOSTO O DIGERITO TUTTO CIÒ.
In 15 anni il Partito Democratico ha cambiato 8 segretari.
Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pierluigi Bersani, G.Epifani,
Matteo Renzi, M. Martina, Nicola Zingaretti ed Enrico Letta.
Non è mai stata chiara, quale fosse la sua identità politica.
Adesso, dopo la sconfitta elettorale, si va verso un nuovo Congresso.
È molto probabile, che si discutera’ sul nome del nuovo segretario.
Temo si litighera’ meno, sull’identità politica di questo partito.
L’intramontabile Romano Prodi non si arrende e propone.
“Prima di eleggere un nuovo segretario, bisogna comporre la linea politica…”
Gli è stato risposto che “contano I nomi, perché sono i nomi ad i
Incarnare la linea…”
Che sia un retaggio del mai defunto Berlusconismo?
È anche questa un’idea di società. Prima l’individuo e poi la comunità.
Non escludo, che anche il PD ne sia rimasto vittima.
Mi rendo conto di avere innanzi a me un paesaggio desolante.
La sinistra in questo Paese, va completamente ricostruita.
Non è un caso, che oggi vi sia il governo Meloni.
Dove manca la politica di sinistra, si impone la politica di destra.
La ricostruzione sarà un percorso in salita, faticoso, ma necessario.
Quel nostro popolo, di cui faccio parte, vuole tornare protagonista.
Ma ha urgenza di individuare chi possa rappresentarlo degnamente.
Chi sia in grado, di contrastare efficacemente il governo Meloni.
Sto seguendo con attenzione il percorso di UNIONE POPOLARE.
Formazione politica appena nata.
Posso dirlo? Notevolmente censurata da giornali e televisioni.
Una Formazione che deve lavorare ad un obiettivo ambizioso.
Unificare credibilmente, l’arcipelago della sinistra di classe.
Non ci serve un’altra Formazione che faccia testimonianza.
Propongo da subito, 2 significative battaglie politiche.
Una nuova “SCALAMOBILE” che tuteli salari e pensioni.
Una PATRIMONIALE, che in Italia sembra un tabù, solo a parlarne.
L’ attuale governo di sinistra spagnolo, può farci scuola.
Con le sue MODIFICHE FISCALI e la sua TASSA DI SOLIDARIETÀ.
Il nostro è un Paese ricco, eppure aumentano precarietà e povertà.
La logica del liberismo selvaggio continua a seminare vittime.
Occorre scendere in campo e lottare a fianco dei lavoratori.
Di chi è senza diritti e di chi se li vede cancellati ingiustamente.
Occorre un altro progetto di società.
No, questo PD non sta con me.